Rigenerazione urbana partecipata, nell’Urban Center presentato il Piano Città dell’Agenzia del Demanio – Ambient&Ambienti

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Gli spazi individuati dall’Agenzia del Demanio sono principalmente ex caserme ed ex ospedali militari, che proprio per la loro passata funzione, sono sempre stati separati dalla città. Qui in futuro saranno realizzati parchi e aree verdi accessibili, nell’ottica di una ricucitura con la comunità

 

Valorizzare il patrimonio immobiliare già esistente, riconvertendo ex caserme ed ex ospedali militari ormai in disuso ed integrandoli in modo armonioso nel tessuto urbano.

È questo il principale obiettivo perseguito dal Piano Città degli immobili pubblici di Bari, presentato nell’Urban Center del capoluogo pugliese dall’Agenzia del Demanio. Una strategia promossa su tutto il territorio nazionale. “Vogliamo promuovere una pianificazione integrata degli interventi di valorizzazione, riqualificazione e rifunzionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, in disuso o non adeguatamente utilizzato, in un’ottica di rigenerazione urbana – ha dichiarato il direttore della Direzione Regionale Puglia e Basilicata del Demanio Antonio Ottavio Ficchì – Tali interventi mirano sia a rispondere ai fabbisogni delle pubbliche amministrazioni e della collettività sia a creare sviluppo sostenibile e valore economico, ambientale, culturale e sociale sui territori.

Cosa prevede il Piano Città di Bari

Un momento dell’incontro all’Urban Center

Il Piano Città di Bari prevede, tra l’altro, la valorizzazione del verde urbano, la tutela del patrimonio storico e il miglioramento dei servizi per cittadini, studenti e turisti, rafforza l’offerta di residenze universitarie, di infrastrutture per giustizia, ricerca e sport. Si tratta di interventi che riguardano l’edificato esistente, dunque, che viene riconvertito risparmiando sul consumo di suolo. Una risorsa quest’ultima molto scarsa “per questo – ha evidenziato Pompeo Colacicco, direttore ripartizione Governo e Sviluppo strategico del territorio del Comune di Bari – non possiamo utilizzarla come se fosse una risorsa infinita. Inoltre, nel momento in cui si interviene su questi immobili e li si ristruttura, lo si fa con le tecnologie attuali e quindi si garantiscono soluzioni che riducono il consumo di nuova materia prima, rendendo questi edifici poco energivori, attraverso l’uso di nuovi materiali. Quindi, minor consumo di suolo da una parte e prestazioni energetiche elevate dall’altra”. Nell’occasione è stato anche istituito il “City Plan Center” all’interno dell’Urban Center di Bari, un luogo dove illustrare ai cittadini i diversi interventi e dove incontrare le organizzazioni del territorio per un confronto costruttivo e partecipato per il futuro della città e per accrescere il benessere e la qualità della vita dei cittadini.

Un confronto vivace

Parco Gargasole, un esempio di progettazione partecipata

Un confronto che la cittadinanza chiede a gran voce, come emerso durante l’incontro, al termine del quale si è aperto un dibattito con i cittadini e le associazioni presenti. “Abbiamo subìto la presentazione di questi progetti in maniera passiva – ha sottolineato Manlio Epifania, presidente dell’associazione di promozione sociale Masseria dei Monelli – Ortocircuito, una delle associazioni che gestisce in autonomia il Parco Gargasole: “Sappiamo poco o niente di questi progetti. Per questo abbiamo chiesto una partecipazione reale e concreta in questi processi che sono determinanti per la nostra città. Ad esempio, sul tema del Parco della Giustizia, numerose sono state le polemiche”.

Molti sono stati coloro che hanno sollevato dubbi sul progetto: da una parte, i residenti e i commercianti del quartiere Libertà non vorrebbero che il tribunale venga trasferito a Carrassi, perchè vorrebbe dire perdere quell’indotto economico che, negli anni, si è creato attorno al tribunale stesso. Mentre, i residenti del quartiere Carrassi, temono problemi di viabilità. “Questa città – ha poi concluso Manlio Epifania – soffre la mancanza di vuoti fisici, in cui il cemento e l’asfalto si facciano da parte per restituire aria e vita ai quartieri”.

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I lavori al Parco della Rinascita (foto dalla pagina Facebook del Comitato cittadino Fibronit)

Presente al confronto, tra gli altri, anche Carlo Paolini, presidente di Arca. Anch’egli ha sottolineato la totale assenza di partecipazione dei cittadini alla realizzazione di questi progetti che cambieranno di fatto il volto della città. Nel suo intervento, in particolare, Paolini ha parlato della colmata di Marisabella, nel porto del capoluogo pugliese che “non farà altro che aumentare le temperature nel periodo estivo, con buona pace dei residenti. E poi, il bosco verticale di via Napoli, un progetto bellissimo sulla carta ma che presenta problemi strutturali e fisici, perché realizzato su un lago”.

In totale sono 15 le aree individuate dall’Agenzia del Demanio, tra queste ex Ospedale militare Bonomo, in via Giulio Petroni, dove saranno trasferiti gli uffici delle amministrazioni statali e nuove residenze universitarie all’interno di un grande parco pubblico; il Parco dell’Innovazione nella ex Caserma Magrone, in via Amendola, dove saranno realizzati laboratori di ricerca del Politecnico di Bari e alloggi universitari. Ed ancora, il Parco dell’Ex Fibronit, l’ex Manifattura Tabacchi e il Parco Costa Sud. Progetti che si auspica possano integrarsi con il Pug cittadino.





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