Davos 2025, gli interventi di oggi al World Economic Forum

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Terza giornata del Forum economico mondiale di Davos. Tra gli ospiti il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha sottolineato \”la diplomazia robusta\” portata avanti da Donald Trump, ancora prima nel suo insediamento, per arrivare a una tregua tra Israele e Hamas a Gaza. \n

Intervento anche della presidente della Bce Christine Lagarde, che ha richiamato la necessità \”di avere un mercato dei capitali che permetta al denaro di rimanere in Europa\”. In merito alla sfida dei dazi che Trump intenderebbe lanciare, ha detto, l’Europa \”deve giocare in attacco, abbiamo bisogno di una spinta e di un cambio\”. Sul tema si è espresso anche il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis: \”Pronti a rispondere ai dazi Usa\”. 

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Dal premier spagnolo Pedro Sánchez un attacco ai Ceo dei social media: \”Un piccolo gruppo di tecno miliardari che non sono più soddisfatti di avere quasi tutto il potere economico, vogliono anche quello politico, minando istituzioni democratiche\”. Tra gli altri presenti il vice-presidente dell’Iran per gli Affari strategici Zarif, il primo ministro dell’Anp Mustafa e la direttrice generale del Fmi Georgieva.

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Il 21 gennaio avevano parlato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il vicepremier cinese Ding Xuexiang, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Zelensky, che ha lanciato un monito: \”Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue? L’Europa deve fare di più, iniziare ad occuparsi di se stessa, perché sia ascoltata nel mondo\”. Fra gli ospiti di ieri anche il presidente israeliano Isaac Herzog, secondo cui la soluzione dei due Stati \”è qualcosa che ho sostenuto in passato, molte volte\”, \”ma direi che ho ricevuto una sveglia dopo il 7 ottobre\”.

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Il live finisce qui: per tutti gli aggiornamenti segui la diretta di Sky TG24

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Le prospettive di una soluzione del conflitto armato in Ucraina, l’attuale situazione geopolitica e a livello regionale e le questioni legate alla sicurezza energetica sono stati i temi di un breve colloquio che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha avuto oggi a Davos con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. \”Ho espresso la speranza di continuare una collaborazione buona e aperta fra i due Paesi con l’obiettivo di una vita migliore per i nostri cittadini e di un appoggio reciproco al comune percorso europeo\”, ha scritto Vucic su Instagram.

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Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha incontrato a Davos il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, con il quale ha avuto \”un colloquio sull’avvio del processo di adesione dell’Ucraina alla Ue\” e al quale ha ribadito \”l’appoggio della Spagna a fronte dell’aggressione russa\”. \”I nostri principi sono chiari: non ci può essere un accordo sull’Ucraina senza Ucraina e non può esserci accordo sulla sicurezza europea senza Europa\”, ha fatto sapere il permier spagnolo

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Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, il processo di allargamento della Ue non si basa sul principio del merito dei vari Paesi candidati, come sostenuto da Bruxelles, ma dipende da quale Paese piace di più agli Stati membri. \”A dicembre noi abbiamo presentato i migliori risultati richiesti dalla Ue, relativi all’agenda di riforme e a quella della crescita. Hanno promesso che avrebbero aperto (per la Serbia) il cluster 3 (su competitività e crescita inslusiva). Lo hanno forse aperto? Lo hanno aperto invece per quelli che loro stessi (a Bruxelles) hanno constatato che sono stati peggiori nell’attuazione di tali condizioni. Che dire, non si valuta per il merito ma per chi piace e chi non piace\”, ha detto Vucic ai giornalisti serbi a Davos, a margine del Forum economico mondiale. Le sue affermazioni si riferivano a quanto sostenuto oggi sempre a Davos dalla commissaria all’allargamento Marta Kos, secondo cui il processo di allargamento si basa sul merito dei vari Paesi candidati.

