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“Trasformare lo scarto in risorsa. Se riusciremo in questa impresa di convincere i pugliesi a diminuire lo spreco alimentare avremo colto nel segno”. A dirlo è la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano.
Comunicare l’obiettivo che in cucina ed in famiglia meno si si butta e meglio è rappresenta lo scopo finale di una campagna di comunicazione che non potrà che giovare al nostro territorio.
Un patto per fare in modo che tutti gli alimenti non consumati e non cucinati possano essere riutilizzati in casa e/o donati a chi ne ha veramente bisogno.
Nella seconda ipotesi si pensi ad alcolisti, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali, detenuti ai domiciliari. Spesso per questa categorie di persone il bisogno di cibo è l’ultimo dei pensieri presi come sono dalle loro dipendenze, malattie, avversità.
Ed allora come sarebbe bello poter dare loro dei pacchi alimentari con l’aiuto di associazioni del territorio. Questo già accade, per carità, eppure un coinvolgimento non solo pratico, ma soprattutto etico potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza di essere fortunati ad avere del cibo per sfamarsi e che buttarlo è proprio l’ultima cosa da pensare e da fare.
E se proprio abbiamo sbagliato a fare la spesa, una maggiore sensibilizzazione al “dono” potrebbe porre rimedio ad uno sguardo poco attento e superficiale tra gli scaffali dei supermercato.
Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia
“Trasformare lo scarto in risorsa” è questa la scommessa della Regione Puglia per Valentina Romano
“Trasformare lo scarto in risorsa. Se riusciremo in questa impresa di convincere i pugliesi a diminuire lo spreco alimentare avremo colto nel segno”. A dirlo è la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano.
Comunicare l’obiettivo che in cucina ed in famiglia meno si si butta e meglio è rappresenta lo scopo finale di una campagna di comunicazione che non potrà che giovare al nostro territorio.
Un patto per fare in modo che tutti gli alimenti non consumati e non cucinati possano essere riutilizzati in casa e/o donati a chi ne ha veramente bisogno.
Nella seconda ipotesi si pensi ad alcolisti, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali, detenuti ai domiciliari. Spesso per questa categorie di persone il bisogno di cibo è l’ultimo dei pensieri presi come sono dalle loro dipendenze, malattie, avversità.
Ed allora come sarebbe bello poter dare loro dei pacchi alimentari con l’aiuto di associazioni del territorio. Questo già accade, per carità, eppure un coinvolgimento non solo pratico, ma soprattutto etico potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza di essere fortunati ad avere del cibo per sfamarsi e che buttarlo è proprio l’ultima cosa da pensare e da fare.
E se proprio abbiamo sbagliato a fare la spesa, una maggiore sensibilizzazione al “dono” potrebbe porre rimedio ad uno sguardo poco attento e superficiale tra gli scaffali dei supermercato.
“Trasformare lo scarto in risorsa. Se riusciremo in questa impresa di convincere i pugliesi a diminuire lo spreco alimentare avremo colto nel segno”. A dirlo è la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano.
Comunicare l’obiettivo che in cucina ed in famiglia meno si si butta e meglio è rappresenta lo scopo finale di una campagna di comunicazione che non potrà che giovare al nostro territorio.
Un patto per fare in modo che tutti gli alimenti non consumati e non cucinati possano essere riutilizzati in casa e/o donati a chi ne ha veramente bisogno.
Nella seconda ipotesi si pensi ad alcolisti, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali, detenuti ai domiciliari. Spesso per questa categorie di persone il bisogno di cibo è l’ultimo dei pensieri presi come sono dalle loro dipendenze, malattie, avversità.
Ed allora come sarebbe bello poter dare loro dei pacchi alimentari con l’aiuto di associazioni del territorio. Questo già accade, per carità, eppure un coinvolgimento non solo pratico, ma soprattutto etico potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza di essere fortunati ad avere del cibo per sfamarsi e che buttarlo è proprio l’ultima cosa da pensare e da fare.
E se proprio abbiamo sbagliato a fare la spesa, una maggiore sensibilizzazione al “dono” potrebbe porre rimedio ad uno sguardo poco attento e superficiale tra gli scaffali dei supermercato.
“Trasformare lo scarto in risorsa. Se riusciremo in questa impresa di convincere i pugliesi a diminuire lo spreco alimentare avremo colto nel segno”. A dirlo è la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano.
Comunicare l’obiettivo che in cucina ed in famiglia meno si si butta e meglio è rappresenta lo scopo finale di una campagna di comunicazione che non potrà che giovare al nostro territorio.
Un patto per fare in modo che tutti gli alimenti non consumati e non cucinati possano essere riutilizzati in casa e/o donati a chi ne ha veramente bisogno.
Nella seconda ipotesi si pensi ad alcolisti, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali, detenuti ai domiciliari. Spesso per questa categorie di persone il bisogno di cibo è l’ultimo dei pensieri presi come sono dalle loro dipendenze, malattie, avversità.
Ed allora come sarebbe bello poter dare loro dei pacchi alimentari con l’aiuto di associazioni del territorio. Questo già accade, per carità, eppure un coinvolgimento non solo pratico, ma soprattutto etico potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza di essere fortunati ad avere del cibo per sfamarsi e che buttarlo è proprio l’ultima cosa da pensare e da fare.
E se proprio abbiamo sbagliato a fare la spesa, una maggiore sensibilizzazione al “dono” potrebbe porre rimedio ad uno sguardo poco attento e superficiale tra gli scaffali dei supermercato.
“Trasformare lo scarto in risorsa. Se riusciremo in questa impresa di convincere i pugliesi a diminuire lo spreco alimentare avremo colto nel segno”. A dirlo è la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano.
Comunicare l’obiettivo che in cucina ed in famiglia meno si si butta e meglio è rappresenta lo scopo finale di una campagna di comunicazione che non potrà che giovare al nostro territorio.
Un patto per fare in modo che tutti gli alimenti non consumati e non cucinati possano essere riutilizzati in casa e/o donati a chi ne ha veramente bisogno.
Nella seconda ipotesi si pensi ad alcolisti, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali, detenuti ai domiciliari. Spesso per questa categorie di persone il bisogno di cibo è l’ultimo dei pensieri presi come sono dalle loro dipendenze, malattie, avversità.
Ed allora come sarebbe bello poter dare loro dei pacchi alimentari con l’aiuto di associazioni del territorio. Questo già accade, per carità, eppure un coinvolgimento non solo pratico, ma soprattutto etico potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza di essere fortunati ad avere del cibo per sfamarsi e che buttarlo è proprio l’ultima cosa da pensare e da fare.
E se proprio abbiamo sbagliato a fare la spesa, una maggiore sensibilizzazione al “dono” potrebbe porre rimedio ad uno sguardo poco attento e superficiale tra gli scaffali dei supermercato.
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