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La Commissione europea ha lanciato una serie di contromisure per «proteggere» aziende, lavoratori e consumatori europei dall’impatto delle «ingiustificate restrizioni commerciali» decise dagli Stati Uniti d’America, che da oggi hanno imposto dazi fino al 25 per cento sulle importazioni di acciaio, alluminio e di alcuni prodotti contenenti acciaio e alluminio dall’Unione europea e da altri partner commerciali. Bruxelles «si rammarica profondamente» delle misure decise dal presidente Donald Trump, ha scritto in una nota la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
La risposta europea, che interesserà beni dal valore di 26 miliardi di dollari, prevede che vengano reintrodotte le misure di controbilanciamento sospese. Dall’1 aprile 2025, le misure di riequilibrio del 2018 e del 2020 saranno automaticamente ripristinate, una volta scaduto lo stop il 31 marzo. Per la prima volta, però, queste misure saranno attuate integralmente, applicando dazi su prodotti iconici degli Stati Uniti, che vanno dalle barche al bourbon, fino alle moto americane, come le Harley Davidson.
Le misure aggiuntive entreranno in vigore entro metà aprile e riguardano prodotti in acciaio e alluminio, tessuti, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno. Oltre a prodotti agricoli come pollame, manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.
«Da questa mattina gli Stati Uniti applicano dazi del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio», ha scritto nella nota la presidente della Commissione europea. «Ci rammarichiamo profondamente di questa misura. I dazi sono tasse. Sono dannose per le aziende e ancora peggio per i consumatori. Queste tariffe interrompono le catene di approvvigionamento. Portano incertezza per l’economia. I posti di lavoro sono in gioco. I prezzi saliranno. In Europa e negli Stati Uniti. L’Ue deve agire per proteggere i consumatori e le aziende. Le contromisure che adottiamo oggi sono forti ma proporzionate».
La risposta dei 27 Paesi membri dell’Ue vuole inviare un messaggio inequivocabile che l’Europa è seria nel difendere i propri interessi economici qualora Trump lanciasse una guerra commerciale su vasta scala.
Il presidente americano, irritato dal persistente deficit commerciale degli Stati Uniti in termini di merci, vede i dazi come un modo per costringere le aziende a riportare investimenti industriali e posti di lavoro negli Stati Uniti. I dazi statunitensi su acciaio e alluminio colpirebbero più duramente Canada e Messico, ma l’Ue, in quanto terzo fornitore di acciaio all’America, non sopravvivrebbe indenne. Bruxelles teme tra l’altro che ulteriori dazi minacciati da Trump, se implementati, colpirebbero anche le esportazioni di automobili, prodotti farmaceutici e alimentari.
Von der Leyen spiega che le contromisure saranno introdotte in due fasi: «A partire dal 1 aprile e pienamente operative a partire dal 13 aprile. Nel frattempo, rimarremo sempre aperti alle trattative. Crediamo fermamente che in un mondo pieno di incertezze geopolitiche ed economiche non sia nel nostro interesse comune gravare le nostre economie con i dazi. Siamo pronti a impegnarci in un dialogo significativo. Ho incaricato il commissario per il commercio Maros Sefcovic di riprendere i colloqui per esplorare soluzioni migliori con gli Stati Uniti».
Ieri Trump aveva annunciato su Truth dazi del 50 per cento su tutto l’acciaio e l’alluminio provenienti dal Canada, in risposta alla mossa dello Stato canadese dell’Ontario che aveva imposto tariffe del 25 per cento sull’elettricità verso gli Stati Uniti, mossa che era a sua volta la risposta ai dazi imposti da Trump. Il premier dell’Ontario Doug Ford ha annunciato poi che avrebbe sospeso la sovrattassa del 25 per cento sull’esportazione di elettricità. E gli Stati Uniti hanno annunciato che dalla mezzanotte del 12 marzo sarebbero entrati in vigore dazi del 25 per cento su acciaio e alluminio dal Canada e da altri Paesi partner commerciali. I funzionari dell’amministrazione Trump hanno descritto la mossa come una risposta ai Paesi stranieri che, secondo loro, sono responsabili dell’«aumento delle esportazioni» di metalli verso l’America, mettendo in difficoltà i produttori nazionali.
I dazi sui metalli finiscono però per essere applicati anche ai prodotti contenenti acciaio e alluminio, come le racchette da tennis, le cyclette, i mobili e gli impianti di aria condizionata. Secondo i calcoli di St Gallen Endowment for Prosperity Through Trade, l’elenco completo dei prodotti in acciaio e alluminio soggetti ai dazi rappresentava 151 miliardi di dollari di beni importati nel 2024.
Chi vende acciaio agli Stati Uniti
(da Politico)
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