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Il 24 febbraio 2022 è iniziata la guerra in Ucraina, con l’avanzata dell’esercito russo verso Kiev. Dopo più di tre anni e centinaia di migliaia di morti, si vede uno spiraglio di speranza: se Mosca accetterà la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco, già sottoscritta dagli ucraini, finalmente i combattimenti si fermeranno. L’intesa prevede una tregua di trenta giorni, dunque fino a metà aprile, con la prospettiva di avviare un negoziato più ampio che porti a un vero accordo di pace.
EPILOGO
L’accordo di Gedda, per ora siglato solo da Ucraina e Stati Uniti, rappresenta un successo per il presidente americano Donald Trump. La sfuriata contro Zelensky nello Studio Ovale e la cessazione degli aiuti all’Ucraina hanno causato una diminuzione del consenso su questo tema anche tra gli americani. Questo epilogo asseconda lo scenario secondo cui l’apparente follia del presidente fosse in realtà una lucida strategia per convincere Zelensky e Putin a sedersi al tavolo. Ma anche il presidente ucraino ieri è uscito – provvisoriamente – vincitore, perché ha dimostrato che non è lui a volere proseguire la guerra. Ha ritrovato il sostegno, indispensabile al momento, degli Stati Uniti. E Zelensky ritrova una nuova legittimazione, dopo che Trump lo aveva definito «dittatore» con il pretesto che, alla fine del mandato, non ci sono state elezioni a causa della guerra in corso. Ieri il presidente Usa ha perfino spiegato che inviterà di nuovo Zelensky alla Casa Bianca (e in questo caso il presidente ucraino potrebbe indossare un completo con la cravatta, visto che aveva promesso di riporre la divisa nell’armadio quando si sarebbe fermata la guerra).
Cos’altro prevede l’accordo? Rinvia la firma del contratto sullo sfruttamento delle risorse minerarie, anche se nella nota finale sottoscritta dalle due parti si cerca un equilibrio tra la necessità di compensare gli Usa per gli aiuti assicurati in questi tre anni a Kiev e l’obiettivo di non affossare l’economia ucraina. Altri dettagli importanti: le delegazioni ucraina e americana a Gedda hanno discusso anche «dell’importanza degli sforzi di soccorso umanitario come parte del processo di pace, in particolare durante il cessate il fuoco, compreso lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di detenuti civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente». Dunque: il mese di stop alle armi servirà sia a favorire il ritorno a casa dei militari prigionieri (russi e ucraini) sia a curare una delle ferite più dolorose del conflitto, i minori che dai territori occupati sono stati portati in Russia. Nel comunicato finale non c’è un accenno al vero elefante nella stanza di questa storia: i termini della pace. Un mese di tregua è importante e servirà ad avviare i negoziati. Marco Rubio, segretario di Stato americano, ha spiegato che l’Ucraina deve prepararsi a fare dei sacrifici, dunque a rinunciare a parte dei territori presi dai russi. Le stime parlano del 20 per cento dell’Ucraina occupata, attualmente, da Mosca, ma questa percentuale comprende anche quella parte del Paese, come la Crimea, che fu presa nel 2014. Gli ucraini hanno auspicato che nei prossimi negoziati sia presente anche l’Europa. E ieri sera il presidente del Consiglio europeo, António Costa, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, in cui spiegano: «L’Ue è pronta a svolgere appieno il suo ruolo, insieme ai suoi partner, nei prossimi negoziati di pace».
PEACEKEEPING
Tra i nodi da sciogliere, c’è anche il tema delle forze militari da schierare in Ucraina per puntellare il futuro accordo di pace. Francia e Regno Unito hanno ipotizzato «una coalizione dei volenterosi», con almeno 20mila soldati, che coinvolga una ventina di Paesi. Il Cremlino in più occasioni ha espresso contrarietà a questa ipotesi, ma Kiev per accettare un’intesa chiede garanzie sulla sua sicurezza. In sintesi: il primo passo verso il cessate il fuoco di un mese è importante, sperando che la Russia accetti, ma per arrivare a una pace duratura c’è ancora un lungo e accidentato cammino da percorrere.
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