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Dietro il progetto di una moto: come si passa dalle parole ai fatti – News – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Dunque, Sebastiano Cerrone, dirigente della Divisione Product Strategy di Honda Italia. Ruolo che potremmo tradurre come…?

Si tratta di una delle due funzioni dentro lo stabilimento mirate a promuovere il business. Infatti, Product Strategy si occupa di come ottimizzare il processo di industrializzazione di un nuovo prodotto e la divisione Supply Chain promuove la strategia d’acquisti, approvvigionamento dei materiali, dei componenti e la pianificazione della produzione”.

Honda ha diversi stabilimenti nel mondo e in Europa. Come si inquadra questo stabilimento di Atessa nella galassia Honda?

L’Europa è considerato il mercato delle due ruote per eccellenza, sia per importanza che per definizione del design. Pertanto, nella maggioranza dei casi definisce le tendenze in termini estetici e funzionali; oltre che le caratteristiche tecniche. Noi di Honda Italia abbiamo una funzione importante, in quanto promuoviamo e produciamo veicoli di alta qualità, con l’obiettivo di enfatizzare il marchio Honda e di favorire le vendite in tutto il globo. Un esempio su tutti potrebbe essere proprio quello degli SH, una serie di modelli sviluppati in Italia e che in Europa sono divenuti iconici già da tantissimi anni. Nel 2012 anche il Vietnam ha deciso di produrre l’SH per il proprio mercato, e nel giro di pochissimo tempo è diventato il veicolo più desiderato, con volumi che superano le 160mila unità in un anno. Ecco come abbiamo svolto la nostra funzione di rappresentare il brand, il made in Italy, il design e offrire opportunità di business anche in altri paesi”.

Lo sviluppo e la produzione degli SH sono qui in Italia forse perché questo è il mercato più importante per questa serie di scooter?

In realtà le motivazioni sono molteplici. Di certo, il mercato italiano e più in generale quello europeo, sono tra i più importanti e continuamente sotto osservazione. La Honda Italia contribuisce allo sviluppo dei nuovi modelli, lavorando a stretto contatto con il centro design di Roma e l’ente di ricerca e sviluppo, che si trova in Giappone. L’obiettivo è di assicurare un prodotto che rifletta le specifiche e la voce dei clienti Europei.

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Lo sviluppo di un modello deve comunque tenere in considerazione le opportunità di tutti i mercati non solo di quello Europeo, pertanto, le specifiche saranno comuni o esclusive in base alle necessità e normative dei diversi paesi.

Infine, alle specifiche si aggiunge il valore creato dallo stabilimento di produzione, che grazie alla conoscenza del mercato e del cliente di riferimento fissa gli standard di qualità di processo. In altre parole, le aspettative, l’utilizzo e le necessità dei clienti Asiatici ed Europei possono essere molto differenti“.

Come nasce un nuovo modello, dall’idea all’industrializzazione, passando per il prototipo: quanti passaggi ci sono?

Si parte da una ricerca di mercato, promossa dall’R&D, l’ente di Ricerca e Sviluppo, che analizza competitor, mercati e clienti, identificando le diverse tipologie di prodotto, suddivise rispetto al posizionamento di mercato, vale a dire il livello di prezzo. Informazioni che poi vengono analizzate dalla sede vendite, che valuta le opportunità di business. Qualora il riscontro dovesse essere positivo, viene dato mandato alla R&D di avviare uno studio di fattibilità, per definire le specifiche del modello, analizzare gli investimenti necessari e i costi di produzione. L’obiettivo è arrivare a una valutazione che aggiorni la Line-up ufficiale“.

Possiamo chiarire meglio questo concetto?

Da questa fase in poi l’R&D inizia il vero sviluppo delle specifiche, coinvolgendo lo stabilimento, che da parte sua fornisce tutta una serie di informazioni relative a opportunità di miglioramento, di specifiche e di processo, con l’obiettivo di rafforzare il nuovo modello“.

Quindi lo stabilimento è parte attiva in questa fase ancora di ideazione a tavolino di un nuovo modello?

Dal lato stabilimento lo sviluppo si può dividere in due macro-fasi. La prima è detta proprio fase di sviluppo, la seconda invece è di preparazione alla produzione di massa.

