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“Dopo significativi miglioramenti sul Pronto Soccorso e il riassorbimento delle liste chirurgiche che pur non ancora ottimali si stanno progressivamente riducendo, a partire dal mese di febbraio di quest’anno i tempi di attesa per le visite ambulatoriali sono in miglioramento”.
A scriverlo, in una nota, l’Azienda Usl che spiega come “proseguono le azioni messe in campo nel percorso di riduzione delle attese nelle prestazioni sanitarie”, e che “gli ultimi dati mostrano i primi importanti risultati anche sulle visite ambulatoriali, al centro dell’agenda 2025”.
“L’anno scorso, pur con le note criticità, il 70 per cento delle prestazioni ambulatoriali relative ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è stata erogata nei tempi corretti”, fanno sapere ancora dall’Azienda.
I dati sui tempi di attesa
A livello di numeri, l’Usl fa sapere che “pur avendo ampliato il monitoraggio mensile, secondo le nuove normative, delle prestazioni da controllare (da 69 a 114 tra visite e esami strumentali), nell’estrazione di dati del 5 febbraio e del 7 marzo le liste di galleggiamento sono scese dal 22 per cento del totale al 7 per cento, da 15 a 8, scendendo da 2.000 pazienti in attesa di una prenotazione a meno di 200”.
Dall’estrazione dati di marzo risultano diminuiti anche i tempi di attesa per diverse prestazioni: 11 giorni per la visita dermatologica, 12 per la visita cardiologica, 18 giorni per una TAC, 7 giorni per una radiografia, 14 giorni per la visita andrologica, 6 giorni per la visita di chirurgia vascolare, 14 giorni per la visita ortopedica.
Nonostante i progressi – si legge nella nota Usl –, rimangono ancora attive liste di galleggiamento in alcune specialità, tra cui la visita neurologica, la colonscopia totale e l’esofagogastroduodenoscopia, alcuni tipi di esami da Risonanza magnetica, nonché prestazioni fuori standard.
“Nel primo semestre di quest’anno ci aspettiamo ragionevolmente dei miglioramenti nelle liste di attesa ambulatoriali e questi dati di febbraio e marzo sono incoraggianti, anche se non risolutivi di tutte le criticità – spiega il direttore generale Usl Massimo Uberti –. Nei prossimi mesi si verificheranno ancora ampie fluttuazioni dei tempi di attesa che pubblichiamo mensilmente nel giorno campione. È importante osservare l’andamento nel medio periodo che produrrà una progressiva riduzione pur con le oscillazioni di questa fase. Il nostro obiettivo primario per il 2025 è arrivare alla seconda metà dell’anno con tempi d’attesa più contenuti e un maggior numero di prestazioni ambulatoriali rientranti stabilmente negli standard”.
Non solo. Dato che i tempi di attesa ambulatoriali sono una criticità nazionale, molto sentita dai cittadini, Uberti aggiunge: “Questo è il tema più complesso da affrontare perché quando il problema a monte è quello della ben nota (e ormai europea) carenza di personale sanitario, la prima cosa da garantire sono la gestione delle emergenze e l’assistenza ospedaliera per i pazienti più gravi, il che comporta una minore disponibilità di risorse per le prestazioni ambulatoriali. Abbiamo dovuto avviare prima il percorso per il miglioramento per l’emergenza e per l’attività ospedaliera: solo ora è possibile concentrarsi su quelle ambulatoriali”.
Intanto, sono in corso i cosiddetti “incontri di budget”: ““Stiamo mettendo in piedi un progetto strutturato che agisce su tutta la filiera produttiva – aggiunge il Direttore generale –. Negli incontri sul budget di inizio anno con i Direttori di ogni Struttura definiamo con ognuno di loro oltre alle risorse disponibili, il personale necessario e gli obiettivi legati agli incentivi economici, concordando contestualmente anche gli incrementi dei volumi di attività per le prestazioni ambulatoriali il più possibile coincidenti con le esigenze del territorio. Stiamo strutturando un sistema più solido, mettendo in evidenza la responsabilità di ciascuno nell’attuare le misure necessarie. Le difficoltà ci sono per tutti, ma dobbiamo affrontarle con pragmatismo”.
“Abbiamo coinvolto inoltre anche le strutture private convenzionate, che operano con criteri di qualità certificati dalla Regione, che per la prima volta hanno fornito una programmazione puntuale da subito per l’intero anno – chiude Uberti –. In questo modo possiamo programmare gli appuntamenti a lungo termine, riducendo il problema delle liste di galleggiamento che si riempiono improvvisamente. Il processo è in continua evoluzione, ma l’importante è mantenere un equilibrio e garantire un miglioramento progressivo ma costante, anziché soluzioni temporanee che poi ci riportano al punto di partenza”.
“Stiamo seguendo un percorso nella consapevolezza che le liste di attesa sono un problema che interessa oramai la sanità da qualche decennio, la cui ben nota causa principale è la mancanza di professionisti, sia nel settore pubblico che in quello privato e pertanto il tema non può essere affrontato semplificando processi per loro natura datati – dice invece l’assessore alla Sanità Carlo Marzi –. È necessario confermare la collaborazione con i privati convenzionati, che riteniamo di fondamentale importanza per integrare e completare l’offerta dei servizi. In questa logica, il 23 dicembre scorso abbiamo adeguato il tariffario regionale delle visite mediche che il settore privato pone a disposizione dei cittadini per offrire maggiori possibilità di visite e concorrere a ridurre le liste di attesa”.
“Inoltre – aggiunge –, abbiamo coinvolto le strutture private convenzionate che per la prima volta hanno fornito una programmazione puntuale per l’intero anno, consentendo di programmare gli appuntamenti e riducendo i numeri delle liste di attesa. Parallelamente, per aiutare a ridurre le liste d’attesa degli interventi di chirurgia generale a bassa e media complessità abbiamo aperto gli interventi presso la clinica di Saint-Pierre”.
“Sul fronte organizzativo interno, la Direzione strategica ha concordato con i Direttori di struttura un’azione più forte, utilizzando lo strumento su base volontaria delle prestazioni aggiuntive tramite LPA e del possibile ricorso alla Libera Professione Intramuraria, solo per i tipi di prestazione previsti, valutando anche l’orario serale e il fine settimana – chiude Marzi –. Le risposte fast food vanno bene per farsi pubblicità, non per risolvere problemi presenti da sempre. Noi sappiamo che le liste d’attesa sono una malattia interna al nostro sistema sanitario pubblico. Non è privilegiando una delle sue componenti a discapito di altre che lo si sostiene o migliora. Anche in questo caso serve equilibrio, pazienza e ascolto di tutte le parti. Così stiamo agendo e così vogliamo continuare ad agire”.
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