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Rimandata a casa nonostante fosse in sepsi, le amputano la gamba qualche giorno dopo: a processo due medici #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sono stati rinviati a giudizio, con prima udienza fissata al prossimo 14 gennaio di fronte al Giudice monocratico del Tribunale di Patti Gianluca Corona, due medici in servizio presso l’ospedale di Sant’Agata Militello, imputati per l’accusa di responsabilità colposa per lesioni personali in ambito sanitario (di cui all’art. 590 sexies c.p.). Il procedimento scaturisce dall’esposto presentato nell’estate 2022 dalla famiglia di una donna, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Fabio del Foro di Patti, che a seguito di una grave sepsi ha subito l’amputazione di una gamba.

La donna, 43enne, era arrivata in pronto soccorso all’ospedale di Sant’Agata Militello in preda a dolore e con difficoltà di deambulazione ma, dopo essere stato visitata, venne dimessa alcune ore più tardi con la prescrizione di una terapia antibiotica e riposo. Il peggiorare del quadro clinico nel giro di pochi giorni comportò quindi un nuovo accesso allo stesso pronto soccorso e la mattina seguente il trasferimento d’urgenza al Policlinico di Messina dove la donna arrivò in gravissime condizioni per l’avanzato stato di setticemia. Al presidio universitario messinese fu quindi eseguito l’intervento di amputazione dell’arto resosi indispensabile per salvarle la vita, rimanendo per lungo tempo in rianimazione.

L’ipotesi accusatoria suffragata dalle relazioni dei consulenti tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica per cui sono stati rinviati a giudizio un medico del pronto soccorso ed uno specialista di altro reparto che prestò la consulenza è di aver cagionato “per colpa consistita in imprudenza, il peggioramento del focolaio di sepsi presente nei tessuti molli … omettendo di disporre l’esame radiologico che avrebbe potuto consentire di diagnosticare il rischio di una gangrena gassosa e attuare la relativa terapia mirata nella sede della sepsi, evitando il peggioramento del quadro settico, anche in termini di estensione, e la successiva perdita dell’arto”, si legge.

La paziente ed i familiari, rappresentati dall’avvocato Massimiliano Fabio insieme agli avvocati Emanuele Belligno Todaro Giuseppe D’Anna, Salvatore Meli ed Alberto Ferraù, si sono costituiti parte civile nel giudizio che vede costituita anche l’Asp di Messina, citata quale responsabile civile. Nell’originaria richiesta di rinvio a giudizio figurava anche un altro medico dello stesso pronto soccorso santagatese per il quale il Gup, Eugenio Aliquò, ha disposto il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto. 

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