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Sui conti correnti italiani giacciono al momento qualcosa come 1.363,6 miliardi di euro. Il dato 2024, appena registrato dalla Federazione dei bancari italiani (Fabi), certifica un aumento di venti miliardi rispetto al 2023. Una buona notizia? Solo in parte, in verità. Perché tra accantonare liquidità e investire i risparmi facendoli fruttare, c’è una bella differenza. E qui casca l’asino: noi italiani siamo molto bravi a mettere da parte i risparmi, non altrettanto abili a districarci nei labirinti della finanza e ad individuare le strategie migliori per accrescere i guadagni sulle somme investite.
Investire i risparmi in modo proficuo, qualcosa si muove
La speranza di un’inversione di rotta rispetto alla nostra rinomata ignoranza in educazione finanziaria arriva dai giovani. La scelta di investire i propri risparmi senza rischi, infatti, è diventata negli ultimi anni un’urgenza per tutti quei liberi professionisti o lavoratori autonomi sui trent’anni che si muovono solo da qualche anno sul mercato del lavoro ma che sono già nelle condizioni di disporre di un gruzzoletto e quindi di guardare al futuro. Il motivo? Semplice: la pensione che diventa un miraggio e poi tutte le altre incertezze sul futuro che, dal Covid in poi, hanno reso più fragile il nostro tempo.
Consapevoli di un sistema previdenziale italiano reso vulnerabile dallo squilibrio tra entrate e uscite, cioè tra contributi in calo e assegni pensionistici che, secondo l’Inps, hanno raggiunto ormai la cifra monstre di quasi 350 miliardi di euro nel 2023, quello di investire i propri risparmi in modo sicuro è diventato un imperativo categorico. Nessuna sorpresa: guadagnare e pianificare il domani, del resto, è un binomio inscindibile che fa parte del Dna di noi italiani: popolo di santi, poeti, navigatori e…risparmiatori.
Quanti risparmi si dovrebbero avere a 30 anni?
A trent’anni è assai probabile che un giovane abbia già avviato la propria attività professionale, che stia già lavorando sodo per costruirsi un ruolo all’interno del mercato. Quanti risparmi si dovrebbero avere a 30 anni? La risposta a questa domanda è: dipende. Accumulare grandi patrimoni è facile solo se il background familiare agiato e benestante te lo consente. Le famiglie italiane sono per natura votate al risparmio. Fare le formichine per tutta la vita a suon di sacrifici diventa una garanzia in più per chi verrà domani, un valore aggiunto per le generazioni che poi da quella ricchezza accumulata partiranno per costruirsi un futuro tutto loro.
Ma torniamo alla domanda e proviamo a dare una risposta. Al netto di quella che può essere la situazione finanziaria di partenza, un principio dettato dal semplice buon senso e condiviso anche da molti esperti di finanza ci suggerisce che un tasso di risparmio congruo è quello pari al 20-25% di quello che si guadagna. Secondo l’influencer Sallie L. Krawcheck, co-fondatrice e ceo della società di consulenza finanziaria Ellevest, a 30 anni compiuti sarebbe opportuno risparmiare addirittura la metà o il totale dello stipendio annuo.
Immobili, fondi pensione, Borsa: dove investono i giovani
I motivi che spingono i giovani a guardare con interesse alla possibilità di far fruttare il proprio gruzzoletto li abbiamo approfonditi. Il passaggio successivo è capire come investire oggi i risparmi. Gli italiani hanno da sempre un debole per il mattone. Investire nell’acquisto di immobili è un must anche per i giovani. Secondo un’indagine 2023 dell’Ufficio Studi Tecnocasa, i più attivi sul mercato immobiliare sono proprio gli acquirenti con un’età compresa tra 18 e 34 anni.
Poi ci sono i fondi pensione che potrebbero rappresentare uno dei migliori investimenti per i giovani proprio per ovviare al grave vulnus di una copertura, quella previdenziale per l’appunto, che si rivelerà in futuro insufficiente. E invece, a sorpresa, la previdenza complementare sembra avere ancora poco appeal tra i giovani, seppure essi siano consapevoli di non poter contare in vecchiaia su assegni pensionistici particolarmente generosi. A dirlo è la Commissione Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) secondo cui a dicembre 2024 gli iscritti alla previdenza complementare (che conta su 302 fondi, con 338 miliardi di euro di risorse) sono 9,6 milioni, in crescita del 3,7% nel 2023 sull’anno prima. Aumentano gli iscritti ma il 47,8% di questi ha un’età compresa tra 35 e 54 anni.
Qual è il modo migliore per investire i propri risparmi? Azioni, obbligazioni, criptovalute. Il futuro (e il presente) sono senza dubbio le valute digitali. A rivelarlo è l’Osservatorio Finanza Digitale di BG Saxo, joint venture tra Saxo Bank e Banca Generali che ha intervistato oltre 2.800 investitori del Nord Italia in merito alle proprie abitudini e motivazioni di investimento. Secondo il report, il 30,8% di chi investe attraverso le piattaforme online ha meno di 35 anni e l’8,6% è under 25. Oltre il 40% di chi investe sono donne.
Come iniziare a investire i propri risparmi
Come iniziare a investire i propri risparmi? Banca o broker? Si può cominciare a investire anche cifre ridotte. Secondo i broker si può guadagnare anche investendo 100 euro al mese. Ma un buon punto di partenza è sempre la scelta di una banca o di un consulente di fiducia che orienti le scelte del risparmiatore, a maggior ragione per i risparmiatori italiani che si trovano agli ultimi posti nelle classifiche europee sull’educazione finanziaria.
Anche su questo fronte qualcosa si muove. È sempre il rapporto di BG Saxo, a dirci come agli occhi dei giovani under 35 la ricerca di un broker competente che possa migliorare le loro capacità d’investimento sia fondamentale. Una consapevolezza forte, nuova, che dovrebbe aiutarci a far tramontare definitivamente l’immagine del risparmiatore italiano con scarse conoscenze in materia di finanza, incapace di far fruttare i risparmi e in grado solo di accantonare denaro su denaro sul conto corrente a fronte di irrisoria remunerazione. Dove depositare i soldi per farli fruttare è un’altra di quelle scelte cruciali per il risparmiatore che dovrà valutare attentamente le migliori condizioni, prendendo in esame costi e vantaggi.
Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “il problema è che la liquidità resta parcheggiata senza una reale valorizzazione economica: i tassi sui depositi sono ancora troppo bassi, mentre le banche, come dimostrano anche gli utili del 2024, beneficiano di margini enormi sulla raccolta e quindi sul credito, col margine d’interesse in costante aumento da tre anni”.
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