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Il settore bancario e il mercato del credito stanno attraversando una profonda trasformazione, sotto la spinta congiunta dell’innovazione tecnologica e dalle nuove abitudini dei clienti. Ad oggi, infatti, il 60% della clientela bancarizzata utilizza il mobile banking, con un dato che ci si aspetta possa raggiungere l’80% nel 2029, doppiando il numero di utilizzatori dell’internet banking. In parallelo, anche le reti bancarie stanno evolvendo con la crescita delle digital branch (circa 5 mila gestori al 2024, attesi a 8 mila nel 2029) e network sempre più leggeri, oltre che cash-less. In questo contesto, il Digital Lending sta registrando un aumento esponenziale: dal 2019 il valore è aumentato di oltre 5 volte, raggiungendo i 18,8 miliardi di euro nel 2024. Le previsioni, dunque, mostrano che rappresenterà il 30% del mercato del credito entro il 2029, con un valore stimato di oltre 44 miliardi di euro. A registrare un incremento particolarmente rapido sono le soluzioni di Prestito Finalizzato e Buy Now Pay Later, con crescite annue rispettivamente superiori al 100% e all’80% tra il 2019 e il 2024.
Sono queste alcune delle principali evidenze identificate dal nuovo Osservatorio Digital Lending 2025, realizzato in collaborazione da Monitor Deloitte, Experian e Cetif – Università Cattolica con l’obiettivo di diventare un nuovo punto di riferimento per insight sui trend chiave del settore, esplorando le prospettive di crescita dei diversi segmenti del credito, le caratteristiche principali dei consumatori e le più recenti innovazioni tecnologiche che stanno trasformando il settore bancario.
Canali digitali come nuovo motore di crescita del banking
Dopo gli eventi degli ultimi anni che hanno profondamente influenzato l’economia a livello globale, i servizi di finanziamento hanno mostrato segnali di ripresa, registrando volumi vicini ai livelli pre-pandemia. Negli ultimi anni, la crescita del settore è stata trainata dal canale digitale, in particolare nei prodotti più semplici, come i prestiti finalizzati, che hanno registrato un tasso di crescita annuo superiore al 100%, e il BNPL, in aumento dell’80% annuo. Questo segmento, caratterizzato da ticket medi più contenuti, ha beneficiato della rapidità, flessibilità e inclusività proprie del Digital Lending, oltre che dell’adozione di sistemi antifrode avanzati e nuove fonti di valutazione del merito creditizio, che hanno contribuito a ridurre i tassi di default del canale online, allineandoli a quelli del tradizionale.
L’adozione del Digital Lending è guidata principalmente da giovani uomini del Nord Italia con redditi elevati, mentre nel Sud prevalgono ancora i canali tradizionali, come le filiali. Un’eccezione significativa è rappresentata dal BNPL, dove la clientela femminile risulta predominante, trainata dagli acquisti nel comparto moda, che da solo rappresenta oltre l’80% delle transazioni effettuate con questa modalità di pagamento.
Anche il mutuo si fa digitale, anche se a ritmi contenuti
Per i prodotti più complessi e con ticket medio più elevato, come i mutui, la transizione digitale procede più lentamente, con una prevalenza di consumatori, tipicamente appartenenti alle fasce d’età più senior, che continuano a preferire i canali bancari tradizionali. In questo senso, nonostante anche il comparto mutui stia beneficiando dell’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e valutazioni da remoto, le erogazioni digitali stanno registrando una crescita annua più lenta, con un aumento del 18% annuo tra 2019 e 2024.
“La clientela è sempre più digital-first” dichiara Manuel Pincetti, Managing Partner di Monitor Deloitte. “In questo contesto, il Digital Lending è la massima rappresentazione dell’evoluzione verso il paradigma digitale dove anche per il credito, il prodotto bancario più complesso, sta iniziando ad essere la “nuova” normalità: dal 3% dei volumi totali del lending nel 2019, al 16% nel 2024 per arrivare secondo le nostre stime a circa il 30% al 2029. Il digitale non rappresenta più solo un’opportunità per le banche di attrarre nuovi clienti e ridurre il cost-to-serve, ma è diventato una leva fondamentale per continuare ad essere competitivi. In un settore in cui il presidio e l’interazione fisica si contraggono per le nuove abitudini dei consumatori, la sfida per gli intermediari risiede nella capacità di mantenere una leva di differenziazione e “human touch” digitale integrando l’AI come “strumento” per una semplificazione e iper-personalizzazione dei servizi”.
