Export Arezzo principale motore dell’economia toscana: +45,6%. 7,7 miliardi da preziosi: +119,8%. Turchia, Emirati e Stati Uniti mercati al top

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Le esportazioni della provincia di Arezzo, sulla base dei dati provvisori pubblicati dall’ISTAT, si sono attestate nel 2024 a oltre 15,5 miliardi di euro. Esplode il mercato turco: 4,7 miliardi di euro con una crescita del 523,3%. A seguire Emirati Arabi (+7,9%), Stati Uniti (+6,5%) e Francia (+13,9%), con la sola eccezione di Hong Kong (-14,4%).

“Con la diffusione dei dati relativi al quarto trimestre dello scorso anno che evidenziano, per la provincia di Arezzo, un valore dei flussi verso l’estero pari a 4 miliardi e 544 milioni di euro – commenta Massimo Guasconi Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena e di Unioncamere Toscana – è possibile avere il quadro definitivo dell’export aretino per l’intero 2024. Dal confronto con lo stesso periodo dello scorso anno emerge che l’export aretino complessivamente aumenta del 45,6% e diviene il principale motore della crescita regionale (+13,6%). Anche il quarto trimestre dell’anno è caratterizzato, come i precedenti, da un ampio segno positivo (+55%) trainato, come vedremo nel dettaglio settoriale, dalle due principali tipologie di prodotti esportati: gioielleria e metalli preziosi. Arezzo rafforza la sua posizioni di seconda provincia della Toscana per fatturato proveniente da attività di export con il 24,7% sul totale regionale (era il 18,7% nel 2023), preceduta solo da Firenze (38,9% del totale regionale). Allargando l’ambito territoriale, se sommiamo ai 15,5 miliardi di euro i 4,2 miliardi di Siena, possiamo affermare che le esportazioni complessive delle imprese iscritte alla nostra Camera di Commercio contribuiscono con il 31,5% al totale export regionale. La Toscana, peraltro, con i suoi 63 miliardi di euro, diventa la quarta regione italiana per valore delle esportazioni superando il Piemonte, preceduta da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. ”

“La principale voce dell’export provinciale, quella della gioielleria e oreficeria – prosegue il Presidente Massimo Guasconi – conferma i positivi segnali emersi nel corso dell’anno: nel quarto trimestre cresce del +119,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 portando il consuntivo di fine anno a circa 7,7 miliardi di euro, in aumento del 119,3% sull’anno precedente. In questo caso il prezzo dell’oro ha un impatto non determinante per il risultato finale (+22,9%) e, al contrario, avrebbe potuto rappresentare un possibile freno alle vendite a causa dei massimi storici raggiunti dalle quotazioni del metallo. La tendenza è positiva anche per buona parte degli altri distretti orafi nazionali, anche se su livelli nettamente inferiori a quelli aretini: l’export orafo di Vicenza cresce del 14,9% insieme a quello di Milano (+2,5%). Fa eccezione il distretto di Valenza Po che accusa una lieve flessione (-1,8%) perdendo la terza posizione nazionale a favore del polo milanese.

Come già illustrato nei precedenti trimestri, la crescita osservata è chiaramente anomala e ha origine in un particolare mercato, quello turco, che dalla fine del 2023 ha presentato una vera e propria esplosione: le esportazioni nell’anno 2024 si sono attestate a più di 4,7 miliardi di euro con una crescita del 523,3% rispetto al 2023. Crescita che, ricordiamo, è ascrivibile in parte ai vincoli doganali e fiscali attivati dalle autorità turche sull’importazioni dell’oro come materia prima, con conseguente crescita di acquisti di gioielleria e di prodotti a bassa manifattura che hanno assunto una connotazione simile all’investimento in metalli preziosi. Sono comunque in crescita anche gli altri principali mercati di destinazione: Emirati Arabi (+7,9%), Stati Uniti (+6,5%) e Francia (+13,9%), con la sola eccezione di Hong Kong (-14,4%). Passando ad una valutazione più complessiva sull’andamento dell’export nazionale per il 2024 si evidenzia una situazione con dinamiche territoriali e settoriali estremamente differenziate che producono una lieve contrazione (- 0,4%) sul valore complessivo rispetto all’anno precedente. Per il 2025 sussiste il rischio che le tensioni geopolitiche e soprattutto l’escalation della guerra commerciale in atto, con l’imposizione generalizzata di dazi, possa rendere le produzioni italiane meno competitive sui mercati esteri.”

“Il comparto dei metalli preziosi – commenta il Segretario Generale della Camera di Commercio Marco Randellini – seconda voce delle esportazioni aretine fa registrare un quarto trimestre caratterizzato da un deciso segno positivo (+30,5%) ed un consuntivo annuale a +18,2% con un contro valore di poco superiore ai 4,8 miliardi di euro. In questo caso la spinta fornita dall’incremento del prezzo dell’oro (+22,9%) è assolutamente determinante e maschera una quasi stazionarietà delle vendite reali. Passando alla moda si conferma l’andamento in controtendenza rispetto alle difficolta del livello regionale e di quello nazionale alle prese con un forte calo dei ricavi ed un rallentamento dell’export. Il quarto trimestre riesce a conseguire un segno positivo (+3,1%) che porta il consuntivo del 2024 a circa 721 milioni di euro, superiore del 3,3% rispetto ai livelli del 2023. Il comparto evidenzia un andamento piuttosto uniforme fra le varie specializzazioni a livello annuale mentre nel quarto trimestre se l’abbigliamento accusa una battuta di arresto (-2,6%), la pelletteria (+14,1%) e le calzature (+9,1%) mostrano segnali positivi da verificare con i dati di inizio 2025. Depurando il totale delle esportazioni provinciali da questi primi tre settori di specializzazione, la variazione delle restanti tipologie di prodotti risulta complessivamente in ripiegamento rispetto al 2023 (-1,8%), a dimostrazione delle difficoltà che stanno interessando molti settori dell’industria manifatturiera.”

Fra le altre tipologie merceologiche, le più importanti in termini di valore sono le apparecchiature elettriche (515 milioni di euro, -13,8%), i prodotti chimici (356 milioni di euro, -16%), elettronica (256 milioni di euro, +2,9%), macchinari (228 milioni di euro, -3,1%) e i prodotti alimentari (161 milioni di euro, -1,7%).



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link