i partiti italiani si spaccano

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Il Parlamento europeo vota sulla risoluzione sulla difesa e sul riarmo, che comprende anche il sì al piano ReArm Europe, da 800 miliardi. partiti italiani di centrodestra e centrosinistra si dividono, con la maggioranza Meloni spaccata.

AGGIORNAMENTO: Il Parlamento europeo ha votato la risoluzione che fissa la linea sulla difesa e sul riarmo, compreso il piano di Ursula von der Leyen, ReArm Europe, che vale 800 miliardi, e che è stato proposto lo scorso 4 marzo. L’Eurocamera approva con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti al testo su Libro Bianco sul futuro della difesa europea. A breve arriveranno anche i dettagli del voto.

La maggioranza della presidente della Commissione sostiene il piano per aumentare gli investimenti nella Difesa in Europa, che dovrebbe prevedere la possibilità per i 27 di contrarre prestiti per 150 miliardi di euro a carico del bilancio della Ue, proprio per agevolare l’acquisto di armi. Anche se la presidente domenica ha detto di non escludere la possibilità di finanziare il piano con sussidi.

Il voto di oggi in realtà non è specificamente sul piano della von der Leyen, ma appunto su una risoluzione che definisce gli indirizzi in materia di difesa e riarmo. Nello specifico, il paragrafo 68, che “accoglie il piano in cinque punti ‘ReArm Europe’ proposto dalla presidente della Commissione europea”, ha ricevuto 480 voti a favore, 130 contrari e 67 astenuti. Bocciato invece l’emendamento dei Conservatori e riformisti, presentato da tre deputati di Fratelli d’Italia, che chiedeva il cambio del nome del piano in “Defend Europe”; l’emendamento ha ricevuto 97 voti a favore, 517 contrari e 56 astenuti.

Nella bozza di risoluzione di S&D, compresa nel testo di maggioranza scritto insieme a Ppe e Liberali, si legge appunto che il Parlamento europeo “accoglie con favore l’iniziativa ‘Rearm Eu’ della Commissione come un primo passo importante per un’azione rapida”.

Maggioranza di centrodestra italiana spaccata sul voto

I partiti italiani si sono già divisi. Alcuni avevano anticipato il voto contrario, come il Movimento 5 stelle e la Lega, in accordo con i propri gruppi europei, la Sinistra e i Patrioti. Per Matteo Salvini “È il paradosso europeo: non si poteva investire un euro in più per sanità e scuola, mentre ora si possono spendere 800 miliardi per la difesa comune? Se oggi avessimo un esercito europeo, Francia e Germania ci avrebbero già mandato in guerra”.

Ha votato contro anche la delegazione di Alleanza verdi sinistra, così come i Verdi. “Il nostro è un NO, nel merito e nel metodo, al piano di riarmo da 800 miliardi voluto dalla presidente von der Leyen e dalla Commissione europea”, scrivono in una nota i deputati della delegazione italiana al Parlamento europeo, Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi. “Sul merito diciamo NO perché la difesa comune non passa dai singoli Stati attraverso il rafforzamento degli eserciti nazionali. Al contrario, servirebbe un processo d’integrazione delle politiche di difesa che, razionalizzando le risorse, consentirebbe di ridurre la spesa militare già stanziata a livello nazionale. Sul metodo denunciamo che la Risoluzione “ReArm Europe”, attraverso il ricorso all’art. 122 del Trattato, nega il coinvolgimento del Parlamento europeo, impedendo così il legittimo confronto democratico e il voto dell’Assemblea. Tutto questo è inaccettabile”, concludono gli eurodeputati Verdi.

Parere favorevole da Forza Italia e Fratelli d’Italia, come il resto del Partito popolare europeo e del gruppo dei Conservatori e riformisti. “Noi siamo sempre stati a favore della difesa europea, era il grande sogno di De Gasperi e poi di Berlusconi e se adesso si concretizza questo sogno non può che essere un fatto positivo”, ha detto Tajani.

Fratelli d’Italia, in particolare, aveva presentato un emendamento per chiedere la modifica del nome da ‘ReArm Europe’ a ‘Defend Europe’, che è stato però bocciato. Secondo il vice presidente della Camera, Più sei forte più puoi costruire la pace: “Si chiama ‘deterrenza’, più sei indifeso e più sei preda di chi ha intenzioni ostili. Più sei forte più puoi costruire la pace. Lo dimostrano gli Usa in queste ore: possono far cessare le ostilità perché sono una potenza militare, altrimenti non se li filerebbe nessuno”.

