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Sanità allo sfascio, nel Nord Sardegna si va verso lo sciopero #finsubito richiedi mutuo fino 100%


I sindacati danno un ultimatum alle Asl del Nord Sardegna e ad Ares: senza un rapido e deciso cambio di rotta con assunzioni e lo sblocco dei progetti infrastrutturali strategici, sarà sciopero di tutto il personale sanitario.

Oggi le organizzazioni sindacali confederali (per la Gallura esclusa la Cisl e dentro Nursind) hanno denunciato al prefetto di Sassari, Grazia La Fauci, una situazione che sta «paralizzando il sistema sanitario locale». Le sigle confederali si sono presentate in forze con i rappresentanti delle Rsu e delle Camere del Lavoro.

Le aperture delle aziende sanitarie non hanno calmato le acque. La Asl di Olbia ha confermato il pagamento di tutte le voci accessorie in busta paga per diverse annualità e l’insediamento dell’Organismo paritetico che ridisegnerà (con i sindacati) l’organizzazione dei reparti e dei servizi degli ospedali, ma questo non è servito a chiudere le vertenze. In pratica alle Asl e ad Ares sono stati venti giorni di tempo, altrimenti sarà sciopero.

Si annuncia un inizio 2025 durissimo sul fronte delle relazioni sindacali. La vertenza aperta da Cgil, Cisl e Uil per il Sassarese è un problema serio per la giunta regionale. Ecco le richieste dei confederali; depotenziamento di Ares e conseguente potenziamento delle aziende sanitarie locali, con il trasferimento delle risorse economiche e gestionali necessarie per garantire autonomia operativa; immediato avvio della costruzione del Materno Infantile, sarà verificato l’inizio lavori per il 20 dicembre, con richiesta di utilizzo dei 78,5 milioni di euro assegnati dall’accordo Stato-Regione; raddoppio del Pronto Soccorso di Sassari; definizione del contratto tra Ares ed istituto di riabilitazione “Gena”.

I segretari Sergio Mura, Augusto Ogana e Massimiliano Muretti hanno ricordato: «Le ottanta barelle e posti letto aggiuntivi, presenti nel Pronto Soccorso di Sassari e nelle Unità Operative Ospedaliere». Sergio Mura, Segretario Generale della Cisl Sassari, ha dichiarato: «La sanità sassarese è al collasso. Le nostre richieste non sono solo un appello per i lavoratori, ma un grido di allarme per tutti i cittadini. Lo stato di agitazione e la mobilitazione restano la sola strada per sollecitare risposte immediate dalle istituzioni». 

Massimiliano Muretti, Segretario Generale della Cgil Sassari: «Servono risposte immediate per affrontare le urgenze e la capacità di programmare il futuro anche relativamente all’edilizia sanitaria del territorio, i nuovi ospedali restano un obbiettivo irrinunciabile. Non possiamo accettare che l’inefficienza della politica regionale penalizzi ulteriormente la salute e la sanità del territorio e dell’intero nord Sardegna». Augusto Ogana della Uil Sassari ha aggiunto: «Non siamo più disposti ad accettare immobilismi o promesse vuote. La nostra azione sindacale sarà determinata fino a quando non vedremo risultati concreti». 

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Davanti al prefetto l’attacco di Cgil Fp, Uil e Nursind alla Asl di Olbia è stato durissimo. I segretari territoriali della Cgil, Paolo Dettori e Jessica Cardia spiegano: «Non ci basta l’apertura del direttore Marcello Acciaro, è troppo poco rispetto alla drammatica situazione degli ospedali galluresi. È necessario un grande piano di assunzioni con fondi Pnrr». Dettori e Cardia hanno chiesto la convocazione dell’Organismo Paritetico entro la fine di gennaio per ridefinire radicalmente l’organizzazione dell’ospedale di Olbia. Tra le richieste un’azione immediata per il rafforzamento del Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II di Olbia e dei Centri di salute mentale. Ancora Dettori e Cardia: «Ares va ridimensionata, per le sue inefficienze e bisogna procedere con la rimozione di quelle direzioni generali che hanno dimostrato di non saper affrontare la crisi del sistema sanitario». 

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