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presentata a norma dell’articolo 150, paragrafo 5, e dell’articolo 136, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B10‑0177/2025 (Verts/ALE)
B10‑0178/2025 (The Left)
B10‑0181/2025 (Renew)
B10‑0182/2025 (PPE)
B10‑0183/2025 (ECR)
B10‑0184/2025 (S&D)
Sebastião Bugalho, Miriam Lexmann, Michael Gahler, Isabel Wiseler‑Lima, Michał Wawrykiewicz, Mirosława Nykiel, Davor Ivo Stier, Dariusz Joński, Ingeborg Ter Laak, Wouter Beke, Luděk Niedermayer, Jan Farský, Lukas Mandl, Massimiliano Salini, Seán Kelly, Michał Szczerba, Vangelis Meimarakis, Andrey Kovatchev, Tomáš Zdechovský, Danuše Nerudová
a nome del gruppo PPE
Yannis Maniatis, Francisco Assis, Vasile Dîncu, Nacho Sánchez Amor, Vytenis Povilas Andriukaitis, Evin Incir
a nome del gruppo S&D
Marion Maréchal, Sebastian Tynkkynen, Aurelijus Veryga, Waldemar Tomaszewski, Assita Kanko, Geadis Geadi
a nome del gruppo ECR
Nathalie Loiseau, Dan Barna, Benoit Cassart, Olivier Chastel, Bernard Guetta, Svenja Hahn, Karin Karlsbro, Marie‑Agnes Strack‑Zimmermann, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Villy Søvndal, Markéta Gregorová
a nome del gruppo Verts/ALE
Marina Mesure
a nome del gruppo The Left
RC-B10-0177/2025
Risoluzione del Parlamento europeo sulla detenzione illegale, da parte dell’Azerbaigian, di ostaggi armeni, tra cui rappresentanti politici di alto livello del Nagorno-Karabakh, e i processi farsa a loro carico
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull’Armenia e l’Azerbaigian,
– visti l’articolo 150, paragrafo 5, e l’articolo 136, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che 23 ostaggi armeni sono detenuti in Azerbaigian, tra cui ex funzionari di fatto del Nagorno-Karabakh e prigionieri di guerra catturati nel contesto della guerra del 2020 e della successiva pulizia etnica; che sono sottoposti a processi farsa e devono rispondere di gravi accuse che potrebbero scaturire in condanne illegali all’ergastolo;
B. considerando che tali ostaggi sono sottoposti a trattamenti disumani e degradanti, tra cui il ricorso a pratiche psicoattive vietate; che i loro diritti, tra cui l’accesso ad avvocati e interpreti indipendenti e la possibilità di presentare ricorso, ricevere visite familiari e ottenere sospensioni per motivi di salute, non sono rispettati; che ciò costituisce una violazione sistematica, da parte dell’Azerbaigian, degli obblighi internazionali in materia di trattamento dei prigionieri;
C. considerando che Ruben Vardanyan ha intrapreso uno sciopero della fame e che la sua salute sta peggiorando rapidamente; che anche la salute degli altri ostaggi si sta visibilmente deteriorando;
1. condanna l’ingiusta detenzione degli ostaggi armeni; chiede il loro rilascio immediato e incondizionato;
2. denuncia con fermezza i processi farsa in corso e le violazioni sistematiche dei diritti fondamentali degli ostaggi armeni e invita l’Azerbaigian a rispettare pienamente il loro diritto a un processo equo e il loro diritto di accedere a medici nel rispetto delle norme internazionali; si attende che sia svolta un’indagine indipendente sui maltrattamenti nei loro confronti;
3. esprime profonda preoccupazione per l’ordine delle autorità di Baku di chiudere gli uffici del Comitato internazionale della Croce Rossa e delle agenzie delle Nazioni Unite, ostacolando sia il sostegno ai prigionieri armeni sia il controllo umanitario, e chiede alle autorità di rivedere la loro posizione;
4. invita le ambasciate dell’UE e degli Stati membri in Azerbaigian a osservare i processi e a visitare regolarmente tutti gli ostaggi armeni; invita la VP/AR e il rappresentante speciale dell’Unione europea per i diritti umani a fare visita agli ostaggi;
5. chiede che siano applicate sanzioni, nell’ambito del regime globale di sanzioni in materia di diritti umani, nei confronti di tutti i leader e i funzionari azeri che commettono violazioni dei diritti umani, in particolare i procuratori e i giudici Jamal Ramazanov, Anar Rzayev e Zeynal Agayev;
6. invita la Corte penale internazionale a indagare sui casi di sfollamento forzato, persecuzione e pulizia etnica nei confronti della popolazione armena del Nagorno-Karabakh; chiede la piena attuazione di tutte le ordinanze emesse dalla Corte internazionale di giustizia, compresa quella che sancisce l’obbligo dell’Azerbaigian di proteggere dalla violenza e da lesioni fisiche tutte le persone catturate nell’ambito della guerra del 2020;
7. ribadisce il suo invito risoluto a sospendere il memorandum d’intesa del 2022 tra l’Unione europea e l’Azerbaigian su un partenariato strategico nel settore dell’energia; insiste affinché qualsiasi futuro accordo di partenariato tra l’UE e l’Azerbaigian sia subordinato al rilascio di tutti i prigionieri politici, al miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese e al fatto che l’Azerbaigian non ritardi indebitamente la firma di un accordo di pace con l’Armenia e rispetti i diritti degli armeni del Nagorno-Karabakh, compreso il diritto al ritorno;
8. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla VP/AR e agli Stati membri nonché ai presidenti, ai governi e ai parlamenti dell’Armenia e dell’Azerbaigian.
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