Italy for Climate: L’Italia riduce le emissioni di gas serra, ma non tutte le Regioni corrono allo stesso modo verso il 2030

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Le Regioni italiane sono attori chiave nella transizione ecologica del Paese. Il database CIRO – Climate Indicators for Italian RegiOns, sviluppato da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, fornisce una mappatura dettagliata delle performance climatiche delle Regioni, analizzando i progressi in otto settori strategici: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità climatica.

Emissioni di gas serra: chi guida la riduzione?

L’Italia ha compiuto progressi significativi nella riduzione delle emissioni di CO₂, ma il ritmo di decarbonizzazione varia notevolmente tra le Regioni. La Campania registra le emissioni pro capite più basse con 3,2 tonnellate di CO₂ per abitante, seguita da Lazio (5 tCO₂eq/ab) e Marche (5,5 tCO₂eq/ab). La Liguria ha invece segnato il miglior risultato in termini di riduzione delle emissioni (-65% tra il 1990 e il 2024), superando ampiamente l’obiettivo europeo del -55% al 2030.

Energie rinnovabili: le Regioni più virtuose

L’installazione di impianti da fonti rinnovabili è in crescita, ma alcune Regioni si muovono più velocemente di altre. La Valle d’Aosta si conferma leader con oltre il 96% dei consumi coperti da energia rinnovabile, seguita da Trentino-Alto Adige (53%) e Basilicata (43,7%). Per quanto riguarda la crescita delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), il Trentino-Alto Adige, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia guidano la classifica con rispettivamente 33, 31 e 28 CER attive.

Guardando alla capacità di installazione di nuovi impianti rinnovabili, nel 2023 la Lombardia ha installato oltre 39 kW/km², più del doppio della media nazionale, seguita da Veneto (36,8) e Friuli-Venezia Giulia (28,5).

Efficienza energetica e consumi: le Regioni più parsimoniose

Le Regioni del Centro-Sud, complice il clima più mite, mostrano consumi energetici più bassi. La Campania si distingue per i consumi più contenuti con 1,2 tep/ab (tonnellate equivalenti di petrolio per abitante), seguita da Sicilia (1,3) e Calabria (1,4). Tuttavia, la Valle d’Aosta è la Regione che ha ridotto maggiormente i consumi negli ultimi cinque anni (-13%), seguita da Piemonte (-10,5%) e Lazio (-6,7%).

Industria e decarbonizzazione

La transizione energetica coinvolge direttamente il settore industriale, che rappresenta una delle principali fonti di emissioni. Il Trentino-Alto Adige si conferma la Regione con le minori emissioni industriali per valore aggiunto (134 tCO₂eq/M€), seguito da Campania (145) e Lombardia (171). La Sardegna ha compiuto il maggiore sforzo di elettrificazione industriale, passando dal 55% all’89% di quota elettrica sui consumi totali.

Mobilità e trasporti: il peso delle emissioni

Il settore dei trasporti è tra i più difficili da decarbonizzare, ma alcune Regioni stanno facendo passi avanti significativi. Campania, Sicilia e Calabria registrano le minori emissioni di CO₂ per abitante (meno di 1,6 tCO₂eq/ab). Inoltre, Calabria e Valle d’Aosta hanno ridotto le emissioni del 27% dal 1990, mentre la Basilicata ha segnato una riduzione del 24%.

L’adozione di veicoli elettrici è un altro fattore chiave: il Lazio è la Regione italiana con la maggiore percentuale di auto elettriche immatricolate (13,7% del venduto), seguito da Trentino-Alto Adige e Lombardia (entrambe al 5%).

Edifici e consumo energetico

L’efficienza degli edifici è cruciale per la transizione ecologica. Sicilia, Sardegna e Campania registrano le emissioni più basse del patrimonio edilizio, con valori inferiori a 0,5 tCO₂eq/ab. Tuttavia, il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta guidano la classifica per edifici in classe energetica A, rispettivamente con il 26,1% e il 17,7% degli APE certificati.

Per quanto riguarda l’elettrificazione degli edifici, la Sicilia registra la quota più alta con il 59% dei consumi soddisfatti da energia elettrica, seguita da Sardegna (48%) e Lazio (42%).

Agricoltura sostenibile: quali Regioni guidano la transizione?

Nel settore agricolo, la Liguria è la Regione con le minori emissioni di gas serra per abitante (0,04 tCO₂eq/ab), seguita da Toscana (0,17) e Marche (0,23). La Liguria è anche la Regione con il minor numero di capi bovini allevati in rapporto alla popolazione (8 ogni 1.000 abitanti).

Le Regioni con la maggiore quota di superficie agricola destinata al biologico sono la Toscana (37%), Calabria (36%) e Sicilia (31%).

La vulnerabilità climatica dell’Italia

Tra il 1990 e il 2024, in Italia si sono verificati 2.209 eventi climatici estremi, colpendo in particolare il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia e il Veneto, con una media di 50 eventi per 1.000 km² nella prima Regione e circa 20 eventi per 1.000 km² nelle altre due.

Il consumo di suolo è un altro indicatore di vulnerabilità ambientale: le Regioni con il minor consumo di suolo rispetto alla superficie totale sono la Valle d’Aosta (2%), il Trentino-Alto Adige (3%) e la Basilicata (3%), ben al di sotto della media nazionale del 7%.

La sfida del 2030: accelerare la transizione energetica

Secondo una recente analisi della Commissione Europea, il disallineamento tra le politiche regionali e quelle nazionali rappresenta un freno per la lotta alla crisi climatica. Per raggiungere gli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), sarà necessario aumentare il ritmo di installazione delle rinnovabili: dodici Regioni dovranno più che triplicare la potenza installata annualmente entro il 2030.

Le Regioni più virtuose beneficeranno anche del nuovo regime zonale dei prezzi dell’energia, che favorirà le aree con procedure autorizzative più efficienti e maggiore capacità di installazione di impianti rinnovabili, generando vantaggi sia per i consumatori che per le economie locali.

Il database CIRO 2025 dimostra che l’Italia è in movimento verso la transizione energetica, ma servono interventi strutturali e una maggiore omogeneità tra le Regioni per accelerare la decarbonizzazione del Paese.



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