Disabilità, l’Ue non sta rispettando la Convenzione dell’Onu

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L’Unione europea sta fallendo nel pieno rispetto degli obblighi derivanti dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Nonostante il trattato sia stato ratificato nel 2010, molti dei diritti e delle misure previste dalla convenzione non sono stati implementati efficacemente. Questo è il tema centrale di un recente rapporto redatto dal Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), che denuncia gravi carenze nelle politiche dell’Unione Europea per promuovere e proteggere i diritti delle persone con disabilità. La relazione è stata presentata alle autorità competenti a Ginevra, dove il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sta esaminando le azioni, ma soprattutto le omissioni, dell’Unione in merito.

Il comitato ONU e la valutazione dell’Unione europea

Gli esperti del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità stanno attualmente valutando le politiche dell’Unione europea e il loro impatto sulla vita delle persone con disabilità. A partire dall’11 marzo, i rappresentanti dell’Unione Europea si sono confrontati con il Comitato, che ha il compito di monitorare l’attuazione della convenzione internazionale.

Le conclusioni di questa sessione, che saranno rese pubbliche ad aprile, costituiranno uno strumento fondamentale per la futura difesa e promozione dei diritti delle persone con disabilità in tutta Europa. Questo processo di revisione internazionale rappresenta un’opportunità importante per sollecitare le istituzioni europee a rivedere le proprie politiche e a fare un passo concreto verso l’inclusione.

I punti critici sollevati dal rapporto dell’EDF

Il rapporto dell’EDF evidenzia diverse aree problematiche in cui l’Unione Europea non sta rispettando gli impegni assunti. Tra le principali mancanze individuate ci sono:

  • La mancanza di un controllo sistematico sull’adeguatezza delle leggi e politiche esistenti rispetto alle esigenze delle persone con disabilità. Le politiche vengono adottate senza un’analisi sufficiente dell’impatto che hanno sulle persone con disabilità.
  • La carenza di una legislazione antidiscriminatoria a livello europeo, aggravata dal recente ritiro della proposta di legge da parte della Commissione Europea.
  • L’esclusione delle donne e delle ragazze con disabilità dalle normative europee in materia di uguaglianza di genere, nonostante le specifiche necessità di questo gruppo.
  • Leggi insufficienti per garantire l’accesso alle tecnologie assistive e per assicurare che le informazioni siano disponibili in formati accessibili per le persone con disabilità.
  • La mancata inclusione delle persone con disabilità nei piani europei di preparazione ai disastri, mettendo a rischio la loro sicurezza in caso di emergenze naturali.

Queste e altre carenze mostrano come le politiche europee, sebbene promettenti, siano ancora lontane dal garantire pienamente i diritti delle persone con disabilità.

Le cause delle lacune nel rispetto dei diritti

Secondo l’EDF, la principale causa di queste lacune è la mancanza di leadership politica nell’attuazione e nel monitoraggio della Convenzione ONU. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, l’Unione europea ha ancora molta strada da percorrere per garantire che le persone con disabilità siano trattate equamente e senza discriminazioni.

Le istituzioni europee non solo non mettono in atto politiche efficaci, ma talvolta addirittura ostacolano i progressi, come nel caso del ritiro di proposte di legge fondamentali o dell’uso di fondi europei per finanziare strutture segreganti. Questi errori sono inaccettabili per una comunità che si dichiara impegnata nell’inclusione e nell’uguaglianza.

L’inclusione nel mercato del lavoro e nei servizi pubblici

Un altro settore in cui le persone con disabilità si trovano ad affrontare notevoli difficoltà è quello del mercato del lavoro e dei servizi pubblici. Le istituzioni europee non forniscono un supporto sufficiente a persone con disabilità, né nella loro funzione di amministrazione pubblica né come datori di lavoro. Il processo di selezione del personale dell’Unione è inaccessibile per molte persone con disabilità, creando barriere insormontabili fin dall’inizio, impedendo loro di partecipare equamente alla vita lavorativa e amministrativa. Questo contribuisce a escludere una parte significativa della popolazione da opportunità professionali e sociali fondamentali.

La necessità di riforme audaci

Il rapporto dell’EDF sottolinea che l’Unione europea deve adottare misure audaci e concrete per risolvere queste problematiche. La prossima Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità dovrà necessariamente includere proposte che rispondano in modo efficace alle sfide descritte. Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, ha ribadito l’importanza di questa revisione, esortando le istituzioni europee a fare un passo deciso verso l’adozione di un piano forte che possa realmente migliorare la vita di circa 100 milioni di persone con disabilità in Europa. Questo processo di cambiamento deve partire da una visione politica inclusiva, in grado di garantire pari diritti e opportunità per tutti i cittadini, senza esclusioni.

In conclusione, l’Unione europea ha ancora molto da fare per rispettare gli impegni presi con la ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Le lacune evidenziate nel rapporto dell’EDF devono essere affrontate con urgenza, poiché queste disuguaglianze impediscono a milioni di cittadini europei di vivere una vita piena e inclusiva. L’Unione europea ha la responsabilità di adottare misure concrete per colmare queste lacune e garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche o mentali, possano godere dei diritti e delle opportunità promessi dalla convenzione.

Vincenzo Ciervo



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