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I futures di Wall Street preannunciano ulteriori ribassi: -3,56% per l’indice Dow Jones e -3,85% per l’S&P 500. A New York il petrolio scende sotto i 60 dollari per la prima volta dall’aprile 2021. Come proteggere i portafogli guardando al lungo periodo
Nella scorsa settimana, i mercati finanziari globali hanno subito un vero e proprio tracollo dopo l’annuncio del presidente USA Donald Trump sui nuovi dazi. In sole due sedute, le principali Borse europee hanno perso capitalizzazione per oltre 1.241 miliardi di euro, con Piazza Affari che ha registrato un pesante -6,5% venerdì scorso, peggior risultato tra i principali listini del continente. Anche Wall Street non è stata risparmiata: persi 5.200 miliardi di dollari in due giorni, con il Nasdaq che ha ceduto il 9%, entrando ufficialmente in fase orso con una flessione complessiva superiore al 20% rispetto ai massimi recenti.
I futures di Wall Street preannunciano ulteriori ribassi all’apertura della nuova settimana: il Dow Jones cede il 3,56% e l’S&P 500 il 3,85%. Il petrolio a New York è sceso sotto i 60 dollari al barile, per la prima volta dall’aprile 2021, segnalando ulteriori pressioni ribassiste sui mercati energetici. In un contesto così volatile, la domanda su come proteggere i portafogli guardando al lungo periodo diventa centrale per gli investitori.
I numeri del tracollo
Il pesante ribasso delle Borse globali è stato scatenato dalla decisione di Trump di imporre dazi minimi del 10% su tutte le esportazioni, con tariffe ben più elevate su alcuni partner commerciali, tra cui Cina, Giappone e India. La Cina ha immediatamente risposto con controdazi del 34% sui prodotti Usa, inasprendo ulteriormente il clima.
Tra i comparti più colpiti in Europa spiccano il settore bancario (-8,4%) e industriale (-5,91%). Il timore di una recessione globale ha inoltre spinto il rendimento del Treasury a 10 anni sotto il 4%, segnalando una crescente avversione al rischio tra gli investitori. Anche il cambio euro-dollaro ha subito forti oscillazioni.
La view dei gestori
L’annuncio dei dazi e la risposta cinese hanno suscitato immediate reazioni tra i gestori patrimoniali. Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac, ha sottolineato come il “Liberation Day” statunitense potrebbe ridurre il PIL americano di un ulteriore 1,5%. “L’economia statunitense quest’anno rischia la recessione, con l’inflazione che accelera nuovamente”, ha dichiarato. Anche Antonio Cavarero, head of Investments di Generali Asset Management, ha messo in guardia sugli effetti delle tariffe: “fino a quando Trump non darà segno di essere disposto a mitigare tali misure, tutti i mercati dovranno prezzare scenari di crescita più bassa e inflazione più alta”. “L’allocazione dei portafogli non può che dipendere dagli scenari che si svilupperanno: in particolare, la fiducia nel dollaro e nell’eccezionalità dei mercati americani potrebbe essere danneggiata seriamente da quanto sta succedendo, con tutto quello che consegue per gli asset americani”, ha spiegato inoltre Cavarero.
Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, ha sottolineato come sia fondamentale in queste situazioni evitare reazioni impulsive: “vendere in preda al panico può cristallizzare perdite che spesso, col senno di poi, risultano temporanee. Manteniamo invece lo sguardo sui fondamentali: molte aziende di qualità conservano bilanci solidi e vantaggi competitivi che permetteranno loro di superare anche questa fase difficile. In particolare, realtà con business resilienti o esposte a trend strutturali di lungo periodo possono rappresentare una guida anche in contesti avversi.” “Gli stress di mercato possono offrire opportunità di acquisto selettive”, ha aggiunto Calef, “ma è fondamentale mantenere un portafoglio ben diversificato per assorbire meglio gli shock”.
Simon Wiersma, investment manager di ING, ha commentato: “Nel medio termine, è probabile che i dazi continuino a generare volatilità sui mercati azionari globali. Gli approcci basati sul value investing e sulla rotazione settoriale possono offrire maggiore resilienza”.
La stretta via della politica
Le istituzioni europee e italiane hanno reagito con prudenza alla crisi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo da Cernobbio, ha dichiarato: “Siamo impegnati in una de-escalation con l’amministrazione Trump. Come governo dobbiamo cercare di mantenere il sangue freddo e valutare gli impatti”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno concordato sulla necessità di evitare una guerra commerciale, pur precisando che “nulla è escluso”.
Il dibattito rimane aperto anche sulle misure di sostegno economico per i settori più colpiti. Giorgetti ha aggiunto: “Gli aiuti per le imprese danneggiate devono essere consentiti dalle regole europee. Serve un approccio pragmatico e razionale”.
Guardando alla settimana entrante, gli operatori restano cauti. Il dialogo a distanza tra Washington e Pechino e le risposte da parte della Fed saranno elementi cruciali per determinare l’andamento dei mercati. Gli investitori attendono segnali chiari di distensione per evitare nuovi crolli e iniziare a ricostruire la fiducia sui listini globali.
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