Il paradosso del Tottenham. Uno stadio capolavoro, 0 titoli e una contestazione no stop

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C’è una squadra che è la perfetta rappresentazione del concetto che i soldi e gli investimenti da soli non bastano. Il suo storico capitano, Harry Kane, leader anche dell’Inghilterra, in bacheca ha 0 titoli. Zero. In attesa di vincere qualcosa, magari col Bayern Monaco, il suo passato resta sempre ancorato ad un’ultima piccola soddisfazione risalente a diciassette anni fa. Il Tottenham. E dire che Daniel Levy, il proprietario e numero uno sempre al centro della contestazione dei tifosi, ha lasciato al club delle strutture tra le migliori al mondo. Ma non bastano.

Lo stadio di club più bello di Londra
Il Tottenham Hotspur Stadium, inaugurato il 3 aprile 2019, è considerato uno degli impianti sportivi più moderni e spettacolari al mondo. Capienza 62.850 posti è stato progettato dallo studio Populous e costruito al costo di circa 1,2 miliardi di sterline (più o meno 1,4 miliardi di euro). Sostituendo il leggendario White Hart Lane, che aveva ospitato il club dal 1899, il nuovo stadio rappresenta(va) un simbolo di ambizione per gli Spurs, grazie alle sue caratteristiche innovative: un campo retrattile che permette di passare dal calcio al football americano, una partnership con la NFL per ospitare partite annuali, e una struttura polifunzionale che ha accolto concerti di artisti del calibro di Beyoncé e Kendrick Lamar. Con ricavi stagionali superiori ai 120 milioni di sterline, il Tottenham Hotspur Stadium ha trasformato il club in una potenza economica, posizionandolo al nono posto nella Deloitte Football Money League con entrate di oltre 670 milioni di dollari nell’ultimo anno.

Lo stadio non basta
Gli investimenti, come detto, non bastano. Dietro questo successo infrastrutturale, si nasconde un crescente malcontento tra i tifosi del Tottenham Hotspur, diretto principalmente al chairman Daniel Levy, in carica dal febbraio 2001. Levy, tifoso degli Spurs sin da bambino e laureato con lode a Cambridge, è stato l’artefice della trasformazione finanziaria del club, rendendolo il più redditizio nella storia della Premier League con un profitto di 171 milioni di sterline tra il 2001 e il 2023. Eppure, il suo approccio pragmatico e orientato al business ha alimentato tensioni con la tifoseria, che lo accusa di trascurare il successo sportivo a favore dei profitti. Le proteste contro Levy non sono un fenomeno recente, ma hanno raggiunto un’intensità significativa negli ultimi anni. L’ultimo trofeo vinto dal Tottenham risale al 2008, la League Cup. E questo non è stato certo ben digerito negli ultimi tempi dai tifosi, dalla “Yid Army”: questi contestano il fatto che, nonostante investimenti per oltre 1,3 miliardi di sterline in trasferimenti nell’era Levy, il club non sia riuscito a tradurre questa spesa in successi concreti. La finale di Champions League persa nel 2019 contro il Liverpool rimane il punto più alto di un periodo otherwise privo di “argenteria”.

Il volume delle contestazioni
Questa, poi, è una stagione complicatissima, con il Tottenham relegato nella seconda metà della classifica di Premier League a metà stagione. Prima della partita contro il Manchester United del 16 febbraio scorso, migliaia di tifosi hanno marciato verso lo stadio, esibendo striscioni come “24 anni, 16 allenatori, 1 trofeo. È tempo di cambiare” e “Il nostro gioco è la gloria, il gioco di Levy è l’avidità”. Il gruppo “Change for Tottenham” ha guidato una protesta che ha visto oltre un migliaio di sostenitori chiedere le dimissioni di Levy e del gruppo ENIC, azionista di maggioranza del club. Daniel Levy si trova a un bivio. Da un lato, ha consegnato al Tottenham un’infrastruttura all’avanguardia, un centro di allenamento di prim’ordine (Hotspur Way) e una stabilità finanziaria invidiabile, con un debito di 860 milioni di sterline in gran parte a tassi fissi bassi (circa il 3%). Dall’altro, la sua strategia, spesso definita cauta nel mercato dei trasferimenti e riluttante a sostenere allenatori di alto profilo con budget adeguati, ha portato a una stagnazione sportiva. Il Tottenham Hotspur Stadium è un capolavoro architettonico, ma per i tifosi è anche un promemoria di promesse non mantenute. Fino a quando Levy non troverà il modo di coniugare il successo economico con quello sportivo, la “gloria” tanto cantata nei cori degli Spurs resterà un sogno lontano.





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