Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Campi Flegrei, quel bradisismo che terrorizza

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito




La gente in strada dopo le ultime scosse – Fotogramma

Prima un forte boato, poi la scossa di terremoto, la più forte da almeno 40 anni a questa parte, della stessa magnitudo ma più lunga rispetto a quella registrata il 20 maggio del 2024. Hanno tremato i residenti dell’area dei Campi Flegrei e soprattutto stavolta i quartieri della zona occidentale di Napoli: all’1.25 di questa notte, giovedì 13 marzo, c’è stato un evento bradisismico di magnitudo 4.4 con epicentro sul lungomare di Pozzuoli. Nessun ferito grave, è per fortuna il bilancio dopo ore di verifiche e controlli, ma incredulità e paura, nonostante gli sciami sismici degli ultimi giorni e i timori per l’innalzamento anomalo della crosta terrestre dell’area dei Campi Flegrei delle ultime settimane, già certificati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (3 centimetri negli ultimi sette giorni, in precedenza si procedeva a +1,5 centimetri al mese).

Ma la domanda che tutti si stanno potendo in questo momento è però un’altra: siamo vicini ad una eruzione? La risposta non è scontata, troppi i parametri in gioco, tuttavia gli esperti sembrano al momento escluderla, anche se questa ennesima fase acuta di bradisismo induce a pensare ad un preludio di un qualche tipo di evento geologico. I Campi Flegrei sono una vasta area di natura vulcanica della città metropolitana di Napoli, attiva da più di 120.000 anni, e sono considerati, per estensione e per la potenza delle eruzioni passate, un supervulcano o un lago vulcanico. Tra i più studiati al mondo, l’area intorno a Pozzuoli Campi Flegrei, ha una storia eruttiva ben documentata solo negli ultimi 40mila anni, ma una nuova studio, per esempio, ha rivelato che, 109mila anni fa, si verificò un’eruzione di magnitudo simile all”Ignimbrite Campana’, la più devastante e grande eruzione dell’area mediterranea. A ricostruire questa eruzione, è stato un team italiano di ricercatori e ricercatrici dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), della Sapienza Università di Roma, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), e dell’Università Aldo Moro di Bari. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Communications Earth and Environment” di “Nature”.

L’area dei Campi Flegrei è una grande caldara in stato di quiescenza, con un diametro di quasi 18 chilometri, i cui limiti geografici sono dati dalla collina di Posillipo, da quella dei Camaldoli, dai monti Cuma e Procida. Gran parte della caldara si trova però in mare. Questa conformazione vulcanica si è generata a seguito di violente eruzioni (nelle due tipologie chiamate ignimbrite e tufo giallo). L’ultima eruzione chiamata Monte Nuovo, per la generazione appunto di un importante promontorio, è avvenuta nel 1538 e da allora la caldera è, appunto, quiescente ma continua a dare i segnali di attività, in particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati da vulcanismo secondario e sono noti per il fenomeno del bradisismo e le crisi recenti, che continuano ad aggravarsi. Proprio il fenomeno sismico del bradisismo è oggetto di studio da anni, l’idea degli scienziati, infatti, è quella di trovarne una correlazione con gli eventuali movimenti magmatici, al fine di trovare un modello predittivo sulle possibili eruzioni. Modello che, tuttavia, ad oggi è ancora incompleto, tanto che il bradisismo per ora viene più correlato ai movimenti di innalzamento del suolo. La caldera è costituita da numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici (almeno ventiquattro), alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive o idrotermali. In tutta la zona sono visibili importanti depositi di origine vulcanica. La caldera è in parte sommersa dal Golfo di Pozzuoli. L’edificio vulcanico maggiore, Camaldoli, è alta 457 metri.

Il terremoto di magnitudo 4,4 avvenuto nella notte ai Campi Flegrei, con l’epicentro nella zona di Pozzuoli, è legato al ritmo più rapido con il quale il suolo si sta sollevando: “recentemente si è triplicata la velocità di sollevamento del suolo, passando da 1 a 3 centimetri al mese”, ha detto Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I terremoti nei Campi Flegrei sono collegati al ritmo del sollevamento del suolo e alle variazioni della velocità con cui questo avviene e non solo. Di conseguenza “quanto è avvenuto la notte scorsa non è inaspettato, anche se non è possibile stabilire quando arriverà un terremoto né quale intensità avrà”, ha detto Bianco. “C’è in corso un’ulteriore intensificazione della crisi bradisismica rispetto al 2023″, ha aggiunto.”Non abbiamo assolutamente evidenze di magma a bassa profondità”, ha detto ancora l’esperta riferendosi a quella che è una condizione considerata “un segnale tipico di un eruzione”, che appunto per ora sembra essere esclusa.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link