Eni, ecco l’intesa siglata a Roma, dubbi del Mpa sul mantenimento dell’occupazione – BlogSicilia

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“Non c’è ancora nessun accordo sul piano di trasformazione di Versalis, peraltro mancano le firme della Regione siciliana e dei Comuni e poi c’è un altro aspetto: non vi è alcuna garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali perché è previsto solo quando gli impianti entreranno a regime ma non è indicata una scadenza temporale”.

I dubbi del Mpa sull’occupazione

A spegnere gli entusiasmi sul Protocollo sottoscritto al ministero del Made in Italy sul piano di riconversione di tutti gli impianti Versalis, tra cui i due siciliani di Priolo e Ragusa, è il deputato regionale del Mpa, Giuseppe Carta, presidente della Commissione regionale Territorio ed Ambiente, nonché sindaco di Melilli, uno dei Comuni che vive sotto il cono d’ombra degli stabilimenti del Petrolchimico.

Ecco il documento firmato a Roma

Andiamo per ordine e cominciamo dalle firme. Dal documento di cui BlogSicilia è entrato in possesso si scorgono le firme dei sindacati, Cisl e Uil, e dei rappresentanti di Eni, di Versalis e della Regione Lombardia.

Perché l’Eni ha dismesso

In quest’intesa, sono indicate le ragioni per cui si è deciso di chiudere gli impianti di Priolo e Ragusa.

“Le produzioni – si legge nel documento – più in crisi della chimica di base sono quelle del cracking per la produzione  di etilene e polietilene e in generale delle materie plastiche, largamente disponibili a prezzi bassi da import extra Europa, dove il costo di produzione dell’etilene è circa un terzo di quello europeo. La scarsa competitività e una domanda debole portano i cracking in Europa a lavorare al di sotto del 70% della propria capacità.  Il piano prevede oltre 2 miliardi di euro di investimenti in nuove piattaforme tecnologiche in grado di assicurare nel suo complesso il mantenimento dell’intensità industriale e occupazionale attuali”. Nei piani dell’Eni, “il piano di trasformazione è in grado di portare ad un taglio in termini di emissioni di circa un milione di tonnellate di CO2, che rappresentano il 40% delle emissioni di Versalis in Italia”.

Cosa accadrà a Priolo e Ragusa

Nell’accordo, in via generale, è stabilita la nuova mission dell’asse Priolo-Ragusa, che si specializzerà in “nuove produzioni nella filiera del bio e della circolarità”. Inoltre, “l’investimento complessivo sarà autorizzato con la FID, Final Investment  nel 2025 per la bioraffineria e nel 2026 per l’impianto di riciclo chimico, a valle del completamento dello sviluppo di progetto, sarà di oltre 900 milioni di euro e riutilizzerà parte delle infrastrutture e degli impianti del polo industriale esistente.

I livelli occupazionali a regime

E poi c’è l’aspetto legato all’occupazione su cui il deputato del Mpa ha sollevato le sue perplessità. “Sul sito integrato Priolo-Ragusa, in fase di Decomissioning e Construction (indicativamente 20226-2028) è prevedibile – si legge nel documento – un impatto incrementale sul personale indiretto. A regime, poi il completamento di tutte le iniziative progettuali sarà garantito il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”. Nella tesi del parlamentare Ars del Mpa in questo passaggio si scorge una mancanza di certezze sull’impiego di tutta la forza lavoro.

Il piano di Trasformazione di Priolo

Scendendo nel dettaglio del piano di Trasformazione di Priolo, le parti hanno concordato che a Priolo sarà realizzata “una bioraffineria con tecnologia proprietaria Ecofining in coerenza con lo sviluppo di Eni live S.P.A. che già dispone in Italia delle bioraffinerie di Venezia e Gela e sta riconvertendo la terza a Livorno per la produzione di HVO Diesel, Bio jetfuel, Bio nafta, e Bio gpl”.

La tempistica

Secondo quanto previsto dallo stesso piano, “gli impianti verranno realizzati in aree già oggi disponibili adiacenti all’attuale impianto di cracking da dismettere”, inoltre, “a fine del 2025 è prevista la autorizzazione con Fid (final investement decision)  l’avvio del cantiere nella prima parte del 2027 ed il completamento meccanico alla fine del 2028”.

I lavoratori

E per i lavoratori?  Ecco quale sarà per loro lo scenario.  “Fino al completamento – si legge nel documento – dell’iniziativa il personale dello stabilimento Versalis di Priolo verrà impiegato nelle attività di chiusura, messa in sicurezza e dismissione delle apparecchiature e in parallelo con le tempistiche di sviluppo degli investimenti nelle operazioni di costruzione delle nuove unità produttive, inoltre al fine di garantire la massima fruibilità operativa nel passaggio dalle attuali attività a quelle connesse con i nuovi investimenti il personale diretto verrà coinvolto in specifici piani formativi anche presso altri impianti del gruppo ENI  funzionali alla riqualificazione e al rafforzamento delle competenze professionali”.

E poi, un altro aspetto, tutt’altro che trascurabile: “Il percorso gestionale di attuazione dell’iniziativa non prevede il ricorso a strumenti di supporto e l’occupazione al netto di quelli già previsti dalla policy aziendale” si legge nel documento.

Il sito di Ragusa

Naturalmente, nel documento è indicato anche il futuro dell’impianto di Ragusa che,  nei piani dell’Eni, è connesso alla bioraffineria di Priolo.  “Il sito di Ragusa ha cessato la produzione di polietilene a fine 2024 e sarà convertito  con nuove iniziative industriali al servizio delle lavorazioni di Priolo e in un centro di competenza e specializzazione” che “si configurerà come un ponte tra Gela e Priolo a supporto delle consolidate filiere della bioraffineria e come un motore che possa sviluppare nuovi business e soluzioni innovative, per favorire la creazione e il consolidamento di nuovi  mercati in ambito circolare bio”.

Cosa diventerà

Nel piano di Trasformazione, il sito di Ragusa sarà un centro polifunzionale. “Sarà costituito da un impianto Agri-Hub per la produzione di oli vegetali per alimentare le bioraffinerie di Priolo e Gela, provenienti da coltivazioni locali; un centro sperimentale di riciclo meccanico avanzato delle plastiche, utilizzando diverse tecnologie,  finalizzato sia al recupero delle plastiche riciclabili di diversa natura che alla messa a disposizione  della parte non riciclabile per via meccanica all’impianto di riciclo chimico che verrà realizzato a Priolo. Un centro di competenza per l’alta formazione. Un acceleratore per la realizzazione di infrastrutture fisiche e digitali associato al nuovo incubatore per lo sviluppo di start-up in mercati a maggiore potenziale”. In merito al destino dei lavoratori, saranno applicate le stesse misure previste per Priolo.

Carta, “maggiori tutele per i lavoratori”

Il parlamentare regionale del Mpa chiede “maggiore tutela per i lavoratori e le imprese dell’indotto; nessuno deve restare escluso dalle tutele sociali del territorio. Siamo fermamente convinti che il ruolo dei sindaci debba continuare a essere determinante e non marginale in questo momento storico in cui stiamo scrivendo una pagina così importante per la storia della nostra provincia,” conclude. “Attendiamo con fiducia che il protocollo venga siglato e trasmesso alla luce delle nostre richieste.”

 

 

 





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