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A soli tre giorni dal suo insediamento, il presidente americano Donald Trump ha già messo bene in chiaro che chiunque proverà a ostacolare il suo piano per \”rendere l’America di nuovo grande\” la pagherà cara. Il tycoon si è rivolto soprattutto ai Paesi europei, proprio nei giorni del Forum economico di Davos, dove lui stesso interverrà domani. \”Ci trattano molto, molto male e se non correggeranno gli squilibri commerciali dovranno pagare i dazi\”, ha avvertito durante un evento alla Casa Bianca per il lancio di Stargate, la joint-venture da 500 miliardi di dollari per costruire l’infrastruttura necessaria all’intelligenza artificiale. \”Non c’è solo la Cina che si approfitta di noi. Con l’Unione europea abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari\”, ha sottolineato. La reazione dei leader europei non si è fatta attendere. La presidente della Bce Christine Lagarde ha detto di \”non essere sorpresa\” e messo in guardia sulla necessità che l’Europa \”si prepari\”. Il commissario Ue per l’Economia Valdis Dombrovskis ha assicurato che l’Ue \”è pronta a difendere i suoi interessi\”. Mentre per l’inviato in Svizzera del presidente francese Emmanuel Macron, il ministro Laurent Saint-Martin, \”l’elezione di Trump può essere un’opportunità, ma se saranno imposte tariffe ci adegueremo\”.

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\”L’Europa deve diventare più forte e non lasciarsi dividere\” di fronte all’offensiva lanciata dal presidente Usa Donald Trump, ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck a Davos. \”Le cose in Europa sono troppo complicate, il mercato dei capitali deve aprirsi di più agli investimenti\” e gli Stati devono accompagnare l’industria con \”incentivi fiscali e agevolazioni\”. Con l’avanzata di Musk e dei colossi High Tech, secondo Habeck è il momento per l’Europa di investire davvero anche nel campo digitale.

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Grazie all’Intelligenza artificiale il Pil globale potrebbe crescere di un ulteriore 0,8%. Ma \”quando pensiamo a come si possono tradurre queste potenzialità, persiste un divario molto rilevante tra economie avanzate e quelle meno sviluppate. E noi vogliamo colmare questo divario\”, ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva in un panel dei lavori del World Economic Forum. 

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Un’alleanza per l’acqua, con 15-20 aziende player europee e globali del settore idrico che mettono insieme le forze e spingono per una regìa unica per un settore sempre più critico e strategico e al centro dell’agenda della Ue. Questa l’idea principale portata avanti dall’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, al Forum economico mondiale di Davos, nel panel con la Commissaria europea per l’Ambiente, la resilienza idrica e l’economiacircolare Jessika Roswall. In primis – ha detto l’ad di Acea – \”è necessario stabilire una governance centralizzata con una visione complessiva e una forte concentrazione di competenze a livello europeo e nazionale\”. Bisogna poi \”investire per salvaguardare le fonti di distribuzione e creare ecosistemi che le proteggano\”, con attenzione alla manutenzione delle infrastrutture e l’avvio di un \”nuovo ciclo di investimenti per modernizzare e mantenere efficacemente questi sistemi\”.

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Procedura celere

 

Dopo le proteste di ieri, gli attivisti di Greenpeace hanno \”confiscato\” simbolicamente alcuni jet privati in un aeroporto nei pressi di Davos. \”Ventisette attivisti di Greenpeace provenienti da tutta Europa si sono assunti il compito che finora i governi hanno trascurato. Hanno assunto il ruolo di esattori delle tasse e hanno ‘confiscato’ alcuni jet privati all’aeroporto dell’Engadina a Samedan per ristabilire il pagamento delle tasse in sospeso. Hanno attaccato enormi palle di metallo con braccialetti gonfiabili alla caviglia dei jet privati parcheggiati\”, si legge in una nota di Greenpeace. 

“,”postId”:”8644140b-ef4f-4e42-8c0f-1e4468a5b61d”},{“timestamp”:”2025-01-22T17:15:57.480Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-22T18:15:57+0100″,”image”:{“imgSrc”:”https://static.sky.it/editorialimages/2548146402337557782092910810013533354743/external-upload/liveblog-manager/tg24/2025/01/22/kosovo_efta_davos_ansa.jpg”,”imgAlt”:”i rappresentanti dei paesi del trattato”,”imgCredits”:”©Ansa”,”imgCaption”:null},”altBackground”:true,”title”:”Siglato trattato di libero scambio tra Kosovo e Paesi AELS”,”content”:”

A Davos è stato siglato un accordo di libero scambio tra il Kosovo e i Paesi AELS: Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

“,”postId”:”7d4e493b-b15a-4aa4-ad4e-2c98545531b0″},{“timestamp”:”2025-01-22T17:10:08.643Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-22T18:10:08+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Davos, l’appello per il clima di Al Gore”,”content”:”

L’ex vicepresidente Usa Al Gore ha dipinto un quadro apocalittico per il futuro del mondo a causa della crisi climatica. “La combinazione di caldo e umidità sta rendendo sempre più parti della Terra fisiologicamente invivibili per gli esseri umani. Aree relativamente piccole sono nella categoria delle invivibili al momento, ma stanno crescendo e se non iniziamo a ridurre le emissioni in 50 anni zone molto densamente popolate diventeranno fisiologicamente invivibili, con un enorme aumento di migrazioni climatiche verso i confini internazionali. Lo vediamo già nell’Africa sudoccidentale. La Namibia è colpita da una fortissima siccità e stanno uccidendo animali, elefanti compresi, per sfamare gli affamati”, ha detto a Davos.

