Povertà in giacca e cravatta: aumentano le persone che chiedono aiuto alle mense

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


(da Vdossier) – I numeri sono triplicati, le persone che arrivano per un pasto caldo sono diventate almeno centoventi, anche di più certi giorni. Il crescendo si è innescato dopo lo spartiacque pandemico e di sera tra i tavoli allineati del salone, nella vasta sala luminosa di un’ex chiesa, ogni persona ha un problema diverso da raccontare, che dice molto dell’Italia contemporanea e dei suoi gruppi sociali più fragili. È così nella mensa sociale di Ancona, è così nelle tante strutture gestite da associazioni di volontariato che operano dal Nord al Sud dell’Italia, nei grandi centri come in provincia.

C’è il pensionato con la minima che non arriva a fine mese, c’è chi soffre di dipendenze, chi è appena uscito di prigione. Arrivano persone che per un po’ hanno potuto contare sul reddito di cittadinanza e ora non ce la fanno più a portare il cibo in tavola tutti i giorni. Oppure c’è l’uomo di mezza età che è rimasto solo e confida ai volontari tutto il suo disorientamento, ci sono i migranti in attesa che aspettano d’essere accolti in qualche struttura gestita dalla Prefettura, ma che, durante il lentissimo disbrigo delle carte, vivono in strada da settimane, oppure c’è la famiglia di sudamericani atterrata con un visto turistico che ora cerca di trovare il proprio futuro in Italia.

Ma la descrizione della fotografia si potrebbe fare sempre più dettagliata, quel che conta è che in tutta Italia, da Milano a Palermo, da Roma ai centri di provincia, crescono i numeri di accesso ai servizi di mense sociali, centri diurni, empori solidali per chi sta scivolando sul piano sempre più reclinato del bisogno e della fragilità sociale. E l’impegno del volontariato, su questo fronte, è sempre più intenso e generoso. Dopo la flessione del numero dei volontari in Italia registrata dall’Istat nel 2021, ora le associazioni intervistate parlano tutte, o quasi, di un turnover con un ritorno di volontari pronti a stringersi attorno ad associazioni sempre più impegnate nel far fronte a indigenze vecchie e nuove.

Che la povertà sia in aumento non lo testimonia solo il Terzo settore ma anche la statistica. Secondo Istat, i poveri assoluti lo scorso anno sono saliti, da 5 milioni 317mila a 5 milioni 674mila (+ 357mila unità).

Da dove nasce questo aumento di domande? Riflette Stefania Papa, referente dell’area promozione umana della Caritas Ancona Osimo: “Si sono moltiplicati i problemi, aumentano le contraddizioni, negli ultimi anni è emersa una pluralità di situazioni molto sfaccettate che coinvolgono una fascia sempre più ampia di popolazione. La povertà grigia, come la chiamiamo noi, è venuta a galla.  Le persone che fino a qualche tempo fa riuscivano a restare in equilibrio hanno iniziato a cedere e non arrivano più a coprire tutti i propri bisogni materiali”. A generare questa cascata di problemi c’è un intreccio di fattori vicini e lontani, guerre, speculazioni, tagli del welfare, cambiamenti antropologici in atto e altro ancora, che impattano soprattutto su chi ha meno risorse economiche per fare fronte. Il rapporto Caritas 2023, “Tutto da perdere”, spiega che povertà ed esclusione sociale hanno aumentato la loro incidenza dal 9,1 per cento al 9,7 per cento nel giro di un anno. Si contano 2 milioni 187mila famiglie in povertà assoluta, a fronte dei 2 milioni 22mila famiglie del 2021 (+165mila nuclei). Gli stranieri, che rappresentano solo l’8,7 per cento della popolazione residente, costituiscono il 30 per cento dei poveri. E poi ancora, continua lo scandalo della povertà minorile, che coinvolge un milione e 270mila persone, il 13,4 per cento in Italia, il 15,9 per cento nel Sud. È un’indigenza quella in famiglia che si trasforma in povertà educativa. Ad Ancona per esempio, nel periodo di settembre mentre questa inchiesta è in preparazione e le scuole hanno appena riaperto, gli operatori raccontano che sono stati tanti i genitori arrivati per chiedere un grembiulino o penne e quaderni negli empori solidali. 

Continua nel sito di Vodoiser

Ancora nel Centro Italia, nell’entroterra marchigiano, in una città medio piccola come Fermo i temi della povertà si ripropongono in scala ridotta, ma con dinamiche molto simili ai centri più grandi. Lo testimonia il lavoro del Ponte, un’associazione che opera nel territorio da 37 anni. E prepara circa 50 o 60 pasti al giorno con la mensa sociale e segue centottanta famiglie con i pacchi alimentari, operando in rete insieme ad altri enti solidali del territorio. In un lavoro di prossimità che permette forse di osservare più da vicino alcuni fenomeni della propria comunità: “Di sicuro, dagli ultimi anni, c’è stato un grande aumento dell’isolamento e della solitudine fra le persone”. racconta il presidente dell’associazione Il Ponte Silvano Gallucci. “Prima del Covid, nella mensa si mangiava tutti assieme, ora facciamo fatica a riportare le persone attorno allo stesso tavolo. In tanti preferiscono prendere il loro asporto e andarsene. È una solitudine che si consuma anche sprofondando per ore nei propri telefoni. Ultimamente è venuta meno quella reciprocità di mutuo aiuto prima più visibile fra ospiti”. L’associazione segue famiglie che, anche nelle Marche, non arrivano a fine mese perché monoreddito o con lavori sfruttati e mal pagati, e che non possono permettersi alcuna attività culturale, sportiva, educativa e formativa. “Altri non riescono ad amministrare il proprio budget familiare e bruciano il poco denaro in cose superflue, frastornati dai modelli culturali degli ultimi anni”. Fra le tantissime e sempre più diverse richieste che si affacciano, è sentito con particolare urgenza il tema sanitario. “Vediamo che chi è senza sufficienti risorse non riesce ad accedere ai servizi medici. Per molti questo è fonte di grande angoscia”.

Contina nel sito di Vdossier

* di Marco Benedettelli – articolo pubblicato sulla rivista VDossier anno 2 numero 15



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link