Report CRC / Presentati i dati allarmanti sul disagio giovanile in Sicilia

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Nella sala conferenze della Galleria d’Arte Moderna di Palermo, si è tenuta una conferenza per l’esposizione della III edizione del report I dati regione per regione, presentata dal Gruppo CRC e organizzato da ActionAid Italia e Libera. Il report ha fatto emergere una serie di dati allarmanti riguardo a macroaree come educazione, salute e sanità, attività di gioco e povertà materiale e educativa che non solo riguardano la nazione in sé, ma in particolar modo la Sicilia, una delle regioni più a rischio per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché per il problema del disagio giovanile.

Numerose reti e associazioni locali hanno partecipato alla conferenza moderata da Maria Sole Piccioli di ActionAid Italia e del Gruppo CRC. Si è discusso rispetto alle opportunità di crescita delle persone di età minore (6-17 anni), nonché dell’intervento nei confronti dei bambini e adolescenti più a rischio e in situazioni di disagio. Si è lanciato un allarme nei confronti delle istituzioni locali e nazionali, nella speranza di un possibile intervento futuro nei confronti di quei minorenni che necessitano di essere tutelati e di fare in modo che possano esserlo tramite quei diritti inalienabili e fondamentali dell’infanzia.

Report CRC: la Sicilia e i dati sul tempo libero e sull’educazione dei minorenni siciliani

Su un totale di 774.318 persone minorenni, coloro che vivono una situazione di povertà relativa è pari al 27.9%, superiore di 5.7 punti rispetto alla media italiana. Rispetto al tempo libero, solo il 29% dei ragazzi minorenni tende a leggere libri, percentuale nettamente inferiore rispetto alla media nazionale del 52.4%, rendendo la Sicilia la regione più bassa di percentuale di bambini con l’abitudine alla lettura. La percentuale di minorenni che praticano sport è pari al 15.9%, valore basso rispetto alla media nazionale del 57.8%. Lettura bambini report CRC carenza Sicilia

In linea con ciò, l’educazione riversa in uno stato di crisi. La povertà educativa digitale abbonda al 79.9% di bambini che possiedono un PC o tablet, percentuale inferiore alla media italiana (90.5%). Il totale percentile di NEET (persone che non studiano e non lavorano) è pari al 27.9%, rendendo la Sicilia la regione con la più alta percentuale di NEET. Oltretutto, il numero di persone fra i 18 e i 24 anni che ha conseguito la licenza media e che non è inserito in alcun programma di formazione è pari al 17.1%, contro il 10.5% della media generale.

Dal Report CRC emerge, inoltre, che la Sicilia possiede una percentuale molto bassa di scuole che hanno progettato percorsi di educazione civica: infatti, solo il 19% delle scuole siciliane ha programmato percorsi di formazione scolastica di Educazione Civica, a differenza del 30% di media nazionale. Rispetto ai servizi educativi per la prima infanzia, troviamo un calo pari al 13.9%, minore del 15% della media nazionale.

Report CRC: la Sicilia e i dati sulla salute rispetto ai minorenni siciliani

Rispetto alla macroarea della salute e dei servizi correlati, la Sicilia è la regione con uno dei tassi di speranza di vita alla nascita, in media di 81.8 anni, dopo l’81.4 di media per la Campania. La percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è pari al 13.3%, superiore alla media nazionale. Il tasso di mortalità infantile è pari al 3.89%, uno dei più alti a livello nazionale oltre alla Calabria, Liguria e Campania. Il numero dei pediatri è in netta diminuzione: su un totale nazionale di 6962 pediatri, in Sicilia ne troviamo 629, valore in calo, che la rende la regione con il numero più basso di pediatri in Italia.

Report CRC: la Sicilia e i dati sulla protezione dei minorenni

Per quanto riguarda la protezione dei minorenni, la situazione risulta essere drastica rispetto alle altre regioni. Una tendenza in fase di aumento è quello dei minorenni affidati a delle comunità, di cui alcuni sono affidati a istituti penitenziari, altri a comunità private o centri diurni polifunzionali, ossia delle strutture non residenziali che accolgono giovani che vivono in situazioni a rischio o di degrado sociale.Digitale abuso bambini disagio online report CRC

In aumento anche il tasso di persone vittime di violenza sessuale, oltre ai minorenni abusati e filmati per scopi di pedopornografia.

Report CRC e il disagio giovanile: allarme alle istituzioni locali e nazionali

Il Report esposto dal Gruppo CRC ha lanciato un allarme alle istituzioni locali e nazionali, affinché possa essere debellato il problema del disagio giovanile ancora oggi persistente in Italia. Tale problema è in crescita a livello nazionale: il disagio giovanile è una problematica della quale si è sentito parlare all’incirca dal 2022 in maniera più consistente, soprattutto a causa della pandemia da Covid-19 che ha recluso milioni di ragazzi nelle proprie case, al costo della loro socialità.

Numerosi i casi di ragazzi afflitti da dipendenze comportamentali, simboli di una profonda sofferenza, che vanno dall’autolesionismo fino all’abuso di social e all’evitamento della relazionalità. Stando ad un report pubblicato dall’Università Sapienza di Roma, molti giovani ammettono di vedere i social come mezzo adatto a condurre e mantenere le relazioni con i propri pari, a volte facendo sì che solo i social possano essere l’unico canale attraverso cui viene mediato il rapporto con l’altro.

Tale isolamento si fa sentire anche nella percentuale nazionale di NEET in Italia, la più alta a livello europeo. Molti giovani non studiano, non lavorano e si recludono in casa, confinandosi in un mondo che li separa dal mondo esterno, ormai della performance e fonte di stress. Tale fenomeno è da associare anche ad una presenza incostante delle istituzioni locali e nazionali: la comunicazione fra giovani in difficoltà e istituzioni politiche è inefficace, e ciò permette di rendere il disagio giovanile un problema di ampio respiro, da non valutare su base soggettiva come un fenomeno poco frequente.

Report CRC: gli obiettivi posti per debellare il fenomeno del disagio giovanile

Il fine ultimo del Report CRC è quello di rendere consapevoli le istituzioni rispetto a nuove strategie da applicare rispetto alla tutela dei diritti dei giovani, nonché quello di evidenziare le differenze regionali presenti in Italia. Oltre ad invitare le istituzioni ad essere presenti per i giovani e a porvi particolare attenzione, anche il Gruppo CRC ha un piano di obiettivi necessari affinché possano essere tutelati tali diritti: fra questi, l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, di svolgere attività di confronto con le istituzioni e monitorare costantemente la condizione di disagio dei giovani.

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Il gruppo CRC nasce nel 2000 come network di associazioni che si occupano di promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a livello nazionale. Fa parte della rete madre CRC: nato nel 1983 e avente sede a Ginevra, è una rete internazionale di associazioni fondato per la redazione della Convenzione dei diritti dell’infanzia, nonché uno degli enti più importanti nella composizione della Commissione dell’ONU per i diritti dell’infanzia, oltre l’UNICEF.

Ad oggi è una rete estesa su più di 190 nazioni e si compone di 120 ulteriori gruppi (fra cui il Gruppo CRC) i quali devono concretizzare a livello internazionale il protocollo CRC attraverso l’uso del sistema ONU dei diritti umani; affinché si possano tutelare i diritti dei più giovani, è necessario fortificare e condensare in un’unica voce il Movimento Globale dei Diritti dell’infanzia, affinché l’agenda politica internazionale possa promuovere discorsi a favore di esso e i bambini possano rivendicare ed esercitare i loro diritti, facendosene essi stessi promotori diretti.

Rosetta Finocchiaro





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