L’eterna caduta del governo portoghese

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L’unica buona notizia è che la la campagna elettorale non potrebbe iniziare in un momento peggiore per l’estrema destra di Chega, penalizzato per aver contribuito al ritorno alle urne e per accuse di corruzione e pedofilia che hanno colpito alcuni suoi esponenti

Roberta Cavaglià

Roberta Cavaglià cura la newsletter Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, dedicata a Spagna, Portogallo e dintorni. Iscrivetevi! Con Stefania Prandi e Francesca Candioli ha pubblicato nei mesi scorsi su Irpimedia una importante inchiesta sulle molestie nelle scuole di giornalismo. Da quella esperienza è nato un crowdfunding per sostenere la loro prossima inchiesta sulle molestie sessuali e discriminazioni di genere nelle redazioni italiane. Questo il link per contribuire: https://sostieni.link/37424

Negli ultimi tre anni, la popolazione portoghese ha vissuto per almeno tre volte la stessa sequenza di eventi, una specie di eterno giorno della marmotta politico.

Il governo va in crisi e cade. Si convocano elezioni anticipate. A tornare a guidare il Paese sono sempre gli stessi partiti: il centrodestra o il centrosinistra, con piccole variazioni sul tema.

Nel 2022, il problema era stato il disaccordo sulle legge di bilancio tra i membri della coalizione di sinistra al governo (soprannominata la geringonça, un’anomalia nel rigido bipartitismo post-Rivoluzione dei Garofani).

Nel 2023, un presunto caso di corruzione legato alla produzione di idrogeno verde e all’estrazione di litio aveva travolto il primo ministro socialista António Costa, portandolo alle dimissioni (oggi è il presidente del Consiglio europeo, anche se le indagini continuano).

Adesso è stata colpa di una mossa un po’ azzardata dell’ormai ex primo ministro di centrodestra Luís Montenegro, che ha preferito chiedere la fiducia al governo invece che fare chiarezza sui suoi beni e sulla sua azienda, Spinumviva.

E che si è rivelata una mossa un po’ troppo azzardata.

Undici mesi e nove giorni

Undici mesi e nove giorni: ecco quanto è durato l’ultimo governo in Portogallo, caduto ieri dopo che il parlamento ha tolto la fiducia all’esecutivo di centrodestra di Montenegro.

Un governo debole fin dall’inizio, che contava solo 80 seggi in parlamento su 230 e l’appoggio esterno dei socialisti, nato dal tentativo disperato del centrodestra di tornare a guidare il Paese dopo otto anni all’opposizione.

Ma soprattutto, dal tentativo disperato di arginare l’ascesa del partito di estrema destra Chega che pure un anno fa ha ottenuto più di un milione di voti, è diventato la terza forza politica del Portogallo e ha quadruplicato i suoi deputati (da 12 a 48).

Sia Chega che il principale avversario di Montenegro, il Partito socialista, avevano annunciato giorni fa il loro voto contrario, rendendo quasi inevitabile la fine del governo, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Ma le sorprese non ci sono state.

Il caso Spinumviva

Il caso Spinumviva è esploso a metà febbraio, quando il parlamento ha discusso e poi approvato una riforma sulla legge del consumo del suolo, promossa dal governo per incentivare l’edilizia sociale a prezzi accessibili.

Pochi giorni dopo, un articolo del giornale Correio da Manhã ha svelato dettagli sugli interessi immobiliari di alcuni membri del governo, incluso Montenegro.

La sua famiglia aveva acquistato in contanti due appartamenti a Lisbona tra il 2023 e il 2024, per un totale di 715 mila euro, parte dei quali provenienti da conti non dichiarati.

Le polemiche sono aumentate con un’inchiesta del giornale Expresso, che ha rivelato come Spinumviva fornisse servizi di compliance e protezione dei dati a Solverde, una catena di hotel e casinò, per 4.500 euro al mese.

Montenegro aveva lavorato per Solverde come avvocato fino al 2022 e, tra le altre cose, aveva curato le trattative con lo Stato per il rinnovo delle concessioni sui casinò dell’azienda.

Dopo essere stato eletto leader del Partido Social Demócrata (PSD) nel 2022, aveva formalmente ceduto Spinumviva alla moglie, ma la comunione dei beni rende l’atto nullo.

E non finisce qui. Oltre al possibile conflitto di interessi e agli acquisti immobiliari sospetti, Spinumviva è finita nel mirino dell’Ordine degli avvocati: esercizio abusivo della professione.

La moglie di Montenegro, infatti, non è un’avvocata e l’azienda conta solo due professionisti legali. Inoltre, fino all’aprile del 2024, la legge portoghese vietava a società commerciali come Spinumviva di fornire servizi di compliance e protezione dati, che potevano essere offerti solo dagli studi legali.

In breve: l’Ordine degli avvocati ha avviato un’indagine che durerà circa quattro mesi e che, in caso confermasse le accuse, passerebbe nelle mani della Procura.

I socialisti hanno già annunciato che vogliono avviare un’inchiesta parlamentare sul presunto conflitto di interessi tra Montenegro e Spinumviva, a prescindere dall’esito delle prossime elezioni.

L’Entità per la Trasparenza portoghese ha ammesso che la dichiarazione patrimoniale e dei redditi di Montenegro è ancora in fase di verifica, come d’altronde circa il 25 per cento di quelle degli ormai ex deputati.

Nelle ultime settimane, le opposizioni avevano già tentato due volte di far cadere il governo con mozioni di sfiducia, entrambe fallite. La prima era stata promossa da Chega, la seconda dal Partito comunista.

Ed è stato proprio durante la discussione della seconda che Montenegro ha preso in mano la situazione e annunciato un voto di fiducia che si è tenuto l’altro giorno in parlamento.

L’anno scorso, infatti, “Montenegro ha avuto una vittoria risicata in termini di voti e quello che sta cercando di fare è estendere questa vittoria in una nuova legislatura”, ha spiegato il politologo José Filipe Pinto, secondo cui il leader del PSD si sarebbe “reso conto che se avesse continuato a nascondersi sarebbe andato incontro a mesi di agonia politica che avrebbero permesso all’opposizione, soprattutto a Chega e al Partito socialista, di cavalcare l’onda del sospetto”.

Nonostante tutto, l’ormai ex primo ministro ha già dichiarato che resterà alla guida del suo partito, anche se la Procura dovesse aprire un’indagine nei suoi confronti.

Secondo un sondaggio di CNN Portugal, il 70 per cento dei portoghesi avrebbe preferito evitare nuove elezioni.

Eppure, un’alternativa ci sarebbe: il presidente della Repubblica Rebelo de Sousa potrebbe nominare un nuovo primo ministro e chiedergli di formare un nuovo governo. Ma non è nel suo stile (non l’ha fatto con Costa né nel 2022, né nel 2023), anzi: ha già annunciato che le prossime elezioni anticipate, le terze in tre anni, si terranno probabilmente tra l’11 e il 18 maggio.

E non saranno le uniche: quest’anno ci saranno le municipali tra settembre ed ottobre e le presidenziali si terranno a inizio 2026. Un voto dietro l’altro.

L’unica, vera, buona notizia? La nuova campagna elettorale non potrebbe iniziare in un momento peggiore per Chega, penalizzato per aver proposto la prima mozione di sfiducia – e quindi aver contribuito al ritorno alle urne – e dalle accuse di corruzione e pedofilia che hanno colpito alcuni suoi esponenti negli ultimi mesi.

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