Amanda Knox condannata per calunnia contro Lumumba per l’omicidio di Meredith, la decisione dei giudici

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Amanda Knox è stata condannata in via definitiva dalla Cassazione per calunnia contro Patrick Lumumba nella vicenda legata all’omicidio di Meredith Kercher. I giudici hanno deciso per la condanna a tre anni dell’americana che ha già scontato la pena in carcere in patria. Lumumba, che era stato accusato dalla donna di aver ucciso Meredith nel 2007, si è detto soddisfatto della decisione della prima sezione di Cassazione.


Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Knox condannata a tre anni

I giudici hanno confermato la condanna alla cittadina americana che nel 2007 aveva accusato Lumumba, nonostante sapesse fosse innocente.

Knox, nonostante la condanna, non andrà in carcere. La 37enne, infatti, ha già scontato la pena in patria negli scorsi anni.

Fonte foto: IPA

Patrick Lumumba chiede che venga confermata la condanna per calunnia contro Amanda Knox, che durante i primi interrogatori lo indicò come responsabile dell’omicidio di Meredith Kercher a Perugia

La soddisfazione di Lumumba

Appresa la decisione dei giudici, Lumumba si è detto molto soddisfatto “perché Amanda ha sbagliato e questa condanna la deve accompagnare per tutta la vita”.

“Me lo sentivo e saluto con grande onore la giustizia italiana” ha commentato.

Il caso Lumumba

L’anello di congiunzione tra Patrick Lumumba e il delitto di Meredith Kercher, come già detto, sono le dichiarazioni rese il 5 novembre da Amanda Knox in questura. L’allora studentessa, secondo il pm Giuliano Mignini presente all’interrogatorio insieme all’ispettore capo Oreste Volturno, avrebbe fornito una versione “confusa di un sogno” nella quale collocava Patrick Lumumba nella scena del crimine in cui perse la vita la sua coinquilina, Meredith, all’interno della sua stanza di via della Pergola 7.

Che Amanda Knox e Lumumba si conoscessero è un dato di fatto: la studentessa di Seattle lavorava saltuariamente nel pub LeChic di Perugia, di proprietà di Lumumba. La sera del 1° novembre Amanda non si presentò al lavoro su invito di Lumumba, dato che lo stesso datore di lavoro l’aveva sollevata dal turno in quanto la scarsa affluenza di clienti nel locale non richiedeva la presenza della ragazza.

Amanda Knox rispose e cancellò l’sms di Lumumba per poi spegnere il telefono per evitare di essere contattata nell’eventualità di un cambio di programma. Agli inquirenti riferì di non ricordare la risposta inviata al datore di lavoro, ma il messaggio era ancora presente nella memoria. “See you later“, questo il testo, che inizialmente fu interpretato come un “ci vediamo dopo”, ovvero un appuntamento sulla scena delitto. Più tardi fu appurato che in realtà la traduzione corretta sarebbe stata: “Ci vediamo”, un’affermazione più generica.

Tuttavia il 5 novembre Amanda Knox in questura riferì che Patrick “dopo aver avuto un rapporto sessuale con la vittima, l’ha uccisa“, un’affermazione che trovò conforto – inizialmente – in quel “see you later” precedentemente tradotto in maniera sommaria. Ma non era tutto.

Il memoriale, la smentita e l’arresto

Il 6 novembre le dichiarazioni presumibilmente rese da Amanda Knox furono dattiloscritte in un memoriale di 5 pagine, firmate poi dalla stessa Knox, in cui la studentessa statunitense raccontava di come Patrick Lumumba e la vittima si fossero “appartati nella camera di Meredith” mentre lei era rimasta nella cucina.

Nel memoriale si leggeva che Amanda, ad un certo punto, avrebbe “sentito delle grida di Meredith e io, spaventata, mi sono tappata le orecchie” per poi svegliarsi nella camera da letto della casa di Raffaele Sollecito l’indomani mattina, poche ore prima della scoperta del delitto. Va detto che sulle presunte (appunto) dichiarazioni di Amanda Knox, e orali e dattiloscritte, la formula dubitativa è dovuta al fatto che gli interrogatori della ragazza e dell’allora fidanzato Sollecito non furono registrati né si svolsero in presenza di avvocati.

I due giovani, infatti, erano stati inizialmente convocati in qualità di persone informate sui fatti. Dopo la stesura del memoriale Amanda Knox scrisse una lettera in cui dichiarava di non confermare quanto riportato nel documento, descrivendosi come “molto dubbiosa della veridicità delle mie affermazioni perché sono state fatte sotto la pressione dello stress, dello shock, e di estremo esaurimento“.

Per gli inquirenti le dichiarazioni rese nella lettera non erano credibili, quindi furono disposti gli arresti per Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba.

Il processo per calunnia contro Amanda Knox

Patrick Lumumba trascorse 14 giorni in carcere da innocente. A scagionarlo fu la testimonianza di un amico e cliente, un professore svizzero, che dimostrò che il barman congolese era sul posto di lavoro mentre veniva uccisa la povera Meredith Kercher. Soprattutto, sul luogo dell’omicidio non furono rilevate tracce biologiche di Lumumba.

Per questo motivo Amanda Knox fu denunciata e condannata per calunnia: in primo grado la studentessa fu condannata a un anno di reclusione, divenuti tre in Corte d’Assise. Il 23 gennaio la Cassazione dovrà pronunciarsi sulla richiesta della difesa dell’ex studentessa di annullamento della sentenza della Corte di Assise di Firenze.



patrick-lumumba-calunnia-meredith-kercher-amanda-knox-perugia-2

Fonte foto: ANSA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link