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La fase di sviluppo si compone a sua volta di alcune attività principali: le proposte di miglioramento che arrivano dai feedback del mercato, l’analisi dei processi, il benchmarking dei competitors, la definizione dei target, i requisiti di progetto, il piano di industrializzazione, la definizione delle specifiche grazie al supporto di R&D.

La fase di preparazione alla produzione di massa, invece, prevede principalmente la realizzazione delle attrezzature, la definizione dei processi, la preparazione documentale, la formazione del personale, gli eventi di preproduzione, e test statici e dinamici, l’omologazione e, infine, l’avvio della produzione“.

Quanto tempo dura questa fase di definizione di un nuovo modello?

Difficile rispondere: i flussi di sviluppo sono diversi. C’è il flusso dove c’è un semplice restyling e c’è il flusso dove il prodotto neanche esiste e va sviluppato da zero. I tempi sono completamente diversi”.

Che tipo di apporto può dare il singolo dipendente?

Molte delle nostre pratiche sono il risultato di iniziative nate localmente e poi proposte, discusse e valutate a livello europeo e in Giappone. Abbiamo un sistema di promozione, raccolta e valorizzazione delle idee degli Associati, così chiamiamo i dipendenti, e ognuno di noi sente il valore di far parte del team. Le idee vengono premiate dal Presidente e dal Direttore di Stabilimento, con cui scattano una foto celebrativa del momento”.

Lo stabilimento di Atessa è nato nel 1971 come una semplice linea di assemblaggio, poi si è evoluto fino a diventare una fabbrica capace di sfornare 141mila pezzi l’anno e oltre. Che rapporto avete con la sede centrale di Honda in Giappone?

Abbiamo un’ottima collaborazione con la casa madre a Kumamoto. Ci interfacciamo quotidianamente su diverse tematiche, dalla sicurezza delle persone alla sostenibilità ambientale, dall’innovazione dei processi a quella degli impianti”.

Quindi dal Giappone c’è apertura nei confronti del modo Europeo, o forse italiano, di fare le cose?

Credo che il Giappone ci riconosca tantissimi meriti e valori”.

Cosa succederà con l’elettrico? Potreste produrre mezzi elettrici qui ad Atessa?

Honda Motor ha in programma di lanciare trenta veicoli elettrici entro il 2030. Noi siamo nella fase in cui ci stiamo preparando ad essere flessibili.

Stiamo analizzando gli impianti, le attrezzature e i processi. Quindi valutando quali potrebbero essere i punti di cambiamento nel momento in cui ci dovessimo trovare a produrre sia elettrico sia il motore endotermico”.

Siamo alle domande degli ospiti

Su che tipo di elettrico puntate, su che tipologia di batterie?

La sostenibilità è un pilastro della nostra strategia, di conseguenza la Honda continua a studiare diverse tecnologie, sicuramente l’elettrico è la realtà di oggi ma è necessario mantenere una visione più ampia, perché le tecnologie possono cambiare, e bisogna essere pronti a cambiare direzione quando necessario”. 

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A livello di strategia di prodotto, quali sono le percentuali, come si interfaccia il Giappone con l’Europa, con la sede di Roma. Il mercato europeo chiede un certo prodotto, si va in Giappone e si dice ci serve questo?

L’ente R&D si occupa di raccogliere la voce dei clienti, di analizzare prodotti e competitors nei vari mercati. Grazie a queste informazioni la direzione vendite ha la possibilità di valutare e promuovere nuovi prodotti che possano incontrare la domanda dei clienti e utili a supportare il business.

Ci sono anche modelli che seguono genesi diverse: è successo all’SH Vetro che è nato dall’intuizione di uno degli associati di Honda Italia e grazie alla buona sinergia Europea è stata proposta al Giappone che ha accolto e supportato l’iniziativa. Siamo spesso promotori di nuovi studi di fattibilità anche con l’obiettivo di accrescere competenze e conoscenze di prodotti e mercato”

Qual è il mercato che in questo momento assorbe più mezzi di Honda Italia, anche uscendo dal segmento moto?

Honda Italia supporta il business europeo Honda con oltre il 50% dei prodotti commercializzati in Europa. È un aspetto, questo, di cui andiamo tutti molto fieri”.



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