Dopo cinque mesi di intensi negoziati, la vertenza Beko si avvia verso una conclusione significativa. L’accordo, frutto di un lungo e complesso dialogo tra le parti coinvolte, sarà ufficialmente firmato domani, 18 aprile 2025, alle 18 presso il Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini a Roma. La cerimonia sarà presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al sottosegretario Fausta Bergamotto. La notizia ha suscitato un forte entusiasmo tra i lavoratori, che hanno espresso il loro consenso all’intesa attraverso un referendum, con un impressionante 88% di voti favorevoli, pari a 2.569 consensi su un totale di voti validi.
Le parti coinvolte e il loro ruolo
La firma del protocollo d’intesa vedrà la partecipazione di figure chiave del panorama politico e sindacale. La delegazione aziendale di Beko, insieme ai rappresentanti sindacali e alle autorità locali, tra cui il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, si riuniranno per siglare un accordo che mira a garantire un sostegno concreto ai lavoratori. La presenza di attori istituzionali, come il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, evidenzia l’importanza di questo momento cruciale per il settore e per i dipendenti coinvolti, sottolineando l’impegno collettivo per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Le preoccupazioni per i lavoratori di Fabriano
Nonostante il successo dell’intesa, emergono preoccupazioni per la situazione degli impiegati a Fabriano. Il presidente Acquaroli ha espresso il suo timore riguardo ai 193 lavoratori che operano negli uffici e ai 64 nello stabilimento di Melano, che risultano a rischio. Il piano prevede la possibilità di 80 esuberi a Comunanza, dove l’attività produttiva continuerà a regime. Tuttavia, l’accordo formalizzato domani prevede misure specifiche per gestire i possibili esuberi, garantendo che non ci saranno licenziamenti unilaterali, ma uscite incentivanti. Si prevede un massimo di 90.000 euro, a seconda dell’età, per coloro che scelgono di optare per la risoluzione anticipata del contratto, insieme all’adozione di un contratto di solidarietà valido fino al 31 dicembre 2027. Queste misure rappresentano un tentativo di Beko di tutelare i propri lavoratori mentre si cerca di mantenere la capacità produttiva.
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