Parco del Matese: Coldiretti chiede protezione per ambiente e attività produttive


Il Parco Nazionale del Matese, istituito il 27 dicembre 2017, continua a vivere una fase di incertezze operative. Coldiretti Molise ha seguito con attenzione la creazione di questo ente, con l’obiettivo di tutelare le imprese e le attività agricole presenti nel territorio. Il Direttore regionale Aniello Ascolese ha sottolineato l’importanza di garantire che la presenza del Parco non ostacoli lo sviluppo economico, in particolare quello agricolo e zootecnico, nel rispetto delle normative vigenti. L’Organizzazione ha espresso la sua contrarietà a una “cristallizzazione” del territorio, che potrebbe danneggiare l’economia locale e le popolazioni residenti.

Delimitazione del parco

Il 24 ottobre 2024, il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di Italia Nostra, ordinando al Ministero dell’Ambiente di procedere con la delimitazione provvisoria del Parco entro centottanta giorni e di adottare misure di salvaguardia per preservare lo stato dei luoghi. In caso di ulteriori ritardi, sarà nominato un Commissario ad acta.

Obiettivi regionali

Recentemente, il Presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, ha annunciato che l’obiettivo è completare i necessari adempimenti entro la fine di aprile 2025, dopo una riunione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Attività di Coldiretti

Coldiretti ha sempre prestato attenzione a questa problematica, partecipando a numerosi incontri istituzionali con imprese e cittadini. Nel 2020, l’Organizzazione, insieme a Coldiretti Campania, ha organizzato due convegni a Morcone (BN) e a Piedimonte Matese (CE), durante i quali sono state presentate proposte di “linee guida” per l’uso compatibile dei suoli con lo sviluppo socio-economico del Parco. Tali linee hanno evidenziato l’importanza di bilanciare la tutela ambientale con la libertà delle persone di continuare le loro attività economiche, nel rispetto delle normative sui parchi naturali.

Proposta aperta di Coldiretti

Dopo cinque anni e numerosi interventi presso le istituzioni competenti, Coldiretti ha rielaborato le “linee guida” in una “proposta aperta”. Questa proposta sottolinea che il Parco Nazionale del Matese è già esistente per legge e rappresenta un punto cruciale per l’Organizzazione nella redazione del Regolamento del Parco.

Salvaguardia della biodiversità

Nel documento, Coldiretti Molise afferma che le aziende agricole presenti nell’area sono “presidi di eccellenza” per la salvaguardia della biodiversità e della lotta contro il cambiamento climatico, contribuendo anche a contrastare lo spopolamento delle zone rurali e montane. L’Organizzazione fornisce indicazioni sull’uso sostenibile delle risorse e sull’integrazione tra uomo e ambiente naturale.

Zone del parco e azioni consentite

Le linee guida proposte suddividono il territorio del Parco in tre zone, a seconda dell’interesse naturalistico, paesaggistico, agricolo e storico-culturale. Per ciascuna zona sono specificate le azioni consentite, vietate o soggette ad autorizzazione da parte dell’Ente Parco. Tra i divieti figurano la costruzione di nuovi edifici e l’ampliamento di quelli esistenti, salvo per quelli necessari e documentati per la gestione delle aziende agricole.

Attività agro-silvo-pastorali

In un’ottica di multifunzionalità agricola, le linee guida di Coldiretti richiamano l’importanza di sostenere le attività agro-silvo-pastorali e agrituristiche ecosostenibili, promuovendo l’uso di fonti di energia rinnovabili nel rispetto dei valori naturalistici del Parco. Questi elementi sono considerati fondamentali per la salvaguardia delle attività agricole e zootecniche presenti.

Raccolta di prodotti del sottobosco

Particolare attenzione è riservata anche alle attività di raccolta di funghi, tartufi e altri prodotti del sottobosco, che devono avvenire nel rispetto delle normative vigenti. Il tartufo, in particolare, rappresenta un prodotto di eccellenza per il territorio, contribuendo significativamente all’economia locale.

Fauna selvatica e cinghiali

Un tema delicato è quello della fauna selvatica; Coldiretti mette in evidenza i danni causati dalla presenza incontrollata dei cinghiali e di altre specie, che stanno causando gravi problemi alle aziende agricole. Nonostante il divieto di attività venatoria nel Parco, è necessario che l’Ente Parco, come avviene in altri Parchi Nazionali, programmi misure di prelievo selettivo per ridurre la popolazione di cinghiali, specialmente in considerazione del rischio di diffusione della Peste Suina Africana (PSA). La presenza di questi animali potrebbe trasformare il Parco in una “zona franca”, un rifugio sicuro per la loro riproduzione.



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