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Oltre alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma, convocata da Repubblica, domani ce ne sarà un’altra a piazza Barberini. L’Anpi nazionale va alla prima, l’Anpi di Roma (e non solo) alla seconda. Ma ci sono anche altre spaccature
La sinistra si spacca non solo a Strasburgo, dove la divisione riguarda in particolare al Partito democratico quando è il momento di votare sul piano di riarmo europeo, ma anche quando si tratta di scendere in piazza per manifestare. Nemmeno la bandiera blu dell’Europa è riuscita a tenere insieme le diverse anime del centrosinistra. All’indomani dello scontro nello Studio Ovale tra Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il giornalista Michele Serra ha lanciato, dalle pagine di Repubblica, un invito a manifestare per richiamare l’unità e la solidarietà europea, in un periodo di grande instabilità politica ed economica a livello globale. Le adesioni sono state subito numerose: nei giorni seguenti le pagine del quotidiano si sono riempite di dichiarazioni di chi confermava la propria presenza. Tantissimi gli amministratori locali, i politici e i personaggi pubblici. Anche l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) ha subito annunciato la sua partecipazione, oltre al Pd, Avs, Azione e i sindacati. Ma ecco che emerge la spaccatura: non tutta l’Anpi è concorde nel rispondere all’appello. Alcune sezioni locali, infatti, a cominciare da quella di Roma, hanno scelto di disertare l’iniziativa di Serra, per aderire a una contro-manifestazione organizzata da Rifondazione comunista e Potere al Popolo, fissata per la stessa giornata in Piazza Barberini. «Non cammineremo al fianco di chi vuole la guerra in Europa», hanno dichiarato, lanciando un attacco diretto ai partiti che parteciperanno alla manifestazione di Serra, accusati di aver sostenuto il piano per il riarmo del Vecchio Continente.
Anche l’Anpi si divide
A dividere le piazze di base è la diversa visione sulla deterrenza militare Ue. Non perché questa fosse l’intenzione iniziale di Michele Serra, ma i fatti politici europei delle ultime settimane e le adesioni arrivate hanno segnato le differenze. L’Anpi di Roma, per esempio, che si è dichiarata «radicalmente contraria al piano di riarmo dello spazio comune europeo» critica la «debolezza e l’assenza totale» di riferimenti politici sul disarmo all’interno della piattaforma con cui è stata convocata la manifestazione di Serra, ritenendo che queste mancanze giustifichino la decisione di non invitare i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alla mobilitazione. Anche la segreteria nazionale dell’Anpi si è espressa contro il progetto di riarmo europeo, pur riconoscendo che nell’iniziativa di Serra si sostiene «un’Europa libera e unita, principio giusto e condivisibile».
Alla manifestazione di Serra
Il primo partito a confermare la propria partecipazione è stato il Partito Democratico, che si è ricompattato sotto la bandiera blu, nonostante le difficoltà interne, tra i toni spesso accesi tra riformisti e filo-Schlein. La segretaria del partito, Elly Schlein, ha subito dichiarato: «Noi ci saremo», definendo l’iniziativa come «un abbraccio collettivo» che risponde «che serve a superare gli egoismi e fare finalmente l’Unione per davvero». Anche Avs parteciperà, sebbene si sia dichiarata contraria al piano di Ursula von der Leyen: «Mi auguro che sabato pomeriggio la manifestazione diventi una piazza in grado di chiedere quello di cui c’è bisogno: più Europa, ma un’Europa che metta al centro della propria azione politica il diritto internazionale, il rispetto dei diritti e la pace», ha commentato oggi Nicola Fratoianni. In un «momento di disordine mondiale, in cui libertà, diritti e democrazia sembrano essere minacciati», parteciperanno anche Italia Viva e Azione. Ma non solo: anche +Europa, le associazioni Lgbtq+ e, con non poche proteste dalla base, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che ribadiranno «l’importanza di difendere il progetto comune europeo e le basi democratiche su cui si fonda». Parteciperanno anche Libera, Comunità di Sant’Egidio, Agesci e Legambiente.
Alla contro mobilitazione
Nella «piazza alternativa alla guerra» che si raccoglierà a Piazza Barberini prenderanno parte Arci, Anpi locale di Roma, come si è detto, e l’Unione sindacale di base (Usb). «Il costo dell’economia di guerra sarà pagato dai popoli e in particolare dal nostro Sud con la sottrazione di fondi per la coesione sociale e in via trasversale secondo le intenzioni di chi nel centrosinistra propone la difesa comune – si legge nell’appello – la mobilitazione lanciata da Michele Serra ripropone di fatto intorno alla bandiera europea la convergenza strutturale tra i piani del governo Meloni e di tutto l’establishment nazionale nel tentativo di mantenere un gioco delle parti che continui a soffocare la reale spinta popolare per la pace». Tra i partecipanti del presidio, diversi ex deputati ed ex europarlamentari di Rifondazione Comunista, tra cui Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano ed Eleonora Forenza, insieme all’ex viceministra Patrizia Sentinelli e Maurizio Acerbo, segretario del partito. Ci sarà anche Luigi de Magistris, già sindaco di Napoli e portavoce di Unione Popolare, nonché l’ex sottosegretaria Rosa Rinaldi, che nel 2022 si è candidata con Unione Popolare, e l’ex senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Nugnes. A proposito di divisioni, della Cgil ci sarà la componente Lavoro e Società, che generalmente sostiene Landini e Eliana Como, divenuta famosa quando due anni fa contestò la presenza di Giorgia Meloni al congresso del sindacato.
E il Movimento 5 Stelle?
Il Movimento 5 Stelle si tira indietro dalla manifestazione europeista del 15 marzo indetta da Michele Serra. Inizialmente sembrava esserci stato un momento di riflessione su una possibile partecipazione, ma questa ipotesi è stata rapidamente smentita, motivando la scelta con il rifiuto di una «furia bellicista» che il partito intende contrastare in ogni modo. «Il blu dell’Europa si tinge di verde militare», è stato il commento di Conte. Il Movimento ha poi rilanciato una propria iniziativa, fissando una manifestazione per il 5 aprile a Roma contro «il caro-bollette, il caro-vita e il collasso dei servizi essenziali». Difficilmente i pentastellati saranno presenti alla contro-mobilitazione in Piazza Barberini.
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