milioni per depurare l’acqua, ma poi non è utilizzata

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Il grande paradosso: l’agricoltura pugliese è assetata, la Regione spende milioni di euro per realizzare gli impianti per il riuso, ma l’acqua affinata non arriva alle aziende agricole. Già, proprio così: l’acqua è inutilizzata perchè non giunge a destinazione. Motivo? La rete di distribuzione è insufficiente. Uno spreco che grida vendetta in una Puglia in emergenza, che rischia di dover ridurre ancora l’erogazione nelle abitazioni.

La crisi idrica, infatti, è salita di livello, da “severità media” è passata a “elevata”. La Regione ha risposto approvando il “Piano di emergenza, fase 2”, e proprio nel documento viene evidenziata l’anomalia dell’acqua affinata: “Dai dati relativi al 2023 – si legge nel testo approvato dalla Giunta Emiliano martedì scorso – emerge che i 7 impianti in esercizio hanno affinato un volume complessivo di 3.910.260 metri cubi, di cui solo 1.160.790 metri cubi sono stati distribuiti in agricoltura mediante i gestori delle reti irrigue. Pertanto nel 2023 è stato effettivamente impiegato in agricoltura circa un quarto del volume affinato dagli impianti in esercizio. Dai dati – si legge – è evidente che il sistema a valle dell’impianto di depurazione/affinamento non è in grado di impiegare in maniera efficace ed efficiente i volumi di risorsa idrica recuperata per gli usi irrigui, determinando una inefficienza del sistema che deve essere opportunamente affrontata e risolta. Uno dei problemi è sicuramente legato alla concorrente disponibilità di risorsa convenzionale di qualità emunta prevalentemente dalla falda, soprattutto in quei comprensori ove insistono pozzi privati”. Nel 2023, quindi, 2,8 milioni di metri cubi di acqua avrebbero potuto aiutare le aziende agricole ma sono stati sprecati.

Certo, parliamo di quantità ancora esigue rispetto ai consumi: si stima che ogni anno l’agricoltura pugliese abbia bisogno di circa 800 milioni di metri cubi di acqua. I 4 milioni recuperati con l’affinamento appaiono come una goccia nell’oceano, ma resta il paradosso di investire milioni di euro per poi non essere in grado di distribuire l’acqua per una incapacità della rete. “L’aumento dell’impiego della risorsa affinata – è scritto nel piano regionale anti crisi – dovrebbe essere accompagnata da una politica di restrizione dell’uso della risorsa convenzionale”. Non solo: “I gestori delle reti di distribuzione dovrebbero impegnarsi in campagne di sensibilizzazione territoriale, con la finalità di aumentare il numero di utilizzatori da servire; dovrebbero favorire un maggior coinvolgimento delle organizzazioni di categoria, dei professionisti operanti nel settore agricolo, in modo da estendere i calendari di utilizzo delle acque affinate”.

In Puglia sono sette per ora gli impianti attivi che sono in grado di fornire una risorsa affinata su base annua pari a circa 10.580.000 di metri cubi. «Che si fa con l’acqua di fogna? In alcuni casi virtuosi si riutilizza, ma sarebbe bello se la si utilizzasse tutta come regola e non come virtuose eccezioni», commenta amaro l’assessore al Bilancio, Fabiano Amati. «Infatti – aggiunge – abbiamo solo 7 impianti in funzione per l’affinamento, ma anche in questi casi sprechiamo il 75% dell’acqua affinata perché la rete di distribuzione è insufficiente. E il tutto accade mentre si prosciugano le falde, mettendo a rischio il nostro futuro idrico. A distinguersi come modelli virtuosi – aggiunge – sono il programma avanguardista del lago di Fasano-Forcatella e gli impianti di Gallipoli, Ostuni, Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, San Pancrazio Salentino e Corsano».

Ecco la classifica su affinamento e riutilizzo: Fasano 3.115.640 metri cubi affinati, 1.298.183 metri cubi utilizzati; Gallipoli 2.611.210 metri cubi affinati, 1.088.004 metri cubi utilizzati; Ostuni 1.565.850 metri cubi affinati, 652.438 metri cubi utilizzati; Acquaviva delle Fonti 1.474.860 metri cubi affinati, 614.417 metri cubi utilizzati; Castellana Grotte 725.255 metri cubi affinati, 302.190 metri cubi utilizzati; San Pancrazio Salentino 604.440 metri cubi affinati, 251.850 metri cubi utilizzati; Corsano 485.085 metri cubi affinati, 202.119 metri cubi utilizzati. «La Regione – riprende Amati – negli anni ha investito molto per potenziare gli impianti di affinamento, infatti nel 2025 altri 6 depuratori entreranno in esercizio. Ora bisogna migliorare e ampliare le reti irrigue, le infrastrutture di distribuzione».

Il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale attacca: «Monitoreremo in tutti i 258 Comuni pugliesi le opere infrastrutturali dell’Acquedotto pugliese avviate e interrotte o completate e mai entrate in funzione. È questo lo studio che come gruppo intendiamo portare all’attenzione della Commissione speciale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link