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Carabinieri in moto rispondono a una chiamata. – ANSA
Laura è una giovane donna, una libera professionista ambiziosa e piena di sogni. Nel lavoro tutto va bene, nel privato meno. Col tempo, il rapporto con l’uomo che ha amato si è trasformato in una relazione tossica. Anzi, in un vero e proprio incubo a causa dei sempre più frequenti e ossessivi comportamenti di lui, alla sua gelosia e alla sua possessività. Dopo l’ennesimo episodio, Laura decide di non poterne più. Lo lascia, ma senza immaginare che quella decisione cambierà la sua vita per sempre. Già, perché lui, incapace di fare autocritica e di accettare la separazione, inizia a seguirla, a minacciarla e infine a perseguitarla. Finché un giorno, in un atto di folle vendetta, le getta addosso dell’acido corrosivo, colpendola al volto. Un gesto carico di rancore e di volontà distruttiva, quello del suo ex, un tentativo perverso di minare la sua autostima e il suo spirito, che segna inevitabilmente il suo corpo. Laura si trova così a dover combattere non solo contro le gravi ferite causate dallo sfregio subito, ma anche a dover affrontare il trauma psicologico che quella violenza le ha procurato. Laura è un nome di fantasia, adoperato dagli investigatori per proteggere la sua identità, ma la sua storia drammatica è una delle tante che affiorano dal rapporto “8 Marzo – Giornata internazionale della donna”, elaborato dal Servizio Analisi Criminale, appena presentato a Roma negli uffici della Direzione centrale di polizia criminale, guidata dal generale dei Carabinieri Antonio Basilicata.
Nel 2024 113 uccisioni di donne, quasi una ogni tre giorni
Il report- che Avvenire ha potuto leggere in anteprima e che arriva a pochi giorni dal varo di un disegno di legge, da parte del Consiglio dei ministri, che punta a introdurre nel codice penale il reato apposito di femminicidio e a punirlo con l’ergastolo – è stato realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca Dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri. Offre una ricostruzione particolareggiata della violenza di genere nel periodo 2019 – 2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024, con approfondimenti incentrati su età e nazionalità delle vittime e sulle relazioni intercorrenti con gli autori, nonché su altri aspetti caratterizzanti i principali reati, tra cui i cosiddetti “reati sentinella” (lo stalking ad esempio) che, spesso sono già parte integrante della violenza di genere e possono costituire un campanello d’allarme, prima che accada un evento peggiore. Ebbene, secondo il rapporrto, “nel 2024 gli omicidi con vittime donne sono stati 113, 99 delle quali in ambito familiare/affettivo; di queste, 61 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner”.
Il preoccupante boom dei reati sentinella
Dal 2019 a oggi, i “reati sentinella” della violenza di genere sono cresciuti di oltre il 25%, con violenze sessuali e maltrattamenti contro familiari e conviventi aumentati ancora di più. Nell’ultimo anno, ad esempio, c’è stato un brusco incremento del 5,7% per le violenze sessuali, del 4% per gli atti persecutori e dell’11% per i maltrattamenti. In particolare, le violenze sessuali nel 2024 sono state 6.587, a conferma di un trend in costante ascesa dal 2020 (con una lieve flessione solo nel 2023). Il contrasto in parallelo ha registrato un aumento dell’8% delle segnalazioni a carico dei presunti autori:. Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Liguria sono le regioni con la maggior incidenza dei reati commessi. E le vittime sono donne per il 91%, in oltre il 70% dei casi maggiorenni e nel 77% di nazionalità italiana. Anche per gli atti persecutori (il cosiddetto stalking), il 2024 mostra i valori massimi dell’intero intervallo sia per i delitti commessi (20.289) che per le segnalazioni a carico dei presunti autori (20.258). L’incidenza dei reati risulta più elevata in Campania, Puglia e Sicilia. Tre su 4 vittime (il 75%) sono donne, per il 95% maggiorenni e per l’89% italiane.
Aumentano le misure di contrasto
Dati angoscianti, certo, ma che – secondo quanto scrivono gli analisti delle forze dell’ordine – non registrano una crescita esponenziale, anzi sono “tra i più bassi dell’ultimo decennio” e “testimoniano il forte impegno della società per la sensibilizzazione sul fenomeno” e “delle Forze di polizia per l’attenta e costante attività di prevenzione”. L’attenzione che le donne e gli uomini in uniforme mettono “nel combattere questo odioso fenomeno”, si legge ancora, è “testimoniata dal costante incremento delle misure adottate per prevenire possibili reati e garantire sicurezza alle vittime di violenza: nel 2024 sono quasi raddoppiati gli ammonimenti del Questore (+94%) e più che triplicati gli allontanamenti del maltrattante dalla casa familiare (+224%)”. Il documento contiene inoltre approfondimenti sulle mutilazioni genitali e sulla violenza assistita.
Cresce il coraggio di denunciare
C’è poi un’altra valutazione da segnalare: il trend dei reati sentinella, che comunque risulta in costante aumento, secondo gli analisti “potrebbe testimoniare il risultato di una crescente consapevolezza delle vittime, che denunciano più di prima confidando nell’operato delle Istituzioni, grazie anche all’introduzione di misure legislative atte a garantire loro maggiore tutela e sostegno”. Come Laura, che nonostante gli interventi di chirurgia subiti al volto e la paura di poter essere vittima di nuove aggressioni, ha deciso di riprendersi la propria vita, di non permettere all’uomo che l’aveva sfregiata di toglierle anche la dignità. Da allora, racconta pubblicamente la sua storia nella speranza che ogni donna, oggetto di violenze o soprusi, possa avere coscienza che “nessuna relazione giustifica la violenza e che la denuncia deve essere il primo passo per fermare un aggressore”. La sua storia, annotano gli esperti della Criminalpol, è un “simbolo di forza e resilienza, di sicura efficacia nel sensibilizzare ogni vittima sulla necessità di denunciare tempestivamente ogni tipo di abuso o minaccia”.
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