Ufficio abusivo, caso finito tra Comune e Linee Lecco: quale destino?

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Tasto ‘stop’ a uno dei casi sovrani degli ultimi mesi. Dopo svariate settimane di battaglia legale e polemiche politiche, si chiude formalmente la controversia tra il Comune di Lecco e Linee Lecco, la società partecipata che gestisce il trasporto pubblico locale, riguardo la palazzina costruita nell’area dell’ex Piccola Velocità. Una vicenda che ha visto contrapposti l’amministrazione comunale e la propria società, con spese legali che hanno superato i 65mila euro.

La risoluzione del contenzioso

Il 10 marzo 2025 la sezione quarta del TAR Lombardia ha dichiarato improcedibili i ricorsi che vedevano contrapposti Linee Lecco e il Comune di Lecco. Come comunicato dall’amministrazione comunale, la sentenza segue l’udienza del 5 marzo, durante la quale gli avvocati delle parti hanno informato il giudice di aver raggiunto un accordo. Il tribunale amministrativo ha quindi preso atto delle delibere del Consiglio comunale e delle determine dirigenziali, decretando la cessazione del procedimento “per sopravvenuta carenza di interesse”.

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Contemporaneamente, anche il ricorso presentato dagli ex amministratori di Linee Lecco è stato dichiarato improcedibile, dopo che il Comune ha precisato che i due soggetti erano stati coinvolti per la carica ricoperta e non come persone fisiche. “Relativamente al ricorso che vedeva contrapposta la società partecipata Linee Lecco al Comune di Lecco, l’Amministrazione comunale informa che il contenzioso è stato risolto”, si legge nel comunicato ufficiale. “Il TAR, prendendo atto delle delibere del Consiglio comunale, delle determine dirigenziali e della volontà delle parti, ha decretato la cessazione del procedimento per sopravvenuta carenza di interesse”.

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Le origini della controversia: un errore burocratico del 2021

La vicenda ha radici profonde, risalenti addirittura al 31 marzo 2021, quando una deliberazione di giunta approvò le opere di manutenzione straordinaria richieste da Linee Lecco per la riqualificazione del parcheggio di piazzale Riccardo Cassin. Come emerso il 13 giugno 2024, l’errore originario fu l’inserimento di una categoria urbanistica scorretta nei documenti: “S8.1 parcheggio a raso” invece della corretta “S8.2 parcheggi in struttura, compresi uffici per la gestione del parcheggio o del sistema della sosta pubblica quali uffici, attività di assistenza meccanica”.

Un errore tecnico che non venne rilevato durante i controlli incrociati tra i tecnici dei due enti, fino a quando il subentro di un nuovo tecnico comunale e la revisione delle carte portò alla scoperta dell’irregolarità. La questione venne così portata all’attenzione del sindaco Gattinoni, che ammise pubblicamente la problematica dopo una commissione d’emergenza dei capigruppo convocata la sera del 12 giugno 2024.“Nessuno ha guardato ad altro che alla pubblica utilità”, dichiarò all’epoca il primo cittadino, sottolineando come nel caso specifico non si riscontrasse il dolo tipico degli abusi edilizi, pur riconoscendo la presenza di tutti gli elementi dell’abuso.

A seguito di questa scoperta, il 19 giugno 2024 il dirigente comunale Alessandro Crippa emise l’ordinanza di demolizione per l’ufficio, definito privo di “legittimazione urbanistico-edilizia”. La struttura, costata circa 300mila euro alla società partecipata, era stata realizzata in un’area disciplinata dal Piano dei Servizi del Piano di Governo del Territorio come “zona S8.1 – parcheggi a raso”, non compatibile con la costruzione di edifici. Il 5 dicembre 2024, il Comune pubblicò un’ordinanza di rettifica che precisava i destinatari del provvedimento: la società Linee Lecco SpA, rappresentata dal presidente pro tempore del Consiglio di amministrazione e dal direttore generale pro tempore, e l’architetto Michele Spreafico in qualità di tecnico incaricato dalla società.

Le reazioni politiche

Nonostante la risoluzione formale del contenzioso, le polemiche politiche non si placano. Corrado Valsecchi, capogruppo consiliare di Appello per Lecco, ha espresso forti critiche sulla gestione della vicenda: “Oggi ho ricevuto come capogruppo consiliare dal Sindaco il dispositivo del Tar della Lombardia sulla vicenda della palazzina all’ex piccola velocità costata trecentomila euro a Linee Lecco. Il Tar ha disposto che, dopo l’accordo fatto tra Comune e Società del trasporto pubblico è improcedibile entrare nel merito della questione”, ha dichiarato Valsecchi, aggiungendo: “La società Linee Lecco ha avuto rassicurazioni che vedremo se saranno rispettate, nel frattempo nel suo bilancio ci sono trecentomila euro usati per costruire una palazzina che è stata requisita dal Comune per farci non si sa bene che cosa”.

Corrado Valsecchi Appello per Lecco

Il capogruppo ha inoltre sottolineato la questione delle spese legali: “Tra Linee Lecco e Comune si sono spesi oltre 65mila euro in spese legali. Su una vicenda per la quale hanno riso anche i sassi in città. ‘Spese compensate’, la gente deve sapere cosa vuol dire: hanno pagato tutto i contribuenti lecchesi sia la parte del Comune che quella di Linee Lecco ricorrendo, in questo assurdo contenzioso, con l’ausilio di avvocati milanesi di un certo livello”.

Valsecchi, in una nota dell’11 dicembre 2024, aveva già criticato l’approccio dell’amministrazione: “In più occasioni pubbliche ho detto che sarebbe bastata una delibera correttiva per risolvere questo pasticcio, invece hanno preferito reiterare delibere su delibere parziali, che di fatto smentivano l’operato dell’amministrazione Gattinoni, per arrivare a un compromesso che sembra essere coercitivo sopratutto per una parte in causa”.

Un contenzioso che ha aggravato i rapporti già tesi

La controversia sulla palazzina ha ulteriormente deteriorato i rapporti tra il Comune e la società partecipata, già ai ferri corti per la questione delle tariffe dei parcheggi cittadini. Come evidenziato da Corrado Valsecchi: “Non si è mai vista una proprietà fare la guerra alla propria azienda”. Nonostante la chiusura formale del contenzioso, restano aperte diverse questioni. In particolare, il destino della palazzina, che secondo l’accordo dovrebbe passare al Comune, e il risarcimento economico per Linee Lecco, che ha investito centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici per realizzare la struttura.

Come sottolineato da Valsecchi, “l’abuso presunto non è più abuso adesso che la proprietà è passata di mano”, ma rimane il problema del bilancio di Linee Lecco e delle responsabilità assunte dal nuovo CdA “sulla base di promesse verbali fatte da una Giunta in scadenza e al capolinea amministrativo”. La vicenda, definita “surreale” dall’opposizione, continuerà probabilmente ad alimentare il dibattito politico locale, in attesa che vengano chiariti tutti gli aspetti dell’accordo tra il Comune e la società partecipata.



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