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#finsubito


“Sono oltre 18mila, nel 2024, le segnalazioni complessive di aggressioni a operatori sanitari sull’intero territorio nazionale per un totale di circa 22mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate (ogni aggressione può coinvolgere più di un operatore)”.

È quanto emerge dal monitoraggio effettuato dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), istituito presso il ministero della Salute, che ha specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti sanitari.

“Non dobbiamo abbassare la guardia- ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari- La sicurezza del personale sanitario e sociosanitario non è uno slogan, è una priorità. Per questo abbiamo approvato norme severe fino all’arresto in flagranza anche differita. Grazie al lavoro dell’Osservatorio abbiamo rafforzato le attività di prevenzione e formazione e insieme a tutte le categorie resta forte l’impegno per sensibilizzare i cittadini e promuovere la cultura del rispetto e della fiducia”. I dati raccolti per il tramite dei Centri Regionali per la Gestione del Rischio Sanitario, relativi alle segnalazioni volontarie dei professionisti operanti in strutture pubbliche e private accreditate, confermano, che per il 2023, a segnalare i 2/3 delle aggressioni sono state professioniste donne (oltre il 60%), i professionisti maggiormente coinvolti sono infermieri, medici e OSS e che i setting più rischiosi sono l’ospedale, il pronto soccorso e l’ambulatorio.

Nel 70% dei casi le aggressioni sono di tipo verbale e il 67% degli aggressori sono utenti/pazienti. È opportuno ricordare, sottolinea il Rapporto, che a un maggior numero di segnalazioni non corrisponde necessariamente una più alta incidenza di aggressioni in un determinato contesto territoriale, ma una specifica attenzione al monitoraggio del fenomeno. L’aumento delle segnalazioni rispetto allo scorso anno (+15%), infatti, rispecchia una maggiore consapevolezza dell’importanza della denuncia e una migliore efficacia dei sistemi di segnalazione che hanno, probabilmente, portato più professionisti a denunciare episodi che in passato non avrebbero segnalato. Come ogni anno, l’Osservatorio ha acquisito anche i dati Inail sugli infortuni riconosciuti e indennizzati a seguito delle aggressioni nel triennio 2021-2022-2023, le rilevazioni degli Ordini professionali tramite survey dedicate agli iscritti e, per la prima volta, anche i dati della Croce Rossa Italiana relativi ai propri volontari e del ministero dell’Interno sull’andamento della delittuosità e sulla conseguente azione di contrasto ai reati di aggressione al personale sanitario e socio-sanitario.

Nel corso del 2023, poi, è stato messo a punto dall’Osservatorio un documento sui requisiti minimi dei corsi di formazione per la prevenzione e gestione delle aggressioni e nel 2024 sono state sviluppate azioni di diffusione del documento con l’obiettivo di promuovere percorsi formativi omogenei su tutto il territorio nazionale, aventi ad oggetto, principalmente, le tecniche di gestione dei conflitti nelle ipotesi di aggressione e la sicurezza sul posto di lavoro, nonché iniziative coordinate di informazione e comunicazione sul tema rivolte a tutta la popolazione. A questo proposito, è stato firmato il protocollo d’intesa, tra il ministero della salute, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) e Federsanità, per garantire la “massima divulgazione, tra le aziende e gli enti sanitari e sociosanitari, dei percorsi formativi omogenei rivolti a tutto il personale sanitario e socio sanitario o comunque operante nel settore salute, che potranno essere attivati sull’intero territorio nazionale, nonché delle iniziative di informazione e comunicazione, volte a sensibilizzare i cittadini e gli utenti riguardo all’importanza e al rispetto del lavoro svolto dal personale sanitario e socio sanitario”. Tutte le attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie sono riportate all’interno della relazione annuale che viene trasmessa al Parlamento dal ministro della Salute.







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