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Le Società Benefit continuano a crescere, confermandosi come un modello imprenditoriale capace di coniugare performance economiche e impatto sociale. A dirlo sono i nuovi risultati della Ricerca nazionale sulle Società Benefit 2025, condotta da Nativa e Intesa Sanpaolo in collaborazione con InfoCamere, Università di Padova, Camera di Commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit. Le aziende con finalità di beneficio comune raggiungono quota 4.593 a fine 2024, facendo segnare dunque un aumento del 27%, con oltre 217mila addetti e una produzione annua di circa 62 miliardi di euro. I board delle Società Benefit adottano anche una governance più inclusiva in termini di presenza di donne e di under 40.
La Parte 1 dello studio analizza l’evoluzione economico-patrimoniale delle Società Benefit confrontandone l’andamento con un insieme di aziende tradizionali appartenenti agli stessi settori e classi dimensionali. Include un’analisi strutturale descrittiva del fenomeno, presentando i dati aggiornati a dicembre 2024 e approfondendo la distribuzione regionale delle Società Benefit e la composizione dei board in termini di genere ed età.
La Parte 2, invece, esamina per la prima volta gli statuti di tutte le Società Benefit italiane, individuando le finalità specifiche di beneficio comune, categorizzandole secondo uno standard internazionale e verificandone la materialità. Misura quindi contenuto, estensione e rilevanza degli impegni assunti nei confronti delle persone, delle comunità e dell’ambiente.
Performance economica e governance: il modello vincente
Le Società Benefit registrano una crescita del fatturato del 26% tra il 2021 e il 2023, rispetto al +15,4% delle non-benefit.
Anche la redistribuzione del valore è più marcata: il costo del lavoro è aumentato del 25,9%, quasi il doppio rispetto alle aziende tradizionali (+12,5%). Dato che evidenzia una maggiore attenzione al benessere di lavoratori e lavoratrici e alla sostenibilità dell’impresa nel lungo periodo.
Come anticipato, un aspetto distintivo delle Società Benefit è la governance: il 62% delle grandi aziende Benefit ha almeno una donna nel CdA, contro il 48% delle non-benefit. Le imprese guidate da board con almeno un membro under 40 hanno inoltre registrato una crescita del fatturato del 30,6% (vs 23,5% delle aziende con board over 65) e maggiore propensione all’assunzione (+20% vs +11%).
Oltre ai numeri, la ricerca sottolinea come le Società Benefit siano caratterizzate da un approccio strategico orientato all’innovazione, alla internazionalizzazione e alla sostenibilità. Investono in energie rinnovabili, certificazioni ambientali e processi di business più sostenibili, dimostrando come sia possibile coniugare crescita economica e impatto positivo sulla collettività.
“Generare valore per le persone e i territori è parte del Dna dell’imprenditoria italiana da sempre. Il modello di governance delle Società Benefit esiste proprio per favorire questa vocazione e permettere alle aziende di ampliare il proprio campo da gioco, impegnandosi a generare sia impatto positivo che profitto”, ha commenta Paolo Di Cesare, Co-Founder di Nativa, aggiungendo che “oggi l’Italia, con la diffusione del modello Benefit, si sta dimostrando un vero e proprio laboratorio globale di questa nuova cultura di impresa”.
Più al Nord
Il fenomeno delle Società Benefit è particolarmente rilevante nel Settentrione, con la Lombardia in testa (1.500 aziende). Seguono Lazio (509), Veneto (470) ed Emilia-Romagna (402). Tra le province, Milano è la città con la maggiore incidenza di Società Benefit (3,95% su totale delle imprese), seguita da Trieste (3,3%) e Trento (3,2%).
Beneficio comune e impatto sociale
Il 45% delle aziende si concentra su obiettivi di impatto sociale, come il benessere dei dipendenti e lo sviluppo delle comunità locali; il 35% ha come focus la sostenibilità ambientale, mentre il 20% indirizza il proprio impegno sulla governance etica e trasparente, migliorando i processi decisionali e la gestione degli stakeholder. I dati confermano che le Società Benefit traducono in strategie concrete gi intenti dichiarati, con un impatto misurabile sulla collettività.
di Monica Sozzi
Copertina: Unsplash
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