“È PROPRIO QUANDO SONO immerso nella natura, con i miei animali, in quei posti meravigliosi, circondati dalle mie montagne, che vengono le idee migliori per tessuti di grande successo”. A parlare è Giovanni Reggiani (nella foto in alto), esponente della seconda generazione al timone di Lanificio Reggiani Spa, azienda di Varallo Sesia (Vercelli) specializzata nella produzione di tessuti elasticizzati di qualità per l’alta moda e il prêt-à-porter. Giovanni Reggiani – designer e responsabile creativo delle collezioni, oltre che direttore commerciale dell’azienda – da qualche anno ha deciso di scommettere anche sull’agroalimentare, avviando, nel Biellese, un’azienda agricola e un allevamento biologico di Highlander, pregiata razza bovina originaria della Scozia, inconfondibile per il pelo lungo e il ciuffo spettinato sugli occhi. “È un percorso lungo, ma gratificante – spiega Reggiani – e lavorare in questo settore non è poi così diverso dal sistema-moda. Una buona tagliata, un buon calice di vino, sono molto vicini, per la cura e la passione con cui li facciamo, al modo in cui realizziamo un bellissimo taglio di stoffa: è principalmente una questione di qualità. Nasco come disegnatore e so che per ogni cosa ci vuole il tempo necessario se si vuole fare bene”.
“Il tempo necessario”, già, perché la lunga storia del lanificio ha inizio nel 1973, quando Attilio Reggiani – padre di Giovanni e già disegnatore di importanti firme del tessile italiano – decide di mettersi in proprio e dare vita a una realtà imprenditoriale nuova, in grado di stravolgere i metodi tradizionali di produzione di tessuti per l’abbigliamento. Attilio Reggiani intende differenziarsi dalla tradizione laniera della zona e progetta, dunque, un genere di tessuto inedito, comodo e confortevole, mai visto fino ad allora. Al contempo, cerca di creare un abbigliamento ingualcibile e indeformabile. Nasce così la Manifattura tessile Reggiani, con sede a Biella, ma soprattutto nasce così il vero marchio di eccellenza di casa Reggiani: la Lycra. Il tessuto in lycra, conosciuto anche come tessuto spandex o elastan, è una delle fibre sintetiche in poliuretano sintetico più utilizzate per elasticizzare i tessuti. Il punto di forza della stoffa lycra è proprio nella sua composizione chimica e nel processo di filatura a secco, che la rende durevole e resistente. Siamo nel pieno degli anni Settanta e Attilio Reggiani cavalca quel desiderio di innovazione e di qualità che accomuna diverse avventure imprenditoriali italiane, passate in breve tempo da piccole realtà artigianali a solidi punti di riferimento dei rispettivi settori di attività. Nel 1976, Reggiani inaugura il primo stabilimento di tessitura nella località Biella-Chiavazza e dà inizio, per primo nel mondo, alla produzione industriale dei tessuti “misti” in lana-lycra e cotone-lycra. Con lui, la lycra diviene, a pieno titolo, una componente preziosa quanto innovativa del panorama globale dell’abbigliamento.
L’intuizione fondamentale dell’imprenditore riguarda il modo di vestire delle donne, che non è più “ingessato” e formale come in passato: Reggiani ha in mente una donna dinamica, vestita con materiali versatili e funzionali. Introdurre il suo tessuto nel comparto della moda femminile significherà rivoluzionare il mercato, ma anche affrontare sfide tecniche, culturali e organizzative importanti, che comportano la necessità di ridisegnare canoni che, all’epoca, sembrano ancora intoccabili. Il 1992 segna l’inizio delle attività nello stabilimento di Varallo Sesia che, cinque anni più tardi, raddoppia la propria estensione, arrivando a coprire un’area di 20.000 metri quadri complessivi. Nel nuovo stabilimento si aggiungono i reparti di ritorcitura, orditura, rammendo e controllo.
Sempre in un’ottica di crescita e sviluppo, Reggiani acquisisce una partecipazione rilevante nella Tintoria finissaggio Azeta di Valle mosso, nel Biellese. Il 29 maggio 1998 l’azienda si trasforma in Reggiani lanificio Spa, ma la gestione resta squisitamente familiare: la moglie di Attilio, Beatrice, assume la carica di amministratrice delegata; mentre i due figli, Elena e Giovanni, ricoprono i ruoli, rispettivamente, di responsabile commerciale e disegnatore e supervisore creativo delle collezioni.
Gli anni Duemila sono quelli del consolidamento dell’azienda come grande player globale: Giovanni Reggiani assume anche la direzione commerciale e si decidono importanti investimenti sia sulla tintoria Azeta di Valle mosso, sia sugli stabilimenti di Varallo Sesia e Doccio-Quarona, quest’ultimo inaugurato nel 2002. Gli investimenti puntano, da un lato, a migliorare ulteriormente la qualità del prodotto e, dall’altro, a promuovere la sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale. Ad esempio, grazie all’installazione di un impianto di progettazione giapponese, la quantità d’acqua usata nei processi produttivi si è ridotta da un milione a 500mila litri al giorno. L’incanalatura dell’acqua in un complesso percorso di raffreddamento e purificazione interno all’azienda mira, infine, a restituire una larga percentuale di quella stessa acqua al fiume, nel rispetto profondo della valle in cui gli stabilimenti proseguono, da oltre cinquant’anni, la propria attività.
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