Quali saranno le mosse della Bce tra dazi, inflazione e incertezza geopolitica

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Nel giorno in cui la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dice che la risposta europea ai dazi di Trump sarà “forte e adeguata” parla anche l’altra donna forte del continente. Christine Lagarde, la presidente della Bce, ha dichiarato: “Mantenere la stabilità dei prezzi sarà un compito formidabile”.

Perseguire il mandato della Banca centrale europea, che è la stabilità dei prezzi nell’area euro, non sarà semplice e anzi estremamente difficile. Si può parafrasare così quanto detto questa mattina dalla numero uno dell’Eurotower, intervenuta da Francoforte in occasione dell’incontro dal titolo “The ECB and its watchers”. 

“Compito formidabile”

La guerra commerciale in primis e l’incertezza geopolitica determinata dai conflitti in corso e dagli annunci (spesso seguiti da parziali smentite o mezzi passi indietro) del presidente americano Donald Trump rendono “formidabile” il raggiungimento dell’obiettivo primario della Bce. A differenza della Banca centrale americana guidata da Jerome Powell, che deve sia assicurare la stabilità dei prezzi sia perseguire un obiettivo di piena occupazione, il mandato della Bce è unicamente legato all’inflazione da ricondurre nel medio termine in un’area vicina o di poco inferiore al 2%. Il crepuscolo di un’era di multilateralismo globale, la frammentazione commerciale e l’aumento delle spese destinate alla difesa rendono arduo il compito. Lagarde la scorsa settimana ha tagliato i tassi di interesse di un ulteriore quarto di punto percentuale, portando quelli sui depositi dal 2,75% al 2,50% e quelli di rifinanziamento dal 2,90% al 2,65%, ma ha fatto ben capire che da ora in avanti il mercato non può dare per scontato il percorso di riduzione del costo del denaro. 




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Le previsioni sull’inflazione

Le nuove tariffe – ha ribadito Lagarde – potrebbero ridurre la domanda di esportazioni europee “e reindirizzare la capacità in eccesso dalla Cina all’Europa, il che potrebbe far scendere l’inflazione”. Molto più probabilmente, con l’applicazione dei dazi e rischi geopolitici che restano alti, dovremmo aspettarci un rialzo dei prezzi a partire dai costi dell’energia e delle materie prime. Insomma, il livello di incertezza su cui mette in guardia la Bce è “estremamente alto” e l’Eurotower dovrà dimostrare rapidità e flessibilità “nell’agire in modo appropriato”. 




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Le prossime mosse

Lagarde ha dichiarato: “I banchieri centrali dovranno dimostrare agilità nell’adattare il loro orientamento e i loro strumenti ai cambiamenti delle circostanze, oltre ad avere la curiosità intellettuale per mettere in discussione i principi consolidati e la saggezza convenzionale”. Come vanno interpretate queste dichiarazioni? Dobbiamo aspettarci cambiamenti di rotta delle politiche monetarie? “La presidente della Bce ha molto probabilmente fatto riferimento alla possibilità di mettere in discussione il target di inflazione del 2%. Il tema è complesso, ma di certo una maggiore flessibilità da parte delle banche centrali è necessaria, anche considerando che la propensione ai risparmi è molto diversa tra Europa e Stati Uniti” – ci dice Angelo Drusiani di Ersel. “Gli istituti di riferimento come la Fed e la Bce, che hanno un ruolo determinante nello sviluppo dell’attività economica, danno l’impressione di una grande rigidità ed è vero. Al contempo va detto che il loro compito è davvero formidabile in questa fase storica di guerra, da un lato, e di scontro tariffario, dall’altro. Non è mai accaduto nella storia”. Possiamo prevedere, allora, quali saranno le future mosse di Lagarde e Powell? “La prossima settimana la Fed non farà nulla, cioè non vedremo taglio o rialzi dei tassi di interesse e si cercherà di prendere ancora tempo per osservare lo sviluppo e gli effetti dei dazi – conclude Drusiani – La Bce si allineerà e uno stop al taglio dei tassi di interesse nella zona euro ad aprile resta lo scenario più probabile”. 



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