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Già nella primavera del 2023, preparando i passaggi che avrebbero dato forma alla riforma della Curia di Torino, l’Arcivescovo Repole si confrontò con i moderatori delle Unità Pastorali: in quella sede emersero le prime proposte in merito alla possibilità di ritornare alla sede originaria di via Arcivescovado 12, lasciando gli uffici attualmente utilizzati nel complesso del Santo Volto.
Da quel momento è iniziata una approfondita riflessione all’interno del Consiglio episcopale e in altri contesti di ascolto e confronto in Diocesi su sollecitazione dell’Arcivescovo, che ha chiesto di elaborare un progetto dettato dalla necessità che la Curia continuasse ad interpretare il suo compito di aiuto al Vescovo e alla Chiesa diocesana sotto un duplice aspetto: da una parte, in una rinnovata organizzazione interna più adatta ai tempi che stiamo vivendo, e, dall’altra, in una razionalizzazione degli spazi. In tal senso, a tutti è sembrato che il luogo naturale per la Curia dovesse tornare ad essere quello che si sviluppa nel palazzo dell’Arcivescovado, dove sono sempre rimasti in questi anni, accanto ai locali in cui vive e lavora l’Arcivescovo, l’Archivio diocesano e il Tribunale ecclesiastico interdiocesano, e in cui aveva trovato posto anche l’Istituto per il Sostentamento del Clero.
Dopo gli ultimi confronti nei mesi scorsi con i moderatori, i Consigli Presbiterale e Pastorale interdiocesano, con il lavoro prezioso del coordinamento di Curia e ora dei professionisti e dei tecnici seguiti dal vice-economo, nelle scorse settimane si è giunti all’elaborazione del progetto definitivo per la ristrutturazione dei locali di via Arcivescovado 12, che saranno non solo attrezzati ad accogliere le quattro Aree in cui sono stati riorganizzati i vari ambiti pastorali e servizi con le rispettive segreterie operative, ma anche adeguati ai criteri del risparmio energetico e alla razionalizzazione degli spazi e degli impianti. Nei prossimi giorni, ultimata la predisposizione degli spazi già liberati nei mesi scorsi, saranno affidati i primi lotti di lavori così che, entro l’estate, si porti a compimento la ricollocazione del Tribunale interdiocesano in una diversa area dell’Arcivescovado (una parte dell’ala che si affaccia su via Lascaris) e del Sostentamento Clero, che si sposterà in alcuni dei locali lasciati dal Tribunale.
Compiuti questi passaggi, sarà possibile che gli ambiti pastorali della Curia e poi gli uffici Scuola, Cancelleria e Amministrazione, traslochino dal complesso del Santo Volto alla rinnovata sede di via Arcivescovado, che diventerà operativa con l’inizio di settembre. Anche la sede del settimanale diocesano «La Voce e Il Tempo» lascerà il complesso del Santo Volto: a partire dall’autunno si trasferirà nel palazzo di corso Matteotti 11, sopra la libreria cattolica, dove storicamente avevano sede i vecchi settimanali «La Voce del Popolo» e «il nostro tempo».
La riflessione sulla collocazione e funzione della Curia, a cui è seguita la predisposizione dei progetti ora in attuazione, ha inevitabilmente abbracciato anche la questione del riutilizzo degli spazi che resteranno vuoti dall’autunno nel complesso del Santo Volto in via Val della Torre. Essendo luoghi predisposti alla funzione di uffici, non si poteva che immaginarne un utilizzo con tale finalità, per cui si è pensato di renderli disponibili a chi avesse voluto affittarli per le proprie attività. Dopo alcune opzioni che non si sono concretizzate, nei mesi scorsi ha preso forma quanto più volte rilanciato dagli organi di stampa e reso ufficiale dalle dichiarazioni prima della Prefettura e poi della Diocesi: nei locali lasciati liberi dalla Curia si trasferirà l’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino, che avrà a disposizione gli spazi necessari per offrire un servizio più efficace, e quindi dignitoso, per tutti gli stranieri che necessitano di accedere alle procedure per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno.
Con l’autunno, una volta tornata nella sede di via Arcivescovado, la Curia potrà continuare non solo il lavoro a servizio del Vescovo e della Diocesi in tutte le sue componenti, ma anche dare nuovo slancio a uno stile di collaborazione che in questi mesi ha cominciato a prendere forma, e di cui il prossimo Convegno unitario del 22 marzo è il primo segno. Persone e luoghi della Curia potranno così coordinare in modo più efficace gli ambiti pastorali, affrontare le sfide che la nostra Chiesa è chiamata a vivere in questo tempo, e collaborare nella ricerca di nuove strade per annunciare e incarnare il Vangelo.
Mons. Alessandro GIRAUDO
vescovo ausiliare, vicario generale e moderatore della Curia
(pubblicato su «La Voce E il Tempo» del 16 marzo 2025)
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