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Pedro Sánchez ha definito i Ceo di Big Tech e social media \”un piccolo gruppo di tecno miliardari che non sono più soddisfatti di avere quasi tutto il potere economico, vogliono anche quello politico, minando le nostre istituzioni democratiche, e non lo nascondono\”. Per il premier spagnolo le reti sociali \”stanno diventando strumenti che sostituiscono i voti con i likes\”, si sono trasformate in \”un campo di battaglia minato, con manipolazioni, censura\” e questo \”è stato fatto in maniera sistematica\”. 

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La presidente della Bce Christine Lagarde ha parlato anche della nuova \”offensiva\” lanciata da Trump: \”L’Europa si trova di fronte a una sfida esistenziale\” e \”deve agire non muovendosi solo in difesa ma, per rubare un termine sportivo, andando all’attacco e facendo uso degli asset e dei punti di forza di cui dispone\”. Come? Per Lagarde è il momento di \”mettere in campo grandi investimenti utilizzando la grande capacità di risparmio dei cittadini europei che ora viene spesso indirizzata verso i mercati extra-europei\”. Secondo Lagarde \”in Europa abbiamo i talenti, i soldi e le idee. Ma in termini di azione, di fare quel che è necessario, abbiamo bisogno di una spinta e di un cambio\”.

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La presidente della Bce Christine Lagarde è tornata a parlare della necessità di unione europea dei capitali a Davos. \”Credo che ora ci sia un ampio consenso in vari Paesi e nella maggior parte dei partiti, eccezion fatta per quelli che difendono il loro terreno elettorale, sull’importanza di avere un mercato dei capitali che permetta al denaro di rimanere in Europa. Ma ora è il momento di agire\”, ha detto a un panel. E ancora: \”Sono molto contenta che ieri la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyer abbia parlato espressamente del suo impegno per l’unione del mercato dei capitali, ma ora è importante che torni in commissione e dica alla commissaria incaricata quali sono i piani e le priorità e che vuole risultati concreti entro la fine dell’anno\”.

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La Banca nazionale svizzera ha ancora spazio per tagliare i tassi d’interesse e potrebbe anche scendere sotto zero se l’inflazione è troppo debole. A dirlo, a Davos, è il presidente della banca centrale Martin Schlegel a Davos. \”Al momento i tassi sono a 0,5%, questo significa che abbiamo ancora dello spazio\”, ha detto Schlegel in un’intervista alla Reuters a margine del Forum. \”In Svizzera – ha aggiunto – tassi negativi non piacciono a nessuno. Neanche alla Snb. Ma se dobbiamo farlo, lo faremmo di nuovo\” dopo aver mantenuto tassi negativi dal 2014 fino alla fiammata inflazionistica post-Covid.

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Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha definito uno \”strumento di oppressione\” i social media. Poi ha proposto una serie di riforme delle piattaforme social. \”In primo luogo, propongo di mettere fine all’anonimità sui social media. La mia seconda proposta è costringere all’apertura della ‘scatola nera’ dei social media, gli algoritmi, una volta per tutte. Poi di rendere personalmente responsabili i Ceo dei social media del mancato rispetto delle leggi e delle norme nelle loro piattaforme, proprio come accade per altri settori\”, ha detto Sánchez. Parole che faranno discutere, con un’amministrazione Trump forte del sostegno di gran parte delle grandi piattaforme social e con gran parte dei leader europei poco propensi a prendere iniziative contro Big Tech. Riprendendo lo slogan di Donald Trump, Sánchez ha proclamato: \”Let’s make social media great again\”.

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\”Qualsiasi forza di peacekeeping in Ucraina deve includere gli Stati Uniti\”.  Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Bloomberg da Davos, in cui ha evidenziato come gli alleati europei non abbiano abbastanza soldati da rappresentare un deterrente realistico per Vladimir Putin. Zelensky preme su Donald Trump e Xi Jinping affinché usino la loro influenza per aiutare a mettere fine alla guerra in Ucraina.

