I progetti di De Nora per una transizione che resiste- Fortune Italia

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Quella che doveva essere una corsa dei 100 metri si è trasformata in una maratona. Secondo un report dell’Acer, l’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’Energia, l’Europa non raggiungerà i suoi obiettivi di idrogeno rinnovabile per il 2030.

La domanda è bassa, gli elettrolizzatori per produrre H2 da rinnovabili sono pochi e costano tanto. Perlomeno quelli europei: quelli cinesi costano meno, e i produttori nostrani se ne sono lamentati con la Commissione europea. Tra questi c’è anche la Thyssenkrupp Nucera, la joint venture italotedesca tra thyssenkrupp e De Nora, uno dei maggiori produttori di elettrolizzatori al mondo.

La stessa De Nora sta mettendo in piedi la sua Gigafactory per costruire elettrolizzatori a Cernusco sul Naviglio attraverso una jv con Snam, a sua volta azionista (ha il 21%) dell’azienda guidata dal ceo Paolo Dellachà che vive appieno uno dei grandi quesiti della transizione verde: la rivoluzione dell’idrogeno si è fermata? Molti progetti subiscono rallentamenti o vengono cancellati, ma in Medio Oriente lo scenario è diverso.

Anche De Nora vive di paradossi. L’azienda stringe nuovi accordi internazionali per l’energia verde e coltiva il suo business sull’H2: nel 2024, secondo i risultati preliminari di bilancio, il segmento Energy Transition dell’azienda ha registrato una crescita dei ricavi del 2,9%, con circa 1,1 GW di tecnologie per l’idrogeno verde prodotte e vendute (+10%). Intanto il titolo in Borsa (fino alla presentazione dei risultati preliminari, ndr) soffre l’impazienza degli investitori per la tecnologia.

Sono proprio gli accordi stretti recentemente da De Nora a raccontare come le filiere dell’energia pulita stiano evolvendo fuori dall’Europa.

In Arabia Saudita

Nell’ambito dell’incontro bilaterale Italia-Arabia Saudita di fine gennaio, l’azienda ha siglato due accordi strategici con Saudi Water Authority e ACWA Power (con cui era già stato firmato un MoU nel 2023) su trattamento delle acque (altro business storico dell’azienda) e desalinizzazione, ma anche recupero di idrogeno dai sistemi di elettro-clorazione dell’acqua.

In un altro progetto, ad Al Jubail, De Nora partecipa in quello che diventerà il più grande impianto al mondo di desalinizzazione a osmosi inversa (SWRO), in grado di produrre fino a 1 milione di metri cubi di acqua al giorno.

Dellachà spiega che l’Arabia Saudita sta investendo in energia rinnovabile e idrogeno verde (recentemente è stato annunciato un piano da 10 mld di dollari) sfruttando le proprie risorse naturali non solo nel sottosuolo, ma anche “sopra la testa”, con il solare e l’eolico.

“La strategia saudita è chiara: attrarre aziende, generare domanda interna e stimolare lo sviluppo tecnologico. Non si limitano a chiedere di produrre in loco, ma vogliono che le aziende facciano anche ricerca e sviluppo. Questo per noi significa avere l’opportunità di testare e sviluppare tecnologie direttamente sul campo, accelerando il passaggio dalla fase di laboratorio a quella industriale”, dice Dellachà.

“L’Europa ha stretto molte joint venture con la Cina per lo sviluppo di pannelli solari, ma i cinesi sono diventati ‘master and commander’ del settore. Tuttavia, il Medio Oriente ha adottato un approccio diverso. Hanno invitato le aziende cinesi a fare ricerca e sviluppo insieme, partendo dalla fusione del silicio, ovvero dall’inizio della catena del valore. Grazie alle condizioni climatiche favorevoli – con 365 giorni di sole all’anno – questo ha portato a sviluppare prodotti per la domanda interna e, in prospettiva, a diventare esportatori di tecnologia”.

In Arabia Saudita De Nora è attiva da molto tempo, inizialmente nel settore del cloro e della soda caustica, poi nella trasformazione dell’acido cloridrico – un sottoprodotto dell’industria petrolchimica – in cloro. Ma negli ultimi due anni, il fatturato di De Nora in Arabia Saudita è cresciuto in modo significativo, in particolare grazie al progetto di produzione di idrogeno verde incluso nella provincia di NEOM: annunciata nel 2017 direttamente dal principe Mohammed Bin Salman, la megalopoli sta avendo qualche problema di realizzazione (si è dimesso il responsabile della costruzione) ma è ancora in piedi.

Sarà De Nora a fornire tutte le celle e gli elettrodi necessari per l’intero impianto di generazione di idrogeno verde, “2.200 MW di rinnovabili che alimentano la produzione di 650 tonnellate al giorno di idrogeno verde, da convertire in ammoniaca, un vettore strategico anche per la produzione di fertilizzanti sostenibili”, ricorda Dellachà.

La “frenata” dell’idrogeno

Il settore dell’idrogeno ha subito, innegabilmente, una frenata. Gli studi di mercato di qualche anno fa Dellachà li definisce “ottimisti”. Il costo del denaro, l’inflazione e la lentezza nell’attuazione delle normative hanno rallentato l’avvio dei progetti. Molti sono stati annunciati, pochi sono stati eseguiti.

De Nora e la sua joint venture con Thyssenkrupp si sono aggiudicate molti appalti, ma il rallentamento ha avuto ripercussioni su un titolo strettamente legato alla transizione sin dall’Ipo del 2022. “Molti investitori si aspettavano una crescita più rapida e hanno reagito con scetticismo”, dice l’Ad.

“Questa è una visione miope, perché il settore non è in crisi, sta solo evolvendo con tempi più lunghi del previsto. La transizione energetica è un processo irreversibile, anche se più simile a una maratona che a una corsa di velocità”.

Investimenti nell’innovazione

Nonostante le difficoltà De Nora continua a investire nell’innovazione. “Oltre all’idrogeno verde stiamo sviluppando tecnologie per il recupero del litio da batterie esauste, la rigenerazione delle fibre di carbonio e il recupero di materiali di scarto dall’industria della raffinazione. La transizione energetica è un ecosistema complesso, e noi siamo impegnati su più fronti”.

Per quanto riguarda il progetto della Gigafactory in Italia, la conclusione dei lavori è prevista “tra fine 2025 e inizio del 2026. Stiamo già producendo elettrolizzatori Dragonfly nella fabbrica di Cologno Monzese e partecipiamo a diversi progetti legati al PNRR, tra i quali la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde situato nel Comune sardo di Ossi (Sassari), che genererà circa 50 tonnellate all’anno di idrogeno verde”.

L’obiettivo della Gigafactory è una capacità produttiva fino a 2 GW equivalenti. “Questa visione di lungo periodo è ciò che ci distingue: abbiamo 102 anni di storia e lavoriamo per i prossimi 100”.



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