Con le sue dimissioni, il Capo di stato maggiore ha indicato la strada: ora tocca alla leadership politica – Israele.net

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Il paese deve poter nutrire fiducia in chi sta al comando, ma potrà davvero voltare pagina dopo il 7 ottobre solo quando tutti coloro che hanno una parte di responsabilità in quel disastro saranno stati sostituiti

Editoriale del Jerusalem Post

Israele potrà davvero voltare pagina solo quando tutti i responsabili del disastro del 7 ottobre saranno stati sostituiti

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Il Capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, generale Herzi Halevi, ha fatto la cosa giusta, domenica scorsa, quando ha annunciato le sue dimissioni a causa del suo ruolo nella débâcle del 7 ottobre. Il primo ministro Benjamin Netanyahu dovrebbe ora fare lo stesso: dimettersi e indire nuove elezioni.

Israele potrà davvero voltare pagina, dopo il 7 ottobre, solo quando tutti coloro che hanno una parte di responsabilità in quel disastro saranno stati sostituiti. La responsabilità esige cambiamenti, non solo ammissioni di colpa.

Questo significa sostituire sia i comandanti militari che non hanno saputo anticipare gli eventi e proteggere i cittadini del paese dall’invasione di Hamas, sia i leader politici le cui decisioni nel corso degli anni hanno reso possibile una tale catastrofe.

I fallimenti militari del 7 ottobre sono dolorosamente evidenti: dal non aver prestato attenzione ai numerosi avvertimenti di un attacco, al tempo impiegato dall’esercito e dall’aeronautica per respingere gli invasori.

I fallimenti politici vanno dall’aver ignorato l’espansione di Hamas a Gaza dal 2007, all’aver permesso che si consolidasse a Gaza consentendo al Qatar di inviare ogni mese valigie piene di denaro, fino all’aver ignorato gli allarmi secondo cui le lacerazioni politiche interne aizzavano i nemici di Israele.

I leader militari e politici del paese devono essere sostituiti non come una forma di punizione, quanto piuttosto come l’unico modo per rilanciare la fiducia del paese nella propria leadership.

Come può il paese avere fiducia in leader che sono responsabili di un fallimento storico e che rimangono nelle stesse posizioni di autorità? Come possono i cittadini essere sicuri che questi leader non si baseranno ancora su ipotesi sbagliate ed errori di calcolo?

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Come può il paese avere fiducia in leader che sono responsabili di un fallimento storico e che rimangono nelle stesse posizioni di autorità?

Questo non significa che dal 7 ottobre in poi le Forze di Difesa israeliane non abbiano ottenuto risultati straordinari, che hanno cambiato il volto del Medio Oriente: dalla decapitazione di Hezbollah, all’indebolimento dell’Iran, alla distruzione dell’esercito siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad.

Ma questi risultati non cancellano il colossale fallimento iniziale, con il quale è necessario fare i conti.

Le dimissioni di Halevi sono state rapidamente seguite da quelle del generale a capo del Comando meridionale, Yaron Finkelman. Le loro dimissioni vanno ad aggiungersi a una lista in aumento di alti ufficiali delle Forze di Difesa che si sono fatti da parte, tra i quali il generale Aharon Haliva, ex capo dell’intelligence militare, e il generale Avi Rosenfeld, ex capo della Divisione Gaza. Se ne attendono molti altri, tra cui il capo dei Servizi di sicurezza Shin Bet, Ronen Bar.

Per contro, finora l’unico leader politico che si è dimesso è stato l’ex ministro della difesa Yoav Gallant, e la sua uscita è stata più una manovra politica che un’espressione di contrizione per il 7 ottobre.

Mentre i comandanti militari si dimettono, dando così l’esempio in fatto di assunzione di responsabilità (anche se qualcuno dice che non avrebbero dovuto impiegare 15 mesi per farlo), i leader politici del paese rimangono inchiodati al loro posto. Non si sono fatti da parte spontaneamente.

Sicché, mentre le dimissioni di Halevi e di altri vertici delle Forze di Difesa contribuiranno molto a ripristinare la fiducia nell’integrità della dirigenza militare del paese, il rifiuto di fare lo stesso da parte della sfera politica non farà che creare più disincanto e scetticismo, erodendo ulteriormente la fiducia del pubblico nel governo.

Contabilità

Buste paga

 

Oltretutto, il livello politico che dovrebbe ammettere le proprie responsabilità non si limita a Netanyahu e i suoi ministri, ma riguarda anche leader dell’opposizione come Benny Gantz il quale, in qualità di capo di stato maggiore dal 2010 al 2015 e poi, cinque anni dopo, ministro della difesa, ha una grande responsabilità per la politica del paese nei confronti di Gaza e Hamas dal 2007.

Anche il leader di Yesh Atid, Yair Lapid, la cui retorica divisiva ha contribuito ad alimentare le lacerazioni interne nel paese che hanno incoraggiato l’attacco nemico, dovrebbe assumersi le sue responsabilità.

Rassegnando le dimissioni, il generale Halevi ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente, una richiesta ampiamente sostenuta dall’opinione pubblica in tutti i sondaggi. L’inchiesta dovrebbe consentire di far tesoro della lezione del 7 ottobre a tutti i livelli: nell’esercito, nel governo e nell’opposizione.

Con le dimissioni di Halevi e quelle che verranno di molti altri alti ufficiali, saranno necessarie nuove nomine. Ciò offrirà alle Forze di Difesa israeliane l’opportunità di rinnovarsi, nominando nuovi comandanti che non siano macchiati dal 7 ottobre e non siano gravati dalla stessa mentalità conformistica che ha reso possibile il massacro perpetrato da Hamas.

Questi leader potranno portare nuove prospettive su come le Forze di Difesa debbano prepararsi e operare, cosa che il 7 ottobre ha dimostrato essere assolutamente necessaria. Dopo il 7 ottobre, il paese ha bisogno di nuovi volti e di strategie innovative.

Le dimissioni di alti ufficiali delle Forze di Difesa creano l’opportunità che ciò accada nell’esercito. Un’uguale opportunità dovrebbe essere offerta dal livello politico attraverso nuove elezioni: E prima è, meglio è.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

(Da: Jerusalem Post, 23.1.25)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link