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La storia piena d’amore e creatività di Irina Kizlo che, dall’Ucraina è arrivata nella nostra Isola dove ha trovato casa. Era il 1999 quando Irina lasciò la sua terra, Leopoli, in Ucraina. Aveva 25 anni e un figlio piccolo che dovette lasciare: “Una tragedia per me”, racconta oggi, ripensando a quel momento. Ma non c’era scelta: la sua patria, dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, era sprofondata in una crisi economica senza precedenti. “Eravamo stati derubati, la nostra terra ricca di risorse ma senza nulla con cui ricominciare”, spiega. Laureata in Scienze Motorie con il massimo dei voti, lavorava come insegnante di ginnastica artistica, ma gli stipendi non arrivavano per mesi. Così, come tanti altri, fu costretta a partire.
Il destino la portò in Sardegna, un luogo scelto per caso, ma che la fece sentire subito nel posto giusto: “Sin da bambina sognavo di vivere vicino al mare e al caldo”. Senza conoscere la lingua e senza amici, affrontò ogni difficoltà con determinazione. Divideva casa con altre ragazze ucraine, condivideva le spese, mandava soldi alla famiglia rimasta in Ucraina. “Non pensavo che mi sarei fermata, ma alla fine stavo bene. Mi sentivo accolta”.
Per sopravvivere, fece di tutto: pulizie, lavoro nei villaggi turistici, pizzerie, gelaterie, animatrice per bambini in hotel di lusso della Costa Smeralda. Nel frattempo, imparava l’italiano e piano piano riuscì a riavvicinarsi alla sua vera passione, lo sport, trovando impiego come aiuto docente di educazione fisica.
Dieci anni fa, la svolta: l’incontro con Marco, l’uomo che sarebbe diventato suo marito e con il quale condivide la sua vita a Berchidda. Con lui, finalmente, poté dare spazio alla sua vena artistica, troppo a lungo messa da parte per la necessità di sopravvivere. Il loro spettacolo di bolle di sapone divenne un successo, diverso dalle performance tradizionali. “Abbiamo deciso di aprire una piccola azienda, io come artista, lui come assistente, spalla, supporto”.
Insieme, portarono in Sardegna nuove idee di intrattenimento: le manine di cera, l’orso bianco gigante, la pedana per i video a 360 gradi, il paper show. Non tutto ebbe il successo sperato, ma le bolle di sapone – classiche e fluo, visibili al buio – conquistarono il pubblico. “Sono stata la prima in Italia a portare le bolle fluo, sette-otto anni fa” e che porta col team dei Superanimatori in giro per la Sardegna.
Nei periodi di pausa dagli spettacoli, Irina coltiva un’altra passione: la creazione di fiori giganti interamente fatti a mano, bellissimi per arredare scenografie, spettacolari per eventi, matrimoni, shooting fotografici e sfilate.
Ma nonostante abbia trovato una nuova vita in Sardegna “con una famiglia che mi ama, mi stima e mi supporta qualsiasi cosa io faccia, per me sono una vera benedizione”, il cuore di Irina è sempre diviso tra due mondi. “Mi sento come i migranti che ogni giorno arrivano in una terra straniera. Ricordatevi sempre che nessuno lascia il proprio paese per rubare lavoro o chissà cosa ai suoi abitanti, ma per disperazione. Ognuno ha diritto a una seconda opportunità”.
Lei e Marco avevano addirittura in mente di trascorrere parte dell’anno in Ucraina, vicino al figlio di Irina e alla madre, ma nel 2022 la guerra ha mandato in fumo quel sogno. “Il mio paese si stava rialzando, e poi è arrivata l’invasione. Ogni giorno ci sono bombardamenti, vittime, anche se i giornali non ne parlano più”.
E con il pensiero sempre rivolto al figlio, insegnante in Ucraina, Irina immagina cosa significhi per lui, ogni volta che suonano le sirene che avvertono di un imminente bombardamento, correre in un bunker con i suoi alunni e restarci anche per diverse ore. “Tutto questo mentre io magari sono qui a fare spettacoli per altri bambini e devo sorridere ed essere allegra, ma dentro fa molto male, spesso alla fine di qualche esibizione ho pianto”.
Non cambierebbe nulla del suo percorso, se non una cosa: “Vorrei aver conosciuto mio marito dieci anni prima”. E se il destino l’avesse trovata in Ucraina nel 2022, nel momento in cui cominciava la guerra? “Forse sarei rimasta lì, a dare il mio contributo, a difendere la mia patria”. Oggi vive una vita sospesa, in bilico tra due mondi, felice e orgogliosa della sua famiglia sarda ma con un pezzo di cuore sempre rivolto a casa.
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