Guerra d’Ucraina: Putin al fronte di Kursk

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GUERRA D’UCRAINA – KURSK

Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha fatto una visita a sorpresa in uniforme militare a un centro di comando delle Forze armate russe nell’oblast’ di Kursk, dove ha incontrato il capo di Stato maggiore generale Valerij Gerasimov. La visita in favore di telecamere è avvenuta mentre è in corso la maggiore offensiva moscovita per la riconquista del settore di Sudzha, ancora sotto il controllo dell’Ucraina. Di più: l’ispezione in tuta mimetica – mise assai rara per l’ex agente del Kgb – avviene alla vigilia dell’arrivo a Mosca dell’inviato speciale di Donald Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff, il quale ha il compito di esporre il piano per un cessate-il-fuoco di 30 giorni mediato da Washington e accolto con cautela dai rappresentanti di Kiev a Gedda (Arabia Saudita). Rivolgendosi ai militari operativi nel distretto, l’inquilino del Cremlino ha esposto con fermezza gli obiettivi contingenti: “Nel prossimo futuro, il nostro compito sarà sconfiggere in via definitiva il nemico trincerato nella regione. Naturalmente, dobbiamo pensare anche a creare una zona di sicurezza lungo il confine di Stato”. Putin ha quindi asserito che i prigionieri di guerra ucraini catturati nel saliente saranno trattati alla stregua di “terroristi”, ricordando al contempo che i mercenari stranieri non godono in alcuna misura delle protezioni sancite dalla Convenzione di Ginevra del 1949 (e quindi possono anche essere giustiziati sul posto). Queste esternazioni sono volte a rafforzare la leva negoziale con gli Stati Uniti alla luce dell’elevato numero di soldati catturati – ucraini o occidentali – negli ultimi giorni nel saliente di Kursk.

Per approfondire: Tre anni di guerra d’Ucraina: la Russia rincorre gli obiettivi iniziali   


GUERRA D’UCRAINA – EUROPA

I ministri della Difesa di Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Polonia si sono riuniti a Parigi per discutere un nuovo quadro di sicurezza per l’Ucraina. Iniziativa che pare una risposta alla rapida normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniiti e Federazione Russa. Il ministro francese Sébastien Lecornu ha accolto con favore i progressi diplomatici di Gedda tra Washington e Kiev, ma ha voluto confermare l’impegno delle più influenti cancellerie europee a garantire un futuro di sicurezza per il paese aggredito: “Quindici paesi sono interessati a continuare questo processo”. Tra due settimane si terrà un secondo incontro con i ministri della Difesa interessati a implementare proposte più concrete. Tutti hanno concordato di aumentare le spese per la difesa, mentre alcuni paesi – tra cui Francia e Polonia – si sono detti disposti a fornire attrezzature militari alla nazione invasa. Tuttavia la possibilità di inviare “truppe di pace” pare allontanarsi, sebbene tutti i presenti abbiano sottolineato che non possa esistere un’Ucraina smilitarizzata. 

Per approfondire: Perché Trump normalizza la Russia   


SPAZIO

A causa di un problema idraulico, la Nasa e l’azienda aerospaziale privata SpaceX hanno posticipato il lancio di un equipaggio sostitutivo verso la Stazione spaziale internazionale, dove gli astronauti americani Butch Wilmore e Suni Williams – bloccati da 9 mesi a causa di un Boeing Starliner difettoso – attendono di poter far ritorno sulla Terra. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il fondatore dell’azienda con sede a Boca Chica Elon Musk avevano esortato in campagna elettorale il rientro anticipato dei due austronauti rispetto ai tempi previsti dalla Nasa. Ma il rientro a bordo di una capsula si fa attendere e la richiesta di soccorso a Roscosmos (corporazione statale per lo Spazio della Federazione Russa) non è auspicabile in questa fase di normalizzazione dei rapporti tra Washington e Mosca. Il Numero Uno non può mostrarsi dipendente o accettare un ruolo subalterno in alcun settore, soprattutto se a imperare è lo slogan “America First”. 

Per approfondire: Musk chiuderà la Nasa?   

Carta di Laura Canali - 2021
Carta di Laura Canali - 2021

Carta di Laura Canali – 2021 

BOLIVIA

A causa della carenza di valuta estera forte in Bolivia – in particolare di dollari statunitensi – l’azienda statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (Ypfb) ha deciso di ricorrere a un sistema di criptovalute per l’importe di energia dall’estero. Il paese sudamericano sta lottando contro una crisi del carburante che ha portato a lunghe proteste e interminabili code alle stazioni di servizio. Il governo di La Paz ha approvato la proposta di Ypfb di servirsi di monete digitali nel tentativo di soddisfare il fabbisogno interno. Per lungo tempo la Bolivia ha esportato gas naturale estratto dai grandi giacimenti in suo possesso, ma negli ultimi anni la produzione interna è notevolmente diminuita esponendo il paese ai rischi della volatilità dei prezzi e della disponibilità delle forniture estere. 

Per approfondire: Cosa (non) cambia in Bolivia dopo il fallimento del golpe   

Carta di Laura Canali - 2007
Carta di Laura Canali - 2007

Carta di Laura Canali – 2007 

NAPOLI

Una scossa di terremoto di magnitudo 4,4 della scala Richter (pericolo forte) ha colpito nella notte Napoli e i Campi Flegrei. Il violento sisma è stato avvertito in modo distinto in tutta l’area a ridosso del capoluogo partenopeo, suscitando forte apprensione tra la popolazione. Dopo la prima scossa con epicentro a Pozzuoli, ne sono seguite altre sei, la più forte delle quali di magnitudo 1,6 (pericolo debole). L’Osservatorio Vesuviano ha riferito di “accelerazioni serie mai registrate prima”, ma ha tenuto a precisare che non vi sono segnali di un’eruzione imminente. I Campi Flegrei – il cui etimo significa “campi ardenti” – giacciono infatti su una vasta caldera attiva costellata da diversi crateri. Le autorità monitorano con attenzione lo sciame sismico.

Per approfondire: Amore e purificazione: Bachmann e il vulcanismo di Napoli   

Geopoesia di Laura Canali - 2014
Geopoesia di Laura Canali - 2014

Geopoesia di Laura Canali – 2014 

 

 

 

 

 



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