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Terza giornata del Forum economico mondiale di Davos. Tra gli ospiti il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha sottolineato “la diplomazia robusta” portata avanti da Donald Trump, ancora prima nel suo insediamento, per arrivare a una tregua tra Israele e Hamas a Gaza. 

Intervento anche della presidente della Bce Christine Lagarde, che ha richiamato la necessità “di avere un mercato dei capitali che permetta al denaro di rimanere in Europa”. In merito alla sfida dei dazi che Trump intenderebbe lanciare, ha detto, l’Europa “deve giocare in attacco, abbiamo bisogno di una spinta e di un cambio”. Sul tema si è espresso anche il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis: “Pronti a rispondere ai dazi Usa”. 

Dal premier spagnolo Pedro Sánchez un attacco ai Ceo dei social media: “Un piccolo gruppo di tecno miliardari che non sono più soddisfatti di avere quasi tutto il potere economico, vogliono anche quello politico, minando istituzioni democratiche”. Tra gli altri presenti il vice-presidente dell’Iran per gli Affari strategici Zarif, il primo ministro dell’Anp Mustafa e la direttrice generale del Fmi Georgieva.

Il 21 gennaio avevano parlato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il vicepremier cinese Ding Xuexiang, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Zelensky, che ha lanciato un monito: “Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue? L’Europa deve fare di più, iniziare ad occuparsi di se stessa, perché sia ascoltata nel mondo”. Fra gli ospiti di ieri anche il presidente israeliano Isaac Herzog, secondo cui la soluzione dei due Stati “è qualcosa che ho sostenuto in passato, molte volte”, “ma direi che ho ricevuto una sveglia dopo il 7 ottobre”.

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Anche Vucic vede Zelensky

Le prospettive di una soluzione del conflitto armato in Ucraina, l’attuale situazione geopolitica e a livello regionale e le questioni legate alla sicurezza energetica sono stati i temi di un breve colloquio che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha avuto oggi a Davos con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. “Ho espresso la speranza di continuare una collaborazione buona e aperta fra i due Paesi con l’obiettivo di una vita migliore per i nostri cittadini e di un appoggio reciproco al comune percorso europeo”, ha scritto Vucic su Instagram.

Sanchez vede Zelensky

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha incontrato a Davos il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, con il quale ha avuto “un colloquio sull’avvio del processo di adesione dell’Ucraina alla Ue” e al quale ha ribadito “l’appoggio della Spagna a fronte dell’aggressione russa”. “I nostri principi sono chiari: non ci può essere un accordo sull’Ucraina senza Ucraina e non può esserci accordo sulla sicurezza europea senza Europa”, ha fatto sapere il permier spagnolo

Vucic: “Allargamento basato non sul merito ma sulla simpatia”

Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, il processo di allargamento della Ue non si basa sul principio del merito dei vari Paesi candidati, come sostenuto da Bruxelles, ma dipende da quale Paese piace di più agli Stati membri. “A dicembre noi abbiamo presentato i migliori risultati richiesti dalla Ue, relativi all’agenda di riforme e a quella della crescita. Hanno promesso che avrebbero aperto (per la Serbia) il cluster 3 (su competitività e crescita inslusiva). Lo hanno forse aperto? Lo hanno aperto invece per quelli che loro stessi (a Bruxelles) hanno constatato che sono stati peggiori nell’attuazione di tali condizioni. Che dire, non si valuta per il merito ma per chi piace e chi non piace”, ha detto Vucic ai giornalisti serbi a Davos, a margine del Forum economico mondiale. Le sue affermazioni si riferivano a quanto sostenuto oggi sempre a Davos dalla commissaria all’allargamento Marta Kos, secondo cui il processo di allargamento si basa sul merito dei vari Paesi candidati.

