Banche, Unimpresa: “Prestiti alle imprese in calo a gennaio, tassi al 4,89%”

DiAdessonews

Mar 13, 2025 ##debito pubblico, ##strumenti finanziari, #accessibilità finanziaria, #accesso al credito, #alle, #allentamento tassi interesse, #ambiente di investimento, #ambiente economico, #ambiente imprenditoriale, #analisi bancaria, #analisi del debito, #analisi del rischio, #analisi del settore bancario, #analisi di mercato, #analisi economica, #analisi finanziaria, #andamento del mercato, #Banca centrale europea, #banche, #banche e imprese, #banche italiane, #calo, #calo prestiti gennaio, #cambiamenti economici, #condizioni di prestito, #consulenza economica, #contrazione prestiti, #costo del credito, #crediti non finanziari, #credito al consumo, #credito bancario, #crescita-economica, #crisi economica Germania, #crisi finanziaria, #debito aziendale, #decisioni di finanziamento, #dinamiche del mercato, #dinamiche di prestito, #dinamiche finanziarie, #domanda di mutui, #economia globale, #Economia italiana, #Effetti dell'inflazione, #effetti economici, #facilitazione credito imprese, #fase di costi elevati, #fattori economici, #finanziamenti europei, #finanziamento del debito, #finanziamento PMI, #garanzie prestiti, #gennaio, #gestione del rischio, #gestione finanziaria, #giuseppe spadafora, #impatti di politica monetaria, #impatti economici, #impatto dei prestiti, #impatto dei tassi di interesse, #impatto della crisi, #Impatto finanziario, #imprese, #incertezza economica, #inflazione, #inflazione e prestiti, #investimenti aziendali, #investimenti sicuri, #liquidità del mercato, #liquidità sistema finanziario, #mercato del credito, #mercato immobiliare, #mercato obbligazionario, #motore produttivo, #ostacoli finanziari PMI, #Pmi italiane, #politica fiscale, #politica-monetaria, #politiche di prestito, #politiche di sostegno, #politiche economiche, #politiche monetarie, #politiche restrittive BCE, #prestiti, #prestiti alle famiglie, #prestiti alle imprese, #prestiti aziendali, #Prestiti garantiti, #prestiti governativi, #prospettive di crescita, #Prospettive finanziarie, #prudenza bancaria, #raccolta obbligazionaria, #regolamentazione finanziaria, #regolamenti bancari, #regolamenti finanziari, #regolazione del credito, #relazioni bancarie, #resilienza del mercato, #resilienza economica, #riforme economiche, #ripresa-economica, #rischio di credito, #Rischio finanziario, #ristrutturazione del debito, #Servizi bancari, #Servizi finanziari, #settore bancario, #settore finanziario, #settore produttivo, #sfide finanziarie, #sfide per le imprese, #sicurezza finanziaria, #Soluzioni finanziarie, #solvibilità imprese, #sostegno imprenditoria italiana, #sostenibilità debito, #sostenibilità finanziaria, #strategia economica, #strategie bancarie, #strategie di crescita, #strategie di investimento, #strategie finanziarie, #strategie per PMI, #strumenti di debito, #svalutazione immobili, #sviluppo imprenditoriale, #tassi, #tassi di interesse BCE, #tassi interesse 4.89%, #tasso di default, #tasso di interesse fisso, #tasso di prestito, #tasso medio bancario, #tendenze del credito, #trend economici, #UNIMPRESA, #valore immobili, #vicepresidente Unimpresa
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La riduzione dei prestiti alle imprese registrata a gennaio riflette un quadro economico complesso influenzato da diversi fattori concomitanti. Tra questi, uno dei principali elementi critici è rappresentato dall’alto livello dei tassi d’interesse, che in media si attestano al 4,89%.

Banche, Unimpresa: “Prestiti alle imprese in calo a gennaio, tassi al 4,89%”

Un costo del credito così elevato costituisce un ostacolo significativo per molte aziende, soprattutto piccole e medie, nel pianificare e realizzare investimenti strategici e operazioni di sviluppo. L’incremento del costo del denaro, determinato in larga misura dalle scelte restrittive di politica monetaria adottate dalla Banca centrale europea per contrastare l’inflazione, ha reso più oneroso l’accesso al credito bancario. Le imprese, pertanto, risultano maggiormente prudenti e selettive nell’assumere nuovi impegni finanziari, preferendo spesso rimandare progetti d’investimento o ridimensionarli significativamente. È quanto evidenzia il Centro studi di Unimpresa.

«La crisi economica in Germania e la conseguente prudenza delle banche stanno influenzando negativamente il credito alle imprese italiane. Nel 2024 si è registrata una contrazione dei prestiti alle aziende italiane di circa 19 miliardi di euro, nonostante la Bce abbia ridotto i tassi di interesse. Oltre il 50% degli immobili utilizzati come garanzia per i prestiti bancari ha subito una svalutazione tra il 2019 e il 2023. Questo deprezzamento potrebbe compromettere la capacità delle imprese di accedere a nuovi finanziamenti, poiché un rapporto più elevato tra prestiti e valore delle garanzie riduce la possibilità di ottenere ulteriori crediti.

La situazione richiede un’attenta valutazione delle politiche economiche e monetarie per sostenere adeguatamente il settore imprenditoriale italiano. Ma richiede altresì un atteggiamento diverso da parte delle banche. In prospettiva, per invertire questa tendenza negativa e sostenere la ripresa economica, sarà essenziale un allentamento graduale dei tassi d’interesse da parte della Bce e l’introduzione di politiche che facilitino concretamente l’accesso al credito da parte delle imprese, in modo particolare quelle di dimensione ridotta, vero motore produttivo del Paese» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, il tasso medio applicato dalle banche alle imprese risulta pari al 4,89%, un livello che rappresenta un ostacolo significativo soprattutto per le piccole e medie imprese che operano con margini già ristretti. In questo contesto, le società non finanziarie hanno visto contrarsi ulteriormente il credito (-1,9%), dato che testimonia la crescente difficoltà a sostenere l’indebitamento in una fase di costi elevati e incertezza sulle prospettive economiche. Diversa è invece la situazione delle famiglie, che mostrano una dinamica positiva con una crescita dello 0,4% dei prestiti, sostenuta principalmente dall’incremento della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni e dal credito al consumo, settori che continuano a mostrare segnali di resilienza.

Tale andamento differenziato riflette dunque una situazione a due velocità nel mercato del credito, con le famiglie che riescono, almeno per ora, a sostenere costi più elevati rispetto alle imprese. A completare il quadro, l’aumento dei depositi del settore privato (+2,2%) e il forte incremento della raccolta obbligazionaria (+5,9%) evidenziano comunque una certa liquidità disponibile nel sistema, seppur indirizzata verso strumenti finanziari meno rischiosi o investimenti più sicuri rispetto ai prestiti diretti al settore produttivo.

 

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