Il Pd è diviso sul piano di riarmo europeo: nessun contrario

Diviso, invece, il Partito Democratico, a differenza della famiglia socialista europea che si è espressa a favore, seppur con alcune riserve. L’ala riformista del partito si mantiene sul sì alla risoluzione, mentre la parte del partito più vicino alla segretaria Elly Schlein si è astenuta.

Hanno votato a favore, Maran, Annunziata (che però si è sbagliata, e ha poi corretto il voto dal sì all’astensione), Bonaccini, Decaro, Gori, Gualmini, Lupo, Moretti, Picierno, Tinagli, Topo. Astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Rici, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, Zingaretti.

La segretaria del Pd aveva bollato la proposta di von der Leyen come un “piano che va nella direzione sbagliata”, quella del “riarmo nazionale dei 27 stati” anziché verso una “vera difesa europea”. Ma questo non è bastato a convincere chi tra i dem sostiene il piano. Nelle ore precedenti al voto nel Pd si è discusso su du opzioni: astensione o voto a favore. Il capo delegazione Nicola Zingaretti ha provato fino all’ultimo a lavorare affinché gli eurodeputati dem non votassero contro il testo. Secondo Paolo Gentiloni, ex commissario Ue, il piano è “un primo passo” che va “nella direzione giusta”.

Conte contro Ursula von der Leyen

Il leader del M5s Giuseppe Conte ieri ha protestato con una delegazione del Movimento a Strasburgo contro il piano di riarmo europeo, e ha avuto anche uno scambio dal vivo con la presidente della Commissione Ue. Per il leader M5s il piano dimostra solo una “furia bellicista” da contrastare “in ogni modo”. Come ha ricordato l’ex premier, è stata Meloni “a firmare i folli vincoli europei che ci costringono a stringere la cinghia su sanità, scuola e servizi (Patto di stabilità) ed è stata sempre Meloni a insistere per avere via libera per la spesa sfrenata in armi”.

“Tutto questo non era nel loro programma elettorale e non risulta che i cittadini li abbiano votati dandogli questo mandato”, ha attaccato.

“Oggi è una pagina nera per la democrazia europea. Il Parlamento aveva la grande opportunità di lanciare un messaggio forte e chiaro a Ursula Von der Leyen, che vuole esautorarlo dei suoi poteri usando l’articolo 122 del TFUE, e invece ha ammainato bandiera bianca approvando la risoluzione sul futuro della difesa europea che sostiene il ReamEU, un piano folle di 800 miliardi che aumenterà l’escalation militare e impoverirà ulteriormente la nostra Europa. Vergogna”, ha commentato in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.

Parlamento Ue accoglie risoluzione su Ucraina

L’Unione europea, per il Parlamento europeo, è ormai “il principale alleato strategico dell’Ucraina e deve continuare a sostenerne il suo diritto all’autodifesa”. In una risoluzione non vincolante, adottata con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astensioni, l’Eurocamera questa mattina ha accolto con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti dell’11 marzo, che include la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di informazioni, sostiene la proposta di un accordo su un cessate il fuoco di 30 giorni e si aspetta che la Russia lo accetti cessando tutti gli attacchi.

I deputati affermano che l’Ue e i suoi Stati membri sono ora i principali alleati strategici di Kiev e devono restare il suo maggiore donatore, in seguito all'”apparente cambio di posizione” degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, incluso “il fatto di aver incolpato apertamente l’Ucraina della guerra in corso”. Per sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina, l’Ue e i suoi Stati membri devono aumentare in modo significativo la necessaria assistenza al Paese.

Gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, pur avendo votato a favore della risoluzione sulla difesa Ue, che accoglie le conclusioni del Consiglio europeo sul riarmo, si sono astenuti sulla risoluzione sull’Ucraina, per sottolineare la presa di distanza con un testo che, a loro giudizio, non tiene conto delle novità delle scorse ore e finisce, ha spiegato da Nicola Procaccini in Aula, “per scatenare odio verso gli Usa invece di aiutare l’Ucraina”.





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