A Tbilisi gli artisti contro le repressioni governative –

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


La Georgia è in fiamme e la comunità artistica chiede al mondo di prestare attenzione. Da settimane migliaia di georgiani scendono in strada ogni giorno per protestare contro il Governo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’annuncio della sospensione fino al 2028 dei colloqui per l’adesione all’Unione Europea, un obiettivo sancito nella stessa Costituzione. Ma il vaso era già pieno da tempo. 

A fine ottobre, le elezioni politiche che il Paese aveva atteso con grandi speranze di cambiamento avevano confermato al Governo il partito che pochi mesi prima aveva provocato proteste per le leggi di «ispirazione» russa. I risultati alle urne non sembravano riflettere il sentimento popolare. In molti, tra cui la presidente Salome Zourabichvili, avevano denunciato irregolarità nel voto. Ora è scoppiata la rabbia e a soffiare sul fuoco è la nomina alla presidenza di Mikheil Kavelashvili, 53 anni, un ex calciatore che molti ritengono non avere alcuna qualifica, né l’autorità morale per il ruolo. Ogni sera, dopo il lavoro, migliaia di cittadini si radunano davanti al Parlamento, invadendo la strada principale della città, sfidando temperature sotto zero. Il palazzo è ricoperto di scritte che funzionari del Governo si affrettano a cancellare. La polizia carica i manifestanti usando idranti, lacrimogeni e spray urticanti. Oltre 400 persone sono state arrestate. 

«Siamo scioccati dal livello di violenza rivolta a manifestanti anche molto giovani e ai giornalisti, ci dice Eteri Chkadua, una nota artista visiva di Tbilisi che è da poco tornata a vivere in città dopo anni all’estero. Oltre 100 persone sono state ricoverate in ospedale. Il famoso poeta Zviad Ratiani, gli attori Andro Chichinadze e Onise Tskhadadze sono stati arrestati, picchiati e torturati e restano in prigione (rischiano 9 anni di carcere, Ndr). Questi arresti di personaggi noti sono tentativi del Governo di reprimere proteste pacifiche e intimidire il pubblico, il che solleva serie preoccupazioni sulla libertà di espressione e la sicurezza degli artisti in Georgia». Secondo Reporter Senza Frontiere, sono stati attaccati dalla polizia 25 giornalisti, compreso un volto famoso della tv che ha riportato diverse fratture. «La polizia fa irruzione nelle case delle persone e le arresta. Chi torna dalla detenzione è coperto di lividi e abrasioni, racconta l’architetto Dea Khizanishvili che ogni giorno partecipa alle proteste. Hanno anche iniziato a utilizzare i cosiddetti titushki, gente ingaggiata per abusare fisicamente dei manifestanti durante e fuori dalle manifestazioni». 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Di notte la città è un campo di battaglia ma di giorno ci sono cortei, flash mob, canzoni e danze. Un gruppo di architetti ha disegnato un font speciale per i cartelloni. Le diverse categorie professionali organizzano manifestazioni: la marcia dei ricercatori, dei lavoratori dello spettacolo, dei musicisti, degli architetti, delle industrie creative. «Gli artisti stanno utilizzando i propri canali e capacità creative per amplificare le voci del movimento, ci dice la fotografa Juda Khatia Psuturi. Hanno organizzato mostre all’aperto e performance, creato murales che riflettono i temi della protesta: chiedono libertà di espressione, valorizzazione delle istituzioni culturali e supporto per le arti, contro l’erosione dei diritti democratici». 

Tbilisi è una città che sta vivendo un’esplosione culturale, ricca di musei, gallerie, club e animata da una vivace comunità artistica al contempo orgogliosa della propria cultura e desiderosa di aprirsi al mondo. La storia qui insegna cautela: in Georgia, come in altri Paesi ex sovietici, Stalin fece piazza pulita della classe intellettuale. Ma ora gli artisti sono decisi a far sentire la propria voce e sono in prima linea. Eteri Chkadua, che da sempre porta l’identità georgiana e la minaccia russa nel suo lavoro, partecipa all’organizzazione di proteste davanti alle istituzioni culturali, insieme ad attori, artisti ed ex studenti delle Accademie, per chiedere ai direttori di prendere una posizione netta. «Molti di loro sono stati nominati dal ministro della Cultura, quindi non si espongono», ci dice. Dal 2021, infatti, il Governo ha avviato una «riorganizzazione» del settore culturale e licenziato 100 dipendenti di importanti istituzioni. Gli artisti stanno facendo circolare appelli e petizioni per chiedere che il processo di integrazione europea non si interrompa e che cessino le violenze contro la popolazione

Intanto a livello internazionale sta girando una raccolta firme con cui 500 tra registi, musicisti, scrittori e lavoratori della cultura di tutto il mondo esprimono la propria «solidarietà alla Georgia e ai suoi artisti». «Per essere un piccolo Paese la Georgia ha un’incredibile ricchezza culturale e intellettuale, per questo un presidente calciatore suona come un insulto. Gli artisti sono tutti in strada a protestare e chi non può posta sui social. Le gallerie d’arte sono chiuse in solidarietà con le proteste. Il Paese è col fiato sospeso perché sa di essere a un bivio», dice la curatrice Nina Chkareuli-Mdivani. Il suo voto contro questo Governo lo ha espresso a New York dove vive da tempo e dove, racconta, «mi ci sono volute sei ore per votare. Lo hanno intenzionalmente reso difficile». Chkareuli-Mdivani ritiene che i venti di protesta soffiassero da tempo: «Era nell’aria. Ora dobbiamo capire come usare la nostra cultura e identità per vincere contro il neocolonialismo russo. Spero che riusciremo a cambiare la storia e a rimetterci in cammino verso l’Europa».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta