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di Lucio Leante
La manifestazione del 15 marzo “per l’Europa” è destinata a svolgersi tra accuse reciproche di “compagni che sbagliano”. I “riarmisti” seguaci dell’Europa di Ursula accusano gli “anti-riarmisti” di essere poco europeisti, dato che il riarmo “ce lo chiede l’Europa”; gli anti-riarmisti (PD e CGIL) accusano invece i primi di non tenere conto delle conseguenze finanziarie e sociali del riarmo proposto da Ursula von der Leyen. Affermano dunque di essere “per l’Europa” (quella ideale che non c’è), ma contro “questa Europa” del riarmo. La realtà è che sbagliano tutti spesso sapendo di sbagliare.
Tutti, riarmisti e anti-riarmisti, partono dalle stesse premesse sbagliate (la presunta minaccia russa ed il presunto disimpegno di Trump dalla Nato). Quelli riarmisti sbagliano sia nelle premesse sia nelle conclusioni (la necessità del riarmo), ma sono coerenti con le loro premesse (sbagliate). Gli anti-riarmisti sbagliano anch’essi nelle premesse, ma azzeccano, per incoerenza, nelle conclusioni.
La prima loro premessa sbagliata è che gli europei sarebbero confrontati ad una minaccia russa che in realtà non esiste; la seconda è che contemporaneamente Donald Trump avrebbe già deciso un “disimpegno” dalla Nato abbandonando gli alleati europei alle mire espansioniste putiniane, il che non è affatto vero.
Queste due premesse sono indimostrate, ma assunte come postulati e luoghi comuni e sono ripetute come tutte le sciocchezze assurde che abbiano la capacità di suscitare sia una paura, sia, contemporaneamente, una speranza. Se ripetute ad oltranza, come sta avvenendo, pur senza nemmeno uno straccio di dimostrazione fattuale, diventano luoghi comuni, anche se auto-lesionisti. Ed è allora molto difficile scalzarle con il ragionamento.
L’aspetto più paradossale e raccapricciante della vicenda è che molti “compagni de sinistra” danno l’impressione di sapere benissimo (i suoi pensatori non possono non sapere) che quelle premesse sono solo sciocchezze infondate e pericolose anche per la sinistra stessa.
Tuttavia essi continuano a sostenerle e a ripeterle solo per ragioni politiche “di bottega”, quando sono in gioco i supremi interessi dell’Europa, del mondo e dell’Italia (e quindi anche della sinistra italiana ed europea). E, infatti:
– la presunta esistenza di una minaccia russa all’Europa serve a giustificare e continuare la linea tenuta finora sulla guerra russo-ucraina sulla base di motivazioni ideali tanto retoriche e gratificanti quanto irrealistiche (l’ineluttabile vittoria del Bene contro il Male assoluto incarnato nel novello Hitler). In realtà tutti sanno che la Russia non ha né gli interessi né (come ha dimostrato la guerra in Ucraina) i mezzi per “attaccare o invadere l’Europa”, nemmeno solo quella orientale. Mosca ha tutto il territorio e le materie prime che servono. Inoltre, Putin sa quanto costasse all’Urss il suo impero nei paesi limitrofi e in Europa orientale. L’URSS è stato l’unico impero nella storia che non solo non rapinasse (di cosa poi?), ma addirittura mantenesse, i suoi vassalli fornendo loro materie prime e manufatti a pressi stracciati. Il messianesimo imperiale russo è morto per sempre con la dissoluzione dell’URSS nel 1991. Putin, specie dopo tre anni di guerra in Ucraina, ha ben altri problemi e di tutti i generi all’interno della Federazione russa a cui porre rimedio. Nessun risveglio imperiale è possibile o alle viste in Russia.
la seconda premessa – il presunto imminente disimpegno americano dalla Nato- viene sostenuto dall’intera sinistra perché “bisogna buttare giù a tutti i costi” il repubblicano di destra, e quindi, “despota”, Trump” (e ovviamente la sua “amica” Meloni”) accusandolo anche di atti reprobi che non ha commesso. Occorre ricordare che Trump ha solo chiesto, come avevano fatto anche tutti i suoi predecessori e talvolta (come J. F. Kennedy ed altri presidenti) con pari energia e minacce di abbandono- che i membri del “club atlantico” paghino finalmente le loro “quote”, come avviene in tutti club del mondo. Egli ha solo minacciato (come altri suoi predecessori) che, in mancanza, potrebbe non continuare a difendere i paesi che non sono in ordine con le quote. Ha sempre e solo detto “pagate il dovuto e amici come prima”. Dov’è la rottura? Dov’è il disimpegno? Dov’è l’abbandono? C’è una forzatura interessata e cosciente nelle fuorvianti interpretazioni in quel senso.
Ma c’è di più: agitare la minaccia russa e demonizzare Trump, oltre che Putin, serve ai nostri bravi politici e maitre à pénser di sinistra a sostenere che sarebbe venuto il momento perché l’Europa “si risvegli” e costruisca il proprio ombrello (convenzionale, ma anche -si badi- nucleare) rendendosi autonoma finalmente dagli USA (è un vecchio sogno dei comunisti); e cominci a costruire finalmente non solo un esercito unico europeo, dotato anche di armi nucleari, ma anche uno stato unico europeo (è il vecchio sogno degli euro-federalisti di sinistra). Quest’ultimo è un sogno non solo e non tanto perché – come si dice- nell’UE non c’è una politica estera comune, ma perché l’Europa non è mai stata, non è e non sarà mai una nazione, ma può aspirare solo a restare una Unione ibrida – commerciale, monetaria e parzialmente politica- di 27 stati nazionali con la loro storia, tradizione e cultura e con i loro sistemi politici consolidati nel tempo. Inoltre, manca di uno stato egemone e di un qualsiasi centro politico federatore. Non può svolgere questo ruolo né la Germania, né tampoco la Francia, nonostante che sia una mini-potenza nucleare e a dispetto degli sforzi patetici di Macron.
Quello di uno stato unico europeo, come super-potenza mondiale, con un suo esercito e i suoi missili nucleari è un vecchio sogno utopistico, che agli occhi de molti post-comunisti e del popolo della sinistra ha sostituito l’utopia del paradiso comunista. I leader della sinistra vorrebbero che il sogno dell’Europa unita fosse oggi il succedaneo del glorioso “sol dell’avvenire e delle “albe che cantano”.
Ma quel sogno, pur essendo un’utopia irrealizzabile, rischia comunque, oggi come ieri, di creare incubi distopici. Nell’immediato, grazie al martellamento mediatico-politico da parte della sinistra delle due fake news esposte sopra (ripetiamole per chiarezza: la presunta “minaccia russa” e l’altrettanto presunto “disimpegno” e “abbandono” americano), rischia di spingere l’Europa verso un disastroso riarmo anche nucleare. Quest’ultimo sfascerebbe del tutto le finanze degli Stati europei e dissolverebbe quanto resta di un ordine internazionale basato anche sul Trattato di non proliferazione nucleare.
Il tutto può avvenire anche a causa dei sogni utopistici dei “compagni” (e di coloro che fanno loro eco da destra) che, come al solito, sbagliano, spesso sapendo benissimo di sbagliare.
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