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Nel contesto educativo contemporaneo, caratterizzato da rapidi cambiamenti e da una crescente complessità sociale, il ruolo delle relazioni tra insegnanti e studenti assume un’importanza fondamentale. Durante il Seminario Internazionale dell’Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani (Adi) dal titolo “Scuola: l’audacia di volare alto”, svoltosi a Bologna il 21 e 22 febbraio 2025, il dibattito ha messo in evidenza il valore dell’audacia e della fiducia nel futuro e nella scuola.
L’instaurarsi di legami significativi influenza positivamente l’esperienza scolastica degli studenti e la loro proiezione nel mondo. Il rapporto tra alunni e insegnanti non deve limitarsi alla trasmissione di conoscenze, ma includere una gestione efficace della dimensione relazionale. Come evidenziato da Gianluca Argentin (L’influenza dell’interazione insegnante-studenti sui risultati. Che cosa dice la ricerca), è fondamentale che gli insegnanti non si occupino solo della didattica, ma siano in grado di costruire un legame autentico con i propri studenti, attraverso una relazione che tenga conto delle dinamiche tra pari, delle interazioni con figure esterne alla scuola e del rapporto con la classe, senza trascurare il singolo studente.
I giovani di oggi aspirano a essere padroni di sé stessi, protagonisti attivi della propria vita e costruttori della propria identità culturale. Tuttavia, parallelamente a questa esigenza di autonomia, riconoscono il valore di una guida e di un supporto nel loro percorso formativo. Come sottolineato da Kai Ming Cheng (Principi e finalità della relazione educativa), i ragazzi desiderano essere artefici del proprio futuro, ma ritengono altrettanto importante poter contare su un insegnante che non si limiti a spiegare nozioni, ma che si interessi alla loro crescita personale.
Dalle testimonianze dirette degli studenti emerge con chiarezza quanto il coinvolgimento emotivo e relazionale possa influenzare la motivazione scolastica: “gli interessava più di me che della materia e dei risultati”, “mi ha permesso di impegnarmi più di quello che avrei fatto, perché per lei lo facevo volentieri”. Queste affermazioni dimostrano come il sentirsi visti e riconosciuti possa diventare un motore per l’impegno e il successo formativo. Sentirsi significativi per gli altri è un bisogno fondamentale dell’essere umano e, quando viene soddisfatto, porta a un miglioramento del rendimento scolastico e dell’autostima.
Questo aspetto trova fondamento nel concetto di mattering, sviluppato negli anni ’80, che si riferisce proprio alla percezione di essere significativi per gli altri. Come evidenziato da Daniela Marzana (Il desiderio degli adolescenti di contare), numerosi studi dimostrano che promuovere questa consapevolezza negli studenti migliora il loro rendimento e aiuta a costruire un ambiente scolastico più inclusivo e stimolante.
L’attenzione alla relazione educativa, tuttavia, non deve esaurirsi all’interno della classe, ma deve tradursi in un cambiamento più ampio, capace di trasformare l’intero sistema educativo. Un esempio emblematico di questa prospettiva è rappresentato dall’esperienza di Maggie MacDonnell, (Dal nord del Canada: la mia esperienza con gli Inuit). Lavorando in contesti di forte disagio, ha ricostruito un patto educativo basato sull’ascolto e sull’osservazione dei reali bisogni degli studenti, creando spazi sicuri e accoglienti, aperti alla comunità, riuscendo in questo modo a restituire ai ragazzi fiducia in sé stessi e nel proprio futuro.
Da questa riflessione emerge anche la stretta connessione tra educazione e mercato del lavoro. Le aspettative economiche e le richieste del mondo professionale tendono spesso a orientare le aspirazioni dei giovani, condizionandone le scelte e riducendo la libertà di esplorare le proprie inclinazioni. Come sottolineato dalle ricerche di Chambers (Portare il mondo del lavoro dentro la scuola per “ispirare il futuro”), esiste un disallineamento tra i sogni degli studenti e le opportunità professionali percepite come realistiche. “Non si può diventare ciò che non puoi vedere”, afferma Chambers, evidenziando quanto sia fondamentale offrire ai giovani modelli di riferimento diversificati, che non si limitino a rispondere alle esigenze del mercato, ma valorizzino anche le inclinazioni individuali, aprendo la strada a percorsi innovativi e a un cambiamento sociale significativo.
Le riflessioni emerse durante il seminario ADI ribadiscono il ruolo centrale della relazione tra insegnanti e studenti nel determinare il successo formativo e personale. La scuola non è soltanto un luogo di trasmissione del sapere, ma uno spazio in cui gli studenti costruiscono la propria identità, rafforzano la fiducia in sé stessi e sviluppano le competenze necessarie per affrontare futuro sempre più incerto, che richiede una costante pianificazione e progettazione delle prospettive, delle aspirazioni e dei percorsi di sviluppo.
Un ambiente educativo basato sull’ascolto, sul sostegno e su relazioni autentiche favorisce il coraggio e la fiducia nelle proprie capacità. Sentirsi riconosciuti e valorizzati accresce la motivazione degli studenti, spingendoli a investire su sé stessi e sul proprio domani.
Maria Elena Tassinari, PhD, assegnista di ricerca in pedagogia sperimentale – Arianna Antoni, insegnante e dottoranda di ricerca in pedagogia sperimentale – Università di Bologna.
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