Francia, il piano di spesa per la difesa del presidente Macron divide il Paese

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il presidente francese Emmanuel Macron ha messo in guardia sulle difficili decisioni che lo attendono in merito al bilancio, in particolare per quanto riguarda la spesa per la difesa, mentre il Paese è alle prese con un grave deficit pubblico

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Il presidente francese Emmanuel Macron sta tentando di accelerare le decisioni riguardo la spesa per la difesa. L’a Commissione europea sta approvando un piano da 800 miliardi di euro per rafforzare la sovranità della difesa europea in risposta al riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti e al crescente disprezzo mostrato dal presidente statunitense Donald Trump nei confronti dell’Ucraina e della Nato.

Ma con l’intensificarsi del dibattito sulle spese militari in Francia, le divisioni politiche fanno sì che le possibilità di trovare un consenso siano sempre più scarse.

L’aumento della spesa per la difesa in Francia si scontra con la riduzione del deficit

Attualmente la Francia destina il due per cento del Pil al settore della difesa. Macron ha dichiarato al quotidiano francese Le Figaro di voler aumentare la spesa per la difesa fino al 3,5 per cento del Pil del Paese, un aumento che richiederebbe 30 miliardi di euro in più all’anno.

Un aumento così drastico sarebbe una sfida importante, visto lo stato di tensione delle finanze pubbliche francesi. L’ambizione di Macron si scontra con l’attuale obiettivo del governo di ridurre il deficit di bilancio della Francia al 5,4 per cento del Pil entro la fine del 2025, dal sei per cento circa del 2024.

Un progetto di legge presentato da Macron mira a tagliare trenta miliardi di euro dalla spesa pubblica e ad aumentare le tasse di venti miliardi di euro per contenere il deficit. Ma ancora non è chiaro come si intende procedere.

Il primo ministro François Bayrou e il ministro dell’Economia Eric Lombard hanno ventilato l’idea di istituire un conto specifico per la difesa, simile al Livret A, un conto di risparmio personale regolamentato ed esente da imposte con un tasso d’interesse fissato dallo Stato, i cui fondi saranno investiti dallo Stato per pagare infrastrutture e alloggi, per il pagamento del debito nazionale e per altri usi.

Lombard ha anche proposto di cercare investimenti da parte di banche, compagnie assicurative e investitori istituzionali.

I francesi a favore degli investimenti per la difesa

“Penso che nella situazione attuale la Francia non possa permettersi di aumentare il debito pubblico”, ha dichiarato a Euronews Sylvain Bersinger, capo economista della società di consulenza Asteres.

“Un’altra soluzione è cercare di aumentare la crescita e quindi le risorse e le entrate fiscali. In genere, questo significa far lavorare di più i francesi aumentando l’età pensionabile. Ma questo è talmente impopolare che non credo sia possibile. Direi che non c’è una soluzione magica”, ha aggiunto Bersinger.

Eppure, nonostante le preoccupazioni economiche, il sostegno dell’opinione pubblica all’aumento delle spese per la difesa rimane alto.

Un recente sondaggio condotto dalla scuola di ingegneria Ipsos-Cesi ha mostrato che il 68 per cento dell’elettorato francese è favorevole all’idea. Persino il 66 per cento degli elettori che sostengono il partito di estrema sinistra la France insoumise (Lfi), solitamente diffidente nei confronti di qualsiasi intervento militare, ha dichiarato di essere favorevole all’aumento del budget.

Per quanto riguarda i sostenitori del partito di estrema destra Rassemblement national (Rn), poco più della metà si è detta favorevole all’aumento della spesa militare.

Le Pen contro una strategia di difesa europea comune

Sebbene la maggior parte dei deputati della Camera bassa francese abbia espresso il proprio sostegno all’Ucraina, le divisioni politiche rimangono.

La scorsa settimana, i deputati hanno discusso la posizione della Francia sull’Ucraina e l’eventuale invio di truppe di pace sul territorio. La leader del Rn Marine Le Pen ha dichiarato che, pur sostenendo gli aiuti all’Ucraina, ritiene che la Francia debba dare priorità ai propri interessi nazionali. Le Pen ha inoltre respinto una strategia di difesa europea unificata e si è opposta a qualsiasi proposta di invio di truppe francesi in Ucraina.

Nel frattempo, il partito socialista e i Verdi si sono allineati al governo, concordando sul fatto che l’Europa deve rafforzare la propria sovranità militare. Il leader socialista Olivier Faure ha dichiarato di essere contrario a qualsiasi misura che possa gravare sui cittadini francesi.

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Faure ha invece proposto di tassare le imprese e di dare un giro di vite ai Paesi dell’Ue che fungono da paradisi fiscali per le grandi imprese tecnologiche, in particolare Irlanda e Lussemburgo.

Timore che l’aumento della spesa per la difesa favorisca gli Usa

La deputata di Lfi Alma Dufour, invece, ha espresso il timore che l’aumento delle spese militari vada a vantaggio dell’industria della difesa statunitense. “Non siamo contrari al riarmo della Francia e dell’Europa”, ha dichiarato in un’intervista all’emittente Franceinfo. “La questione è che se quest’anno spendiamo 40 miliardi di euro in attrezzature militari, dove andranno a finire? Agli Stati Uniti”, ha aggiunto Dufur.

Lunedì scorso, un rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma ha mostrato che il 64 per cento delle importazioni di armi in Europa proviene dagli Stati Uniti, seguiti da Francia, Corea del Sud, Germania e Israele.

Dufour ha proposto un aumento delle tasse sui miliardari, sostenendo che un’imposta del due per cento sui 500 individui più ricchi della Francia potrebbe generare 25 miliardi di euro, mettendo la Francia sulla buona strada per raggiungere le ambizioni di spesa militare di Macron.

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