Credito agricolo in forte contrazione


“Quello dell’accesso al credito è un tema molto sentito in tutti i principali settori produttivi che contribuiscono alla crescita del Paese, a partire ovviamente dall’agricoltura, che sconta ataviche difficoltà in tale ambito; la disponibilità di risorse e prodotti finanziari, infatti, rappresenta una condizione indispensabile per la tenuta di qualsiasi impresa”. 

Lo sottolinea il vicepresidente della Copagri, Giovanni Bernardini, a margine dei lavori del forum dell’associazione bancaria Italiana-Abi dedicato al tema Credito e finanza 2025, ai quali ha partecipato in quanto componente del tavolo Ciri-Abi.

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“Proprio per tali ragioni, destano più di qualche preoccupazione alcuni dati emersi durante l’interessante iniziativa dell’Abi, organizzata per analizzare le trasformazioni che sta vivendo il mondo del credito e della finanza”, prosegue Bernardini, ad avviso del quale “i numeri relativi al credito agricolo evidenziano una volta di più l’importanza di continuare a lavorare per stringere il rapporto tra istituti di credito e imprese agricole”.

Calo finanziamenti: in 15 anni da 43  a 39,5 miliardi

“Negli ultimi 15 anni, infatti, il credito agricolo ha subito una contrazione significativa, tanto che lo stock complessivo di finanziamenti al comparto è passato dai 43 miliardi del 2010 ai 39,5 miliardi del 2023, con una flessione media annua del 2,5% negli ultimi cinque anni e con un trend negativo particolarmente accentuato dopo il 2011, direttamente collegato al cosiddetto credit crunch”, evidenzia il vicepresidente.

Tonfo del credito fondiario

“Il credito fondiario, ovvero quello destinato agli investimenti strutturali, quali terreni e macchinari, dal 2009 al 2023 ha registrato un calo del 40%, passando dal rappresentare il 22% del totale agricolo nel 2009 ad appena il 13% nel 2023; e questo principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dei terreni e del restringimento delle politiche creditizie post-crisi”, fa notare Bernardini, spiegando che “un andamento analogo si è registrato per il credito di esercizio, cioè quello utilizzato per l’attività corrente, come l’acquisto di sementi e fertilizzanti, che dal 2010 al 2023 si è ridotto del 30% in termini reali, tanto che oggi solo il 32% delle aziende ottiene finanziamenti agevolati, contro il 45% del 2010”.

Guardare alla Germania 

“In tale ottica, il sistema delle garanzie rappresenta una delle potenziali criticità per l’accesso al credito, influenzando sia l’erogazione che i costi; e questo assunto vale sia con riferimento alle garanzie tradizionali, per le quali le banche richiedono garanzie reali di cui nel 40% dei casi le imprese non dispongono, che alle garanzie pubbliche, delle quali nel 2023 ha beneficiato appena il 15% delle erogazioni, a causa di procedure lente e diverse complessità burocratiche”, aggiunge il vicepresidente della Copagri, invitando a guardare agli interessanti strumenti messi in campo da altri paesi europei, quali ad esempio la Germania, che ha da tempo istituito una banca pubblica per prestiti a tasso zero, o la Francia, che con le garanzie mobiliari sui raccolti futuri dà agli agricoltori la possibilità di ottenere credito a breve termine senza ipoteche immobiliari.

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Fonte: Copagri 



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