“La digitalizzazione del credito è ormai un trend inevitabile, non solo una moda passeggera. Se questa tendenza è più evidente per i prodotti nati digitali, come il BNPL, la crescita del 100% per i prestiti finalizzati negli ultimi 5 anni è sintomo di un interesse esponenziale da parte dei consumatori, inevitabilmente influenzato dalla quota crescente di mercato occupata dalle giovani generazioni”, commenta Giulio Mariani, Director Data & AI, Experian Italia. “La disponibilità di strumenti di richiesta di credito digitali rappresenta un’occasione unica non solo per garantire un accesso al credito più sicuro ed efficiente, ma anche per assicurare maggiore inclusione finanziaria e ampliare la platea di consumatori. Mettendo a fattor comune il nostro patrimonio di dati con le risorse e le competenze di Monitor Deloitte e Cetif, vogliamo offrire agli operatori del settore finanziario una bussola affidabile per navigare i trend del credito al consumo in Italia, al fine di identificare le nuove sfide e le possibili direttrici di sviluppo in un contesto di grandi variazioni”.
“In un contesto di trasformazione così rapida, la collaborazione tra diverse competenze e l’analisi approfondita dei dati sono cruciali per comprendere appieno il fenomeno del Digital Lending e supportare una crescita sostenibile”, commenta Chiara Frigerio, Prof.ssa di Organizzazione Aziendale e Segretario Generale del Cetif. “Questa sinergia può portare a soluzioni innovative che rispondano efficacemente alle esigenze dei consumatori e delle imprese. Inoltre, un approccio olistico che coinvolga tutti gli stakeholder può favorire una maggiore trasparenza e fiducia nel sistema finanziario”.
Processi digitali automatici e sempre più veloci, con riduzione del time-to-yes di oltre il 30%
L’evoluzione tecnologica ha permesso di creare esperienze digitali complete per la clientela, grazie all’adozione di innovazioni come Intelligenza Artificiale e Machine Learning. I processi di onboarding – che comprendono la raccolta delle informazioni, la verifica dell’identità e la firma dei contratti – e quelli di finanziamento – dalla presentazione della domanda alla valutazione del rischio e all’approvazione del credito – possono oggi essere totalmente automatizzati, eliminando la necessità di passaggi in filiale e riducendo al minimo le informazioni richieste, con time-to-yes di soli 12 minuti perprestiti personali fully digital e 3 minuti per quelli pre-approvati. Si tratta di tempistiche in riduzione di oltre il 30% dal 2024.
Rischiosità dei clienti digitali in riduzione, con tassi di default sempre più vicini ai canali tradizionali
La clientela digitale ha da sempre presentato un profilo di rischio maggiore, ma oggi, con l’introduzione di nuove soluzioni per la valutazione del credito, i tassi di default sono in diminuzione e sempre più allineati al canale tradizionale. Nello specifico, il tasso di default dei prestiti personali rimane il più alto (2,6% registrato nel 2024), riflettendo il maggiore rischio della clientela a cui sono richieste minori garanzie a differenza dei prestiti finanziati (tasso del 2,1%), dove la garanzia è rappresentata dal bene stesso. Anche nei mutui si osserva una riduzione complessiva della rischiosità, con un calo del tasso di default e un divario tra i canali in riduzione (1,2% digitale vs. 1,0% tradizionale). Infine, il BNPL, nonostante le attese sui tassi di default elevate legate all’assenza di rigorosi controlli di credit scoring (CDD II su BNPL non ancora recepita nella legislazione italiana), presenta tassi di default in calo dal 3% nel 2020 al 2,4% nel 2024, addirittura inferiori a quello dei prestiti personali, a testimonianza di una gestione del credito più consapevole da parte di consumatori e operatori.
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