Numerose soluzioni presentate alla Hannover Messe hanno impressionato negli ultimi giorni i visitatori con le loro capacità di intelligenza artificiale. Seppur negli ultimi anni sia stata interpretata come una moda, finalmente l’intelligenza artificiale è entrata nelle industrie europee nel 2025 ed è apprezzata come motore di innovazione. Ma cosa sta succedendo per quanto riguarda l’uso dell’IA al di fuori delle grandi aziende? Reichelt elektronik ha chiesto dove e come le medie imprese industriali stanno già utilizzando l’IA in Italia e i risultati dell’indagine sono ottimistici.
Lo studio, commissionato da reichelt elektronik e condotto da OnePoll, ha coinvolto 250 decisori di medie aziende nei settori automobilistico, manifatturiero e tecnologico. I risultati mostrano che investire nell’intelligenza artificiale è una priorità. Quasi la metà degli intervistati (43%) sta già utilizzando l’IA o ha in programma di farlo nel prossimo futuro.
Quasi un terzo (28%) la utilizza già nella vita quotidiana, mentre un ulteriore 31% sta attualmente gestendo progetti pilota o si trova nella fase di test. Il 15% è ancora nella fase di pianificazione, ma prevede di iniziare a utilizzarla entro i prossimi 12 mesi. Le medie aziende industriali, quindi, non sono un’eccezione in un contesto di diffusa adozione dell’IA.
L’IA è principalmente utilizzata nelle PMI per ottimizzare i processi aziendali e produttivi (57%) e durante il processo di sviluppo, ad esempio per facilitare la progettazione dei prodotti (38%). La capacità di trarre tendenze di sviluppo dai dati e aumentare così l’efficienza, minimizzando i tempi di inattività, offre anche un alto valore aggiunto (59%). Tuttavia, gli strumenti di manutenzione predittiva basati sull’IA sono utilizzati da poco meno di un terzo (29%) delle aziende intervistate.
Secondo i rispondenti, l’uso dell’IA può già essere considerato un successo completo. Un’ampia maggioranza (‘88%) ha confermato che l’IA li aiuta ad aumentare la qualità. All’intelligenza artificiale viene anche attribuito il contributo nel ridurre i costi (38%) e nell‘introdurre processi più efficaci (77%). Questo significa che le aziende traggono attualmente il massimo vantaggio dalle applicazioni dell’IA che permettono loro di produrre più velocemente e con maggiore qualità, portando a un aumento dei profitti per quasi tre quarti (68%).
Tuttavia, c’è attenzione anche sull’aumento della capacità di innovazione. Ad esempio, il 77% ha dichiarato di essere riuscito a reagire più rapidamente ai cambiamenti del mercato proprio grazie all’IA. Inoltre, le aziende sono state in grado di sviluppare nuovi prodotti più velocemente con l’IA (nell’80% dei casi) o addirittura di creare prodotti più innovativi (nel 67%).
L’IA non è più considerata come un asset facoltativo, nemmeno nelle PMI. Ad esempio, il 75% dei rispondenti afferma che l’IA li aiuterà a sopravvivere alla concorrenza nel mercato globale, e quasi altrettanti (79%) si affidano già all’IA per ottenere o mantenere un vantaggio innovativo.
L’IA non è solo vista come un’opportunità, ma anche come motore per rafforzare il valore dell’Europa come sede per il business. Tre quarti (78%) sarebbero favorevoli alla possibilità che le aziende di intelligenza artificiale europee sviluppino strumenti competitivi che le aziende europee possano utilizzare. Considerando l’attuale situazione politica commerciale tesa e l’incertezza su come gli USA e l’Europa collaboreranno in futuro, questo alto livello di supporto per una maggiore indipendenza europea è comprensibile. Per questa ragione, il 71% degli intervistati auspica anche una rapida attuazione dell’IA per evitare di essere lasciati indietro dai concorrenti degli Stati Uniti o della Cina.
Questo senso di urgenza potrebbe anche essere una delle ragioni per cui l’IA è ormai parte integrante della vita quotidiana nelle aziende. Quasi tutti (91%) riferiscono che i loro dipendenti o collaboratori hanno accolto positivamente l’introduzione dell’IA.
Il 30% delle aziende vede la mancanza di un’infrastruttura IT (ad esempio server) abbastanza potente per le applicazioni basate sull’IA come la maggiore sfida. Viene spesso menzionato anche il problema della sicurezza e protezione dei dati nell’uso delle soluzioni cloud (26%). Quasi un terzo dei rispondenti (26%) affronta anche il problema legato al fatto che le proprie macchine non sono progettate per l’automazione supportata dall’IA.
Per accelerare l’introduzione dell’intelligenza artificiale, alcune aziende vorrebbero poi un accesso più facile ai finanziamenti (40%) e una consulenza nel campo dell’IA (37%). Anche l’infrastruttura digitale è stata spesso citata come bisognosa di miglioramenti (37%). Quasi altrettanti manager vorrebbero vedere meno ostacoli burocratici e una deregolamentazione delle applicazioni di IA (il 40%).
Nonostante ciò, le PMI italiane sono piuttosto positive riguardo agli sviluppi dell’IA e si aspettano una grande quantità di nuovi prodotti innovativi creati dall’IA in futuro (49%). Sperano anche in una connessione ancora più fluida tra i processi aziendali e produttivi, come ad esempio tra acquisti, magazzinaggio e produzione (51%). Il 43% può anche immaginare una produzione ancora più veloce e precisa grazie a robot supportati dall’IA.
“Le imprese italiane si stanno approcciando all’Intelligenza Artificiale più lentamente rispetto ad altri Paesi europei, secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, dove emerge che nel 2024 appena l’81% delle grandi imprese ha almeno valutato un progetto contro una media europea dell’89%; l’Italia appare all’ultimo posto tra i Paesi analizzati con il 59% che ha già un progetto attivo, contro una media europea del 69%, ma emerge che, chi già la utilizza, in un caso su quattro ha già progettualità a regime e che l’Italia è ai primi posti nell’utilizzo di strumenti di GenAI pronti all’uso”, ha commentato Christian Reinwald, Head of Product Management & Marketing.
L’indagine è stata condotta tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2025 su duecentocinquanta decisori tecnologici di medie aziende industriali nei settori automobilistico, ingegneristico, manifatturiero, aerospaziale e tecnologico. L’istituto OnePoll è stato incaricato di condurre l’indagine tramite un questionario online.
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