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Si è svolta oggi, alla Cittadella regionale di Catanzaro, la seconda Conferenza nazionale sui “Beni confiscati e sulle politiche integrate di sicurezza urbana”, un evento fondamentale organizzato dalla Regione Calabria in collaborazione con il Forum italiano per la sicurezza urbana. L’incontro, giunto ormai alla sua seconda edizione, è diventato un appuntamento annuale di riferimento, un’occasione per fare il punto sulle politiche di gestione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e sulla sicurezza urbana, in un confronto aperto tra le esperienze delle diverse regioni italiane.
Il vicepresidente della Regione Calabria, Filippo Pietropaolo, ha aperto i lavori, sottolineando l’importanza di questi incontri annuali per confrontarsi con le altre regioni, in particolare quelle del Sud. “Stiamo procedendo con il piano approvato in giunta e con una serie di finanziamenti per i comuni, per valorizzare i beni confiscati. Se non ci mettiamo al passo con le altre regioni, rischiamo di non fare abbastanza. Questo incontro ci permette di apprendere da altre esperienze e migliorare le politiche locali”, ha dichiarato Pietropaolo.
Uno degli aspetti principali trattati durante il convegno è stato il tema della dispersione scolastica, che nel pomeriggio ha visto anche un intervento di un ufficio speciale e di una cooperativa impegnata nella tutela dei minori. Questo, in un’ottica di sicurezza urbana e prevenzione della criminalità giovanile, ha visto anche il supporto della Polizia di Stato.
La sottosegretaria di Stato Wanda Ferro ha messo in evidenza il ruolo pionieristico della Calabria, che nel 2023 ha firmato un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno per il riutilizzo dei beni confiscati. Ferro ha sottolineato che la Calabria è stata la prima regione a sottoscrivere un accordo con il Governo per supportare gli enti locali nella gestione e nella ristrutturazione di questi beni, con l’obiettivo di combattere la criminalità e promuovere una rinascita economica e sociale.
Nel corso dell’intervento, Ferro ha anche accennato al nuovo tavolo di lavoro istituito per gestire i beni confiscati nelle Zone Economiche Speciali (ZES), con l’obiettivo di semplificare le procedure e aiutare le aziende salvabili a riprendersi nel mercato libero e onesto.
Maria Rosaria Laganà, direttrice dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati, ha spiegato l’importanza della piattaforma unica per la destinazione dei beni confiscati, che aumenta la trasparenza e velocizza il processo di assegnazione. La Laganà ha anche sottolineato le difficoltà che i comuni del Sud incontrano nella gestione dei beni confiscati, a causa di problemi strutturali e delle pressioni delle famiglie malavitose. Tuttavia, ha ribadito che negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza e l’impegno nel Sud, e che le sinergie tra le regioni e il sostegno statale sono cruciali per affrontare queste difficoltà.
Una riflessione importante è stata fornita anche da Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, che ha portato il suo contributo sottolineando il ruolo fondamentale dell’associazione nel supportare gli enti locali e nel formare il personale tecnico. “L’obiettivo di oggi è dimostrare che la legalità conviene, bisogna dimostrare che i processi di contrasto alle mafie restituiscono sicurezza alle comunità”, ha dichiarato Montà, esprimendo gratitudine al Forum italiano per la sicurezza urbana (Fisu) e alla Regione Calabria per aver organizzato questo importante confronto. “Le mafie e la corruzione vanno considerate come qualcosa che nega i diritti fondamentali dei cittadini, sanciti nella nostra Carta Costituzionale”, ha concluso Montà.
Uno degli aspetti cruciali del convegno è stato il ruolo del terzo settore. Nel 2017 è stata introdotta una norma che permette alle associazioni di accreditarsi sulla piattaforma e prenotare i beni confiscati, presentando progetti concreti. Laganà ha parlato dell’importanza della collaborazione pubblico-privato per garantire che i progetti legati ai beni confiscati siano sostenibili e abbiano un impatto positivo sulle comunità locali.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha illustrato le risorse destinate al recupero e alla valorizzazione dei beni confiscati. La Regione ha deciso di investire in modo significativo per sostenere i Comuni e semplificare le procedure burocratiche che spesso frenano le iniziative. “Lo Stato è più forte della criminalità, e quello che la ‘ndrangheta ha costruito lo Stato lo mette a disposizione dei calabresi”, ha dichiarato Occhiuto, sottolineando l’importanza di restituire i beni alla collettività per finalità sociali ed economiche.
Un altro tema centrale è stato quello delle buone prassi, con esempi di successo che sono stati condivisi durante il convegno. Tra questi, l’esperienza della Balzana in Campania e il bike park di Tabina di Magreta, che testimoniano come i beni confiscati possano essere riqualificati e trasformati in progetti di valore per la comunità. L’obiettivo è quello di creare un effetto domino positivo che possa ispirare altre regioni e comuni a investire nella valorizzazione dei beni confiscati.
L’evento ha dimostrato come la gestione dei beni confiscati e la sicurezza urbana siano temi strettamente legati tra loro. Il convegno ha dato l’opportunità di mettere a confronto le esperienze e le buone prassi delle diverse regioni, favorendo la creazione di sinergie tra enti locali, istituzioni e terzo settore. L’obiettivo finale è quello di restituire alla collettività i beni confiscati, utilizzandoli come strumenti per la lotta alla criminalità, il sostegno alle comunità e la promozione di iniziative sociali e culturali che possano contribuire a un futuro più sicuro e più giusto per tutti.
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