Effettua la tua ricerca
More results...
Nel 2024 il fisco più amico ha prodotto 23 miliardi in più e il 20% di contenzioso fiscale in meno portato a casa nei primi due mesi del 2025. La politica a favore dei contribuenti lanciata dall’esecutivo, con la riduzione strutturale delle aliquote Irpef da 4 a 3 e il taglio del cuneo, raccoglie frutti interessanti dall’evasione fiscale, che preparano il terreno alla riduzione della pressione fiscale e a un ulteriore taglio dell’Irpef sopra i 50mila euro. Ma prima bisogna capire – entro fine mese – quanti degli oltre 1,27 miliardi di euro di cartelle nel magazzino fiscale sono realmente esigibili o con ampie possibilità di recupero (tre quarti sono debito sotto i mille euro) e quanti devono essere abbandonati perché a carico di defunti o società fallite. Così sapremo quanta parte del tesoretto da 1,6 miliardi del gettito del concordato preventivo biennale chiuso a dicembre scorso (a cui si aggiunge il ravvedimento speciale che scade il 31 marzo prossimo) deve servire a chiudere questo buco e quanta parte si può destinare a ridurre ulteriormente l’Irpef.
La fotografia sul contenzioso arriva all’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, a snocciolare le cifre è il presidente del Consiglio di presidenza Giustizia tributaria afferma Carolina Lussana: «Il valore delle controversie pervenute ammonta a 23,7 miliardi. Sono stati definiti 218.384 ricorsi per un valore di 25,97 miliardi. Il tempo medio di definizione dei ricorsi si è ridotto a 373 giorni in primo grado e 947 giorni in secondo grado». Segnali che la graduale semplificazione del sistema fiscale è fondamentale per ridurre il contenzioso, come sottolinea la stessa Lussana quando guarda con favore «all’approvazione del Testo unico della giustizia tributaria».
«Siamo impegnati a ridurre la pressione fiscale per cittadini e imprese, abbiamo scelto la strada della leale collaborazione tra Fisco e contribuente, con meccanismi collaborativi come il concordato, basati sulla cooperative compliance», sottolinea nel suo intervento il viceministro Fdi dell’Economia Maurizio Leo (Fdi). Ma per diminuire la pressione fiscale sui contribuenti onesti servono risorse da intercettare nella lotta all’evasione fiscale «con un tax gap che oscilla tra 80 e 100 miliardi e dobbiamo assolutamente contrastare».
Ma lotta all’evasione (che ha già fruttato 33,4 miliardi nel 2024) e riduzione della pressione fiscale non bastano senza semplificazione e certezza del diritto, tasto su cui ha battuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo cui «si dovrà allineare la giustizia tributaria ai principi del giusto processo e supportare l’intero sistema Paese», vedi la trasformazione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria in un organo di autogoverno, con le stesse prerogative di quelli delle altre magistrature. Oggi a Palazzo Chigi si discuterà anche del testo unico in materia di versamenti e di riscossione, ci sarà il decreto legislativo sulle accise e un altro su «adempimenti tributari, concordato preventivo biennale, giustizia tributaria e sanzioni tributarie».
Perché non basta «contrastare fenomeni illeciti», bisogna attrarre «capitali da estero», ricorda ancora il leghista e per farlo serve una maggiore certezza del diritto a vantaggio dei contribuenti. «Assistiamo spesso a delle sentenze della Cassazione, ma anche altri organi di merito con il sentiment degli organi giurisdizionali fuori linea rispetto all’obiettivo che il governo ha voluto perseguire», è invece il ragionamento di Leo, che chiede maggiore confronto in una logica di trasparenza e piena collaborazione con gli organi giudicanti su questioni come ad esempio «l’autotutela in malam partem» finita in direzione contraria a quella perseguita dall’esecutivo.
Alcune riforme come la modifica dell’articolo 2407 del Codice Civile in materia di responsabilità del collegio sindacale trovano il plauso dei commercialisti, spina dorsale del sistema economico del Paese e interlocutori privilegiati di governo e contribuenti, felici per «l’importante
segnale di attenzione della politica alle richieste della categoria» e desiderosi di essere coinvolti dal Mef come «parte necessaria del contraddittorio processuale nelle ipotesi di revisione della geografia giudiziaria».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link