La minaccia dei dazi di Trump e la risposta europea

A soli tre giorni dal suo insediamento, il presidente americano Donald Trump ha già messo bene in chiaro che chiunque proverà a ostacolare il suo piano per “rendere l’America di nuovo grande” la pagherà cara. Il tycoon si è rivolto soprattutto ai Paesi europei, proprio nei giorni del Forum economico di Davos, dove lui stesso interverrà domani. “Ci trattano molto, molto male e se non correggeranno gli squilibri commerciali dovranno pagare i dazi”, ha avvertito durante un evento alla Casa Bianca per il lancio di Stargate, la joint-venture da 500 miliardi di dollari per costruire l’infrastruttura necessaria all’intelligenza artificiale. “Non c’è solo la Cina che si approfitta di noi. Con l’Unione europea abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari”, ha sottolineato. La reazione dei leader europei non si è fatta attendere. La presidente della Bce Christine Lagarde ha detto di “non essere sorpresa” e messo in guardia sulla necessità che l’Europa “si prepari”. Il commissario Ue per l’Economia Valdis Dombrovskis ha assicurato che l’Ue “è pronta a difendere i suoi interessi”. Mentre per l’inviato in Svizzera del presidente francese Emmanuel Macron, il ministro Laurent Saint-Martin, “l’elezione di Trump può essere un’opportunità, ma se saranno imposte tariffe ci adegueremo”.

Ministro Economia tedesco: “Ue non si lasci dividere da Trump”

“L’Europa deve diventare più forte e non lasciarsi dividere” di fronte all’offensiva lanciata dal presidente Usa Donald Trump, ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck a Davos. “Le cose in Europa sono troppo complicate, il mercato dei capitali deve aprirsi di più agli investimenti” e gli Stati devono accompagnare l’industria con “incentivi fiscali e agevolazioni”. Con l’avanzata di Musk e dei colossi High Tech, secondo Habeck è il momento per l’Europa di investire davvero anche nel campo digitale.

Presidente lettone: “Discutere aumenta spesa per difesa al 5% Pil”. VIDEO

Georgieva: “Con AI Pil globale può salire dello 0,8%”

Grazie all’Intelligenza artificiale il Pil globale potrebbe crescere di un ulteriore 0,8%. Ma “quando pensiamo a come si possono tradurre queste potenzialità, persiste un divario molto rilevante tra economie avanzate e quelle meno sviluppate. E noi vogliamo colmare questo divario”, ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva in un panel dei lavori del World Economic Forum. 

L’alleanza per l’acqua

Un’alleanza per l’acqua, con 15-20 aziende player europee e globali del settore idrico che mettono insieme le forze e spingono per una regìa unica per un settore sempre più critico e strategico e al centro dell’agenda della Ue. Questa l’idea principale portata avanti dall’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, al Forum economico mondiale di Davos, nel panel con la Commissaria europea per l’Ambiente, la resilienza idrica e l’economiacircolare Jessika Roswall. In primis – ha detto l’ad di Acea – “è necessario stabilire una governance centralizzata con una visione complessiva e una forte concentrazione di competenze a livello europeo e nazionale”. Bisogna poi “investire per salvaguardare le fonti di distribuzione e creare ecosistemi che le proteggano”, con attenzione alla manutenzione delle infrastrutture e l’avvio di un “nuovo ciclo di investimenti per modernizzare e mantenere efficacemente questi sistemi”.

Ancora proteste di Greenpeace a Davos

Dopo le proteste di ieri, gli attivisti di Greenpeace hanno “confiscato” simbolicamente alcuni jet privati in un aeroporto nei pressi di Davos. “Ventisette attivisti di Greenpeace provenienti da tutta Europa si sono assunti il compito che finora i governi hanno trascurato. Hanno assunto il ruolo di esattori delle tasse e hanno ‘confiscato’ alcuni jet privati all’aeroporto dell’Engadina a Samedan per ristabilire il pagamento delle tasse in sospeso. Hanno attaccato enormi palle di metallo con braccialetti gonfiabili alla caviglia dei jet privati parcheggiati”, si legge in una nota di Greenpeace. 

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Siglato trattato di libero scambio tra Kosovo e Paesi AELS

A Davos è stato siglato un accordo di libero scambio tra il Kosovo e i Paesi AELS: Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

i rappresentanti dei paesi del trattato

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Davos, l’appello per il clima di Al Gore

L’ex vicepresidente Usa Al Gore ha dipinto un quadro apocalittico per il futuro del mondo a causa della crisi climatica. “La combinazione di caldo e umidità sta rendendo sempre più parti della Terra fisiologicamente invivibili per gli esseri umani. Aree relativamente piccole sono nella categoria delle invivibili al momento, ma stanno crescendo e se non iniziamo a ridurre le emissioni in 50 anni zone molto densamente popolate diventeranno fisiologicamente invivibili, con un enorme aumento di migrazioni climatiche verso i confini internazionali. Lo vediamo già nell’Africa sudoccidentale. La Namibia è colpita da una fortissima siccità e stanno uccidendo animali, elefanti compresi, per sfamare gli affamati”, ha detto a Davos.

Il panel con il ministro siriano per gli Affari Esteri e Tony Blair

Sánchez: “I big dei social media vogliono potere politico. Minano democrazia”

Pedro Sánchez ha definito i Ceo di Big Tech e social media “un piccolo gruppo di tecno miliardari che non sono più soddisfatti di avere quasi tutto il potere economico, vogliono anche quello politico, minando le nostre istituzioni democratiche, e non lo nascondono”. Per il premier spagnolo le reti sociali “stanno diventando strumenti che sostituiscono i voti con i likes”, si sono trasformate in “un campo di battaglia minato, con manipolazioni, censura” e questo “è stato fatto in maniera sistematica”. 

Lagarde: “Contro Trump Europa giochi in attacco sulle sfide economiche”

La presidente della Bce Christine Lagarde ha parlato anche della nuova “offensiva” lanciata da Trump: “L’Europa si trova di fronte a una sfida esistenziale” e “deve agire non muovendosi solo in difesa ma, per rubare un termine sportivo, andando all’attacco e facendo uso degli asset e dei punti di forza di cui dispone”. Come? Per Lagarde è il momento di “mettere in campo grandi investimenti utilizzando la grande capacità di risparmio dei cittadini europei che ora viene spesso indirizzata verso i mercati extra-europei”. Secondo Lagarde “in Europa abbiamo i talenti, i soldi e le idee. Ma in termini di azione, di fare quel che è necessario, abbiamo bisogno di una spinta e di un cambio”.

Lagarde: “Ue pretenda svolta sull’Unione dei capitali entro 2025”

La presidente della Bce Christine Lagarde è tornata a parlare della necessità di unione europea dei capitali a Davos. “Credo che ora ci sia un ampio consenso in vari Paesi e nella maggior parte dei partiti, eccezion fatta per quelli che difendono il loro terreno elettorale, sull’importanza di avere un mercato dei capitali che permetta al denaro di rimanere in Europa. Ma ora è il momento di agire”, ha detto a un panel. E ancora: “Sono molto contenta che ieri la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyer abbia parlato espressamente del suo impegno per l’unione del mercato dei capitali, ma ora è importante che torni in commissione e dica alla commissaria incaricata quali sono i piani e le priorità e che vuole risultati concreti entro la fine dell’anno”.

Davos, Svizzera pronta a tornare a tassi interesse negativi

La Banca nazionale svizzera ha ancora spazio per tagliare i tassi d’interesse e potrebbe anche scendere sotto zero se l’inflazione è troppo debole. A dirlo, a Davos, è il presidente della banca centrale Martin Schlegel a Davos. “Al momento i tassi sono a 0,5%, questo significa che abbiamo ancora dello spazio”, ha detto Schlegel in un’intervista alla Reuters a margine del Forum. “In Svizzera – ha aggiunto – tassi negativi non piacciono a nessuno. Neanche alla Snb. Ma se dobbiamo farlo, lo faremmo di nuovo” dopo aver mantenuto tassi negativi dal 2014 fino alla fiammata inflazionistica post-Covid.

Sánchez: “Let’s make social media great again”

Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha definito uno “strumento di oppressione” i social media. Poi ha proposto una serie di riforme delle piattaforme social. “In primo luogo, propongo di mettere fine all’anonimità sui social media. La mia seconda proposta è costringere all’apertura della ‘scatola nera’ dei social media, gli algoritmi, una volta per tutte. Poi di rendere personalmente responsabili i Ceo dei social media del mancato rispetto delle leggi e delle norme nelle loro piattaforme, proprio come accade per altri settori”, ha detto Sánchez. Parole che faranno discutere, con un’amministrazione Trump forte del sostegno di gran parte delle grandi piattaforme social e con gran parte dei leader europei poco propensi a prendere iniziative contro Big Tech. Riprendendo lo slogan di Donald Trump, Sánchez ha proclamato: “Let’s make social media great again”.

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Zelensky: “Forze peacekeeping in Ucraina includano gli Usa”

“Qualsiasi forza di peacekeeping in Ucraina deve includere gli Stati Uniti”.  Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Bloomberg da Davos, in cui ha evidenziato come gli alleati europei non abbiano abbastanza soldati da rappresentare un deterrente realistico per Vladimir Putin. Zelensky preme su Donald Trump e Xi Jinping affinché usino la loro influenza per aiutare a mettere fine alla guerra in Ucraina.

“Oltre la crisi: sbloccare il potenziale europeo”, il panel con Christine Lagarde





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