L’omicidio di Sara Di Pietrantonio al centro della puntata di Detectives – casi risolti e irrisolti su Rai 2, giovedì 13 marzo

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L’omicidio di Sara Di Pietrantonio al centro della puntata di Detectives – casi risolti e irrisolti, in onda stasera in tv su Rai 2giovedì 13 marzo alle 21.20. Il caso ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, diventando un simbolo della violenza di genere e dell’importanza della lotta contro lo stalking. La giovane studentessa di 22 anni, che frequentava la Facoltà di Economia dell’Università Roma Tre, è stata brutalmente uccisa il 29 maggio 2016 a Roma dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano, un vigilante di cinque anni più grande di lei.

I fatti

La notte del delitto, Sara era uscita con il nuovo compagno Alessandro e stava rientrando a casa. Tuttavia, era seguita da Paduano, che non accettava la fine della loro relazione. L’uomo ha speronato l’auto di Sara, costringendola a fermarsi, e dopo un violento litigio, l’ha strangolata e data alle fiamme, incendiando anche la sua auto. Il corpo di Sara è stato trovato carbonizzato dai vigili del fuoco intorno alle 5.00 del mattino e a riconoscerlo è stata la madre, Concetta Raccuia, che era uscita a cercarla dopo non averla vista rientrare a casa.

Il processo

Vincenzo Paduano è stato arrestato il giorno successivo al delitto e dopo aver inizialmente negato il coinvolgimento, ha confessato di aver ucciso Sara per gelosia. Il processo di primo grado si è concluso con una condanna all’ergastolo per omicidio volontario. Tuttavia, in appello, la pena è stata ridotta a 30 anni di reclusione, considerando il reato di stalking assorbito in quello di omicidio.

La Corte Suprema di Cassazione ha successivamente annullato la sentenza d’appello, ritenendo che lo stalking non fosse assorbito dall’omicidio e ordinando un nuovo processo d’appello. In questo processo, Paduano è stato condannato nuovamente all’ergastolo per l’omicidio pluriaggravato e a quattro anni per lo stalking, confermando la condanna più severa.


Impatto sociale

L’omicidio di Sara Di Pietrantonio ha avuto un impatto profondo sulla società italiana, sollevando questioni importanti sulla violenza di genere e lo stalking. La vicenda ha ispirato un docufilm intitolato Sara, che esplora le cause di questa epidemia di violenza sulle donne e ricostruisce i fatti attraverso interviste inedite.

All’Università Roma Tre, dove Sara studiava, è stato realizzato un murale in suo ricordo, simbolo della lotta per la parità di genere e contro la violenza. Il centro antiviolenza dell’università è stato intitolato a Sara, sottolineando l’impegno istituzionale nella prevenzione e nel sostegno alle vittime di violenzaLa madre di Sara, Concetta Raccuia, ha espresso la speranza che la sua storia possa servire come monito per altre donne e ragazze che si trovano in situazioni simili, sottolineando l’importanza della consapevolezza e della prevenzione contro lo stalking psicologico.

I comportamenti psicologici degli stalker: meccanismi e riconoscimenti

Gli stalker agiscono spinti da dinamiche complesse, spesso legate a disturbi della regolazione emotiva e distorsioni cognitive. Le principali motivazioni includono la gelosia patologica o il rifiuto percepito, che rappresenta circa il 70% dei casi legati a ex-partner. Inoltre, sono coinvolti disturbi narcisistici, come il senso di diritto o l’idealizzazione della vittima, e psicosi o deliri, come la sindrome di de Clérambault, dove lo stalker crede di essere amato dalla vittima.

I meccanismi mentali ricorrenti includono l’idealizzazione, la credenza che la vittima li ami o li ammiri; il rispecchiamento, la proiezione di sé sulla vittima; la gemellanza, la percezione di complementarità con la vittima; e la fusione, il desiderio di condivisione del destino.

Le tipologie di stalker possono essere classificate in corteggiatori incompetenti, che mostrano comportamenti grezzi e incapacità di interpretare i rifiuti; risentiti, che ricercano vendetta per presunti torti subiti; predatori, che cercano gratificazione sessuale o controllo; e deliranti, convinti di un amore reciproco inesistente, come nella sindrome di de Clérambault.

I segnali comportamentali includono contatti intrusivi, come messaggi o chiamate ripetute, pedinamenti e regali indesiderati. Gli stalker possono anche effettuare monitoraggio attraverso social media, GPS o investigazioni private, e escalare le minacce, passando da aggressioni verbali a danni materiali o fisici. Spesso, razionalizzano le loro azioni come amore o giustizia.

L’impatto sulla vittima può essere devastante, portando a disturbo post-traumatico da stress (PTSD), con sintomi come flashback e ipervigilanza. Le vittime possono anche sviluppare ansia generalizzata, con disturbi del sonno e attacchi di panico, e isolamento sociale, riducendo le attività lavorative e cambiando residenza. Inoltre, possono manifestare sintomi fisici come cefalee, disturbi alimentari e abuso di sostanze.

Per affrontare lo stalking, è fondamentale adottare strategie di intervento efficaci. La documentazione di ogni contatto è cruciale per raccogliere prove legali. Le vittime dovrebbero richiedere protezione legale, come ordini restrittivi, e segnalare immediatamente alle autorità. La sicurezza digitale è altrettanto importante, disattivando la geolocalizzazione, rafforzando la privacy sui social e utilizzando l’autenticazione a due fattori.

Il supporto psicologico è essenziale sia per le vittime che per gli stalker. Le vittime possono beneficiare di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per gestire ansia e PTSD, mentre gli stalker possono partecipare a programmi di riabilitazione focalizzati sull’empatia e la gestione della rabbia.

Infine, la prevenzione è fondamentale. È importante effettuare screening precoce per identificare segnali come fissazioni relazionali o gelosia immotivata. Programmi educativi scolastici su consenso e confini interpersonali possono aiutare a prevenire comportamenti problematici. La collaborazione interistituzionale tra forze dell’ordine, psicologi e servizi sociali è cruciale per condividere dati e coordinare interventi efficaci.





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