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«Sono necessari sgravi fiscali per chi investe nell’entroterra». Ecco l’analisi di Maccari (La Pasta di Camerino)


MACERATA Sgravi fiscali agli imprenditori che investono nel cratere sismico, con l’obiettivo di rilanciare produttività ed occupazione giovanile e combattere lo spopolamento. Federico Maccari, ceo di La Pasta di Camerino, indica quella che potrebbe essere la strada maestra. «La ricostruzione delle abitazioni si sta muovendo – afferma Maccari – e ciò è positivo. D’altro canto però creare una città senza un tessuto urbano-lavorativo non serve a nulla. Come imprenditori e come associazione di Confindustria in tutte le occasioni avute in questi anni abbiamo chiesto alla politica di individuare delle forme di incentivazione economica su un territorio molto piccolo, il cui impatto sul bilancio statale sarebbe davvero irrisorio. Ma vitale invece per far ripartire queste aree. No contributi a fondo perduto ma incentivi con sgravi fiscali per quelle imprese che decidono di operare nel territorio per i primi 3/5 anni. Purtroppo oggi chi lavora in queste zone, come la mia azienda, che poi porta il prodotto in tutta Italia, deve confrontarsi a livello nazionale ed internazionale con altre realtà e si fa più fatica proprio perché ci troviamo in una zona con meno servizi, meno infrastrutture, meno connessioni con il resto del mondo».

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Le difficoltà

Il problema è anche quello di reperire risorse umane su un territorio che dopo il terremoto ha visto molte persone trasferirsi altrove, difficoltà che si somma a chi da fuori vuol venire a lavorare a Camerino e dintorni. «Come imprenditori siamo lasciati soli a curare questi territori quando invece avremmo bisogno di un forte sostegno per affrontare una ripartenza necessaria – sottolinea Maccari -. È vero che abbiamo l’Unicam, che è un motore formidabile, ma non può essere l’unico: serve un sistema produttivo che agisca e sia supportato adeguatamente dallo Stato. A parole sentiamo tanto interesse verso la montagna, i borghi, la bellezza dei territori, però poi quando scendiamo nel concreto non ci sono azioni adeguate che ne supportino il rilancio. La proposta di sgravi fiscali per le nuove imprese che decidono di aprire stabilimenti nel cratere sismico e magari la detassazione degli utili per chi reinveste nell’impresa, riferito ad aziende che invece sono già presenti in questi territori, sarebbero strumenti determinanti per attrarre investimenti da un lato ed occupazione, soprattutto giovanile, dall’altro. Consentendo anche all’indotto di rifiatare e all’economia di rimettersi in moto».

Difficoltà che la stessa Pasta di Camerino sta trovando nel progetto che la proprietà ha pianificato per ingrandire la produzione. «Noi abbiamo attualmente 110 dipendenti, vorremmo ampliare lo stabilimento e di conseguenza fare nuove assunzioni – conclude l’imprenditore – ma ci troviamo in difficoltà nel reperire personale: poi ci troviamo a pagare costi più elevati per i servizi, in particolare la logistica, visto che i corrieri arrivano a Camerino solo per la nostra azienda e non anche per altre imprese e questo comporta poi tempi più lunghi per effettuare